Perché le parole possono sempre servire da etichetta per qualunque cosa.

E quindi il fatto di pensare o di agire conformemente alla verità su un punto non dimostra in alcun modo che su quel punto non si sia schiavi del grosso animale.

 

*Tutte le virtù hanno la loro immagine nella morale del grosso animale, eccetto l’umiltà. La chiave del soprannaturale. È quindi misteriosa, trascendente, indefinibile, non rappresentabile. (Egitto).*

 

2. Di fatto tutto ciò che contribuisce alla nostra educazione consiste esclusivamente in cose che in un dato momento sono state approvate dal grosso animale.

Racine. Andromaque e Phèdre. Se avesse esordito con Phèdre.

La storia; gli uomini il cui nome è giunto sino a noi furono resi celebri dal grosso animale. Quelli che non rende celebri restano ignoti tanto ai loro contemporanei quanto ai posteri.65

Si noti infine che il biasimo da parte del grosso animale ha avuto il potere di indurre tutti i discepoli del Cristo, senza eccezioni, ad abbandonare il maestro. Poiché valiamo assai meno di loro, è certo che il grosso animale ha per lo meno altrettanto potere su di noi senza che ce ne rendiamo conto, il che è molto peggio; in ogni istante; in questo stesso momento. E la parte che l’animale ha in noi, Dio non l’ha.

Tra parentesi, una simile teoria della società implica che la società è essenzialmente cattiva (e al riguardo Machiavelli, così come quasi tutti gli uomini del Rinascimento, non è che un discepolo di Platone), e che la riforma o la trasformazione della società non può avere ragionevolmente altro oggetto se non quello di renderla il meno possibile cattiva. Platone lo aveva compreso, e la sua costruzione di una città ideale nella Repubblica è puramente simbolica. Frequenti assurdità a questo proposito.

 

*Regola: non sottomettersi alla società fuorché nell’ambito delle cose necessarie.*

 

Appurato che la grazia emanata da Dio è necessaria, in che cosa consiste, attraverso quali procedimenti si compie, in quale modo l’uomo la riceve? Testi: Repubblica, Fedro, Simposio. Platone ricorre a immagini. L’idea fondamentale di queste immagini è che la disposizione dell’anima che riceve e accoglie la grazia non è altro che l’amore.66 L’amore di Dio è la radice e il fondamento della filosofia di Platone. Repubblica. Paragone tra il bene67 e il sole.

 

*Idea fondamentale: l’amore orientato verso il proprio oggetto, ovvero la perfezione, mette in contatto (contatto) con l’unica realtà assolutamente reale. Protagora diceva: «L’uomo è la misura di ogni cosa».68 Platone risponde: «Nulla d’imperfetto è misura di alcunché» e «Dio è la misura di ogni cosa».*69

 

(Si noti che per gli Egizi il Sole era70 un’immagine di Dio; e che in Perù, prima che gli Spagnoli scoprissero e annientassero quel paese, si adorava come unica divinità il Sole, visto come il simbolo di Dio, il quale veniva considerato troppo elevato per essere oggetto di un culto diretto).71

 

«Il bene è ciò che ogni anima cerca, ciò per cui agisce, intuendo che è qualcosa di reale ma rimanendo nell’incertezza e nell’incapacità di cogliere adeguatamente quel che è; e su questo punto essa non può avere, come in altre materie, una ferma credenza» (è necessario molto di più di una credenza). <Repubblica, VI, 505 e>72

 

*Il bene è al di sopra della giustizia73 e delle altre virtù; noi le ricerchiamo in quanto sono buone. Simposio: «Non è vero che un uomo abbia caro quel che gli appartiene. Per l’uomo non vi è altro oggetto di desiderio se non il bene».* <Simposio, 205 e-206 a>

 

Socrate dice che spiegherà il bene con un’immagine –

 

«Vi sono molte cose belle, molte cose buone e così di seguito. Ma del bello in sé, del bene in sé e così di seguito stabiliamo,74 quando se ne parla, ciò che ciascuna di quelle cose è secondo l’idea unica di un’essenza unica. Le cose le vediamo, non le concepiamo (νoεĩσθαι). Le idee le concepiamo, non le vediamo. Le cose visibili le vediamo con la vista. Ma anche quando vi sono il visibile e la vista manca qualcosa. Possieda pure l’occhio la vista e tenti di servirsene, possiedano pure gli oggetti il colore: eppure l’occhio non vedrà e i colori non saranno visti se non vi è una terza cosa destinata precisamente alla visione,o75 vale a dire la luce ...76 Il sole non è la vista. Non è l’organo della vista che chiamiamo occhio. Ma tra tutti gli organi sensoriali l’occhio è quello che più assomiglia al sole.

«Ecco quello che chiamavo progenie del bene, che il bene ha generato come qualcosa di analogo a sé. Perché nel mondo spirituale (νoητóς) il bene sta allo spirito (νóυν) e alle cose spirituali (νooύμενα) *parentesi attorno a νóυς e νoητóς* come nel mondo visibile il sole sta alla vista e alle cose che si vedono.77 Quando gli occhi si volgono non verso le cose i cui colori sono illuminati dalla luce del giorno, bensì verso quelle che sono come avvolte da un chiarore notturno, si offuscano e sono pressoché ciechi, come se non fossero dotati della vista. Ogni qual volta si volgono verso le cose illuminate dalla luce del sole vedono nitidamente.

«Lo stesso accade all’occhio spirituale dell’anima.78 Ogni volta che si posa su qualcosa la cui verità e la cui realtà risplendono, allora concepisce (ἐνóησε), conosce, e appare evidente che è spirito.79 Quando si posa su80 ciò che è commisto di tenebre, su ciò che diviene e perisce, allora non ha che opinioni, si offusca, mette le opinioni a soqquadro e sembra che non sia spirito.81

«Ciò che è la fonte (παρέχoν) della verità per le cose conosciute e della facoltà di conoscere per l’essere che conosce bisogna dire che è l’idea del bene.