Egli è sommamente giusto, e nessuno gli è più simile di colui che tra noi sia il più giusto possibile. <...>17 Saperlo è sapienza e vera virtù. Ignorarlo significa manifestamente18 essere stupidi e vili. Le altre abilità apparenti, le altre forme di sapienza concernenti la politica, la potenza, la tecnica, sono grossolane e mercenarie. Quanto a coloro che commettono ingiustizie, le cui parole o azioni sono empie, è meglio non ammettere che possano essere abili nella loro malvagità.19 Perché i rimproveri li fanno esultare, e credono che li si consideri non come esseri vuoti, inutili pesi della terra, bensì maschi20 quali bisogna essere per rimanere sani e salvi in una città. Bisogna dire la verità, che costoro sono tanto più ciò che non credono di essere quanto più credono di non esserlo. Perché ignorano il castigo dell’ingiustizia; ed è la cosa che meno si deve ignorare al mondo. Tale castigo non è quello che pensano loro, la morte o le percosse, che talvolta gli uomini ingiusti non subiscono, bensì un altro, al quale non si può sfuggire. <...> Nella realtà vi sono due modelli: uno divino e beato, l’altro privo di Dio e miserabile. Ma essi non vedono che è così. La stupidità, l’estrema ignoranza nascondono loro che per le proprie azioni ingiuste sono simili al secondo modello e differenti dal primo. Il loro castigo è il fatto di vivere la vita che si confà al modello cui assomigliano. <Teeteto, 176 a-177 a>21

 

Idee principali: fuga (violenza della paura, giugno 1940).22Assimilazione (cfr. geometria – Epinomide): Dio è perfettamente giusto.23

 

*fuga. Pitagora. Chi se ne va non si volga indietro. *24

*Greci ossessionati dall’idea di giustizia (a causa di Troia?). Sono morti per averla abbandonata.*

 

Due morali: una esteriore, che è umana; l’altra, quella vera, che è soprannaturale, ha origine da Dio e coincide con la conoscenza (γνῶσις, parola evangelica) 25 della verità suprema – [Osservazione sulle quattro virtù].26 La ricompensa del bene consiste nel fatto che si è buoni, la punizione del male nel fatto che si è cattivi, e sono una ricompensa e una punizione automatiche («io non giudico, essi si condannano da sé»).27 *Da cercare*28

 

*Conseguenza molto importante di questa «assimilazione». Le idee di Platone sono i pensieri di Dio oppure gli attributi di Dio.*29

 

In altre parole: mentre nell’ambito della natura (compresa quella psicologica) il male e il bene si producono reciprocamente senza posa, nell’ambito spirituale il male non produce che male e il bene non produce che bene. (Vangelo). E il bene e il male consistono nel contatto (contatto per similitudine) o nella separazione rispetto a Dio – (Non si tratta affatto, dunque, di una concezione astratta di Dio a cui l’intelligenza umana possa giungere senza la grazia, ma di una concezione sperimentale).

Com’è possibile l’imitazione di Dio da parte di un uomo? Noi abbiamo una risposta. È il Cristo. Qual è la risposta di Platone? Leggere il passo sul Giusto perfetto.30 – Questa immagine della nudità la ritroviamo legata a quella della morte nel Gorgia.31

Che cos’è questa giustizia?

Gorgia

«Ascolta un bellissimo racconto. Tu penserai che sia una favola, io penso invece che sia un racconto. Ti dirò quel che sto per dirti come una verità. <...>

«[Un tempo] il giudizio era esercitato da viventi su viventi; ciascuno veniva giudicato il giorno in cui doveva morire. Per questo i giudizi erano cattivi. Plutone e i custodi delle isole dei beati andarono da Zeus per riferirgli che in entrambi i luoghi giungevano uomini che non lo meritavano. Allora Zeus disse: “Ebbene, metterò fine a tutto questo. Adesso si pronunciano cattivi giudizi.