116.
Trattamento della sensibilità – fr. 11.
Salvezza come solo bene – fr. 29.
Vita come morte dell’anima, morte come vita del- l’anima – fr. 77.
Acqua, morte dell’anima – fr. 36.

<Inno di Cleante, vv. 7-13>
A te tutto questo mondo che ruota attorno alla terra
obbedisce ovunque tu lo conduca e ti è volentieri sottomesso.
Tale è la virtù del servitore che tu tieni sotto le tue invincibili mani,
la cosa dal doppio taglio, la cosa di fuoco, l’eterno vivente, la folgore.
Quand’essa colpisce, nella natura freme ogni cosa.
Per il suo tramite tu dirigi rettamente l’universale logos
che attraverso ogni cosa
circola unendosi alla grande e alle piccole luci.72

Pitagora. «L’amicizia è un’uguaglianza fondata sull’armonia»73 (armonia, idea centrale). (Similitudine che rende uguali le cose ineguali).
«Chi lascia questo paese (i.e. questo mondo) non si volga indietro».74
A questo punto dire quello che si sa dei misteri. Provenivano dall’Egitto. Concernevano la salvezza. Si credeva che le cerimonie misteriche procurassero la salvezza a coloro che vi partecipavano nella giusta maniera. Divinità: Demetra, Persefone, Dioniso. «Dioniso è lo stesso dio che Osiride».75 «Dioniso e Osiride sono lo stesso essere».76 – Dioniso nelle Baccanti di Euripide. Demetra = Iside.77
IV
DIO IN PLATONE1
*Spiritualità in Platone. I.e. spiritualità greca. In Grecia Aristotele è forse l’unico filosofo in senso moderno, e completamente al di fuori della tradizione greca – Platone, insieme ad alcune opere di divulgazione, è tutto quello che abbiamo della spiritualità greca.
Bisogna indovinare. Il fatto che non vi si trovi un’idea, o non vi si trovi implicitamente... Chi è dunque Platone? Un mistico erede di una tradizione mistica in cui l’intera Grecia era immersa.*2
Vocazione di ogni popolo dell’antichità; un aspetto delle cose divine (eccetto i Romani). Israele: unità di Dio. India: assimilazione dell’anima a Dio nell’unione mistica. Cina: modo di operare proprio di Dio, pienezza dell’azione che sembra inazione, pienezza della presenza che sembra assenza, vuoto e silenzio. Egitto: immortalità, salvezza dell’anima giusta dopo la morte mediante l’assimilazione a un Dio sofferente, morto e resuscitato*, carità verso il prossimo*. Grecia *(che ha subìto una forte influenza dell’Egitto) *: miseria dell’uomo, distanza, trascendenza di Dio.3
La storia greca ha inizio con un crimine atroce, la distruzione di Troia. Lungi dal gloriarsene, come fanno di solito le nazioni, i Greci sono stati assillati dal ricordo di quel crimine come da un rimorso. *Vi hanno attinto il sentimento della miseria umana.* Nessun popolo ha espresso al pari di quello greco l’amarezza della miseria umana.
Due vasi stanno sulla soglia di Zeus,
ci sono i doni che egli dona, cattivi nell’uno, buoni nell’altro.
Quelli cui mescola i doni Zeus che lancia la folgore
sono ora nella mala sorte, ora nella prosperità.
A chi fa doni funesti, lo espone agli oltraggi;
l’orrendo bisogno lo insegue per la terra divina;
va errando senza rispetto né dagli uomini né dagli dèi.4
Non vi è raffigurazione della miseria umana più pura, amara e straziante di quella dell’Iliade. La contemplazione della miseria umana nella sua verità implica una spiritualità altissima. *L’intera civiltà greca è una ricerca di ponti da lanciare tra miseria umana e perfezione divina. L’arte dei Greci, cui nulla è comparabile, la loro poesia, la loro filosofia, la scienza (geometria, astronomia, meccanica, fisica, biologia), di cui sono inventori, non erano altro che ponti. Hanno inventato (?) l’idea di mediazione.*5
Ma noi non possediamo quasi traccia della spiritualità greca fino a6 Platone. Ci sono però alcuni frammenti.
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