Quando la troviamo, dopo questa unità bisogna esaminare due [branche], se ve ne sono due [nella materia che si studia], altrimenti tre o un altro numero; e [dividere] allo stesso modo l’unità di ciascuna di queste [branche]; finché riguardo all’unità primitiva si veda non solo che essa è unità e numero e moltitudine indefinita, ma anche quale numero determinato sia. Non bisogna applicare l’idea dell’indefinito alla quantità finché in questa materia non si sia visto con chiarezza il numero che è intermediario tra uno e indefinito. Solo allora bisogna permettere all’unità in ogni materia di perdersi nell’indefinito. Gli dèi ci hanno dato questo metodo per ricercare, apprendere e insegnare...». <Filebo, 16 b-e>

 

(Non sappiamo più applicarlo).

Esempi. Grammatica – Voce – moltitudine di suoni emessi con la voce – Sapere quante e quali lettere.

Musica.

 

Allo stesso modo per il cammino inverso, dall’indefinito all’uno. Teuth, inventore delle lettere, ha posto dapprima le vocali, poi le consonanti, quindi le mute; ha contato tutto questo; le ha unite con il nome comune di lettere.156

 

Più avanti:

 

«Per noi le stagioni e tutto ciò che è bello sono stati prodotti per l’appunto a partire da quelle due specie di cose, cioè dalla mescolanza delle cose illimitate e di quelle che racchiudono un limite». <Ibid., 26 b>157

 

*Si osservi che qui compare la nozione di bellezza – Si legga a questo punto il passo del SIMPOSIO.*158

 

Bisogna notare che:

 

1. Questa teoria è specificamente pitagorica (cfr. Filolao e Ferecide),159 ma i Pitagorici, la cui origine risaliva ad appena un secolo prima, non possono coincidere con gli «antichi» di cui parla Platone.160 Si tratta dunque di una tradizione più remota,161 orfismo o misteri eleusini.

Quella tradizione comportava allo stesso tempo una teoria delle invenzioni primitive (scrittura,162 musica, determinate tecniche), una teoria dell’invenzione in generale e una teoria dell’ordine del mondo. Tutto l’insieme poggia su un medesimo principio, ovvero la mescolanza di illimitato e limitato. Questo principio costituisce anche (nello stesso dialogo) un principio di morale [e, nel Politico, un principio di politica].

 

2. A proposito di quella tradizione163 Platone allude a Prometeo.164 Eschilo presenta Prometeo come autore delle invenzioni primitive, e della comprensione delle stagioni, delle rivoluzioni degli astri, e del numero.165

Senza forzare gli accostamenti si può osservare che:

 

– la nozione di ordine del mondo è assai prossima ai libri sapienziali (ma molto più precisa);

– nella tradizione pitagorica i vocaboli ἀριθμóς, «numero», e λóγος, «rapporto», sono166 impiegati indifferentemente l’uno per l’altro. Λóγος vuol dire «parola», ma soprattutto «rapporto». In Platone l’uno è Dio, l’indefinito è la materia.167 Per questo l’affermazione «IL NUMERO COSTITUISCE LA MEDIAZIONE TRA L’UNO E L’INDEFINITO168» assume risonanze singolari.

Allo stesso modo «le stagioni e tutto ciò che vi è di bello sono stati prodotti dalla mescolanza dell’illimitato e del limitato»169 – ovvero dal principio ordinatore.

 

* (Tutto ciò che vi è di bello, i. e. tutte le cose in quanto sono belle. Perché l’universo è bello – Cfr. Timeo).*170

 

*Per i Greci λóγος è essenzialmente mescolanza del limite e dell’illimitato. EUDOSSO.*171

 

*Non si dimentichi infine che Prometeo, di cui qui si parla, è un dio che ha sottratto a Zeus la folgore per donare il fuoco agli uomini, per amore nei loro confronti,172 e che a causa di questo è stato crocifisso.173 Si veda che cos’è la folgore nell’Inno di Cleante.174 San Luca, 12, 49: «Io sono venuto a gettare (βαλεĩν) un fuoco sulla terra, e che cosa voglio di più, se l’incendio è già appiccato?». (Cfr. anche analogia tra «dal doppio taglio» e «non sono venuto a portare la pace ma la spada»).175 Quel passo mostra che il fuoco di Prometeo non era il fuoco materiale. All’inizio ci sono una teoria della caduta e del peccato originale e un’immagine della vita in Dio. Atti degli Apostoli: lingue di fuoco.176 – San Matteo, parole di san Giovanni Battista: «Egli vi battezzerà nello Spirito Santo e nel fuoco –».*177

Il dialogo ove la nozione di ordine del mondo appare con maggior nitidezza, e personificata in una divinità cui si dà il nome di Anima del mondo, è il Timeo.178

Prima di passare al Timeo è però necessario soffermarsi sulla nozione di bellezza e di amore.179Fedro, Simposio.

(È l’amore che salva – nella Repubblica Platone descrive l’opposto, l’amore che danna, l’amore infernale, da lui detto tirannico).180

<LA VIA DEL «FEDRO»>

Il Fedro indica una via di salvezza181

Dottrina dell’amore platonico che ha avuto una fortuna così prodigiosa e ha impregnato tanti paesi. Europa, Arabi.182

 

«L’anima intera è immortale [dimostrazione: essa è principio di movimento]». <Fedro, 245 c>

 

«Quanto alla sua struttura, dobbiamo dire questo. Descriverla in modo completo sarebbe un’impresa divina e di lunga lena; ma sarà cosa umana e meno considerevole183 esprimerla in questo modo». <Ibid., 246 a>

 

[Segue un paragone risalente a una remota antichità. Lo si trova infatti in testi indù probabilmente quasi coevi a Platone. L’immagine deve quindi risalire all’epoca in cui le popolazioni dei due paesi formavano un solo popolo].184

 

«La si paragoni alle proprietà attinenti a un carro alato e a un cocchiere. Presso gli dèi tutto, cavalli e cocchiere, è buono e di origine buona; presso gli altri vi è mescolanza.