Dopodiché Egisto ha sposato Clitennestra e si è fatto proclamare re della città.
Al momento dell’omicidio, Elettra era una giovane donna. Aveva una sorella di poco minore, Crisòtemi, e un fratello ancora bambino, Oreste, che lei stessa aveva cresciuto. Tutti e due, come lei, figli del comandante assassinato. Nel timore che Egisto uccida anche Oreste, Elettra lo ha fatto partire per una città straniera già all’indomani dell’omicidio.
Oreste ha così vissuto per anni la triste esistenza di un rifugiato che vive di elemosine. Ma Elettra ha condotto un’esistenza ancora più dura. A quei tempi una donna non poteva mai, in nessun caso, vivere altrove che nella casa di famiglia. Elettra ha dovuto vivere, giorno dopo giorno, anno dopo anno, sotto lo stesso tetto dell’assassino di suo padre. Lei aveva amato appassionatamente il padre. Dopo l’omicidio non ha nascosto il suo dolore, né l’orrore che le ispirano l’omicida e la sua complice. I quali hanno preso così a odiarla.
Hanno fatto di tutto per soggiogarla, per costringerla a piegarsi davanti a loro. Dal giorno dell’omicidio cercano di sottometterla con la miseria e le umiliazioni. La battono. Le impongono per tutto il giorno i lavori più duri. La vestono di stracci. Le danno appena da mangiare. Da anni soffre la fame, giorno dopo giorno.
Deve subire di tutto. Potrebbe lasciare la casa soltanto se si sposasse; e sa bene che mai Egisto le consentirà di sposarsi.
Tuttavia non cede. Certo, obbedisce agli ordini, lavora, tace. Non può fare altrimenti. Non le permettono neppure di piangere quanto il suo cuore desidera. Ma pur costretta a obbedire, in fondo al cuore non si assoggetta. E lo lascia vedere. Continua a piangere suo padre. Né fa nulla per smettere di dispiacere a coloro che la tengono ai loro ordini. Loro possono fare di lei quello che vogliono; suo padre non può darle alcun soccorso, perché è morto; ma è a suo padre che resta fedele.
È sostenuta da un’unica speranza. Dal giorno dell’omicidio, tutti i giorni dice a se stessa che quando suo fratello sarà un uomo verrà a vendicare il padre e a liberarla. Ogni volta che Egisto o Clitennestra la portano all’esasperazione, getta loro in faccia il nome di Oreste, e loro hanno paura. Questo nome è la sua unica difesa.
È giunto finalmente il momento in cui questa speranza potrebbe realizzarsi. Ma come spesso capita in simili circostanze, proprio allora la forza d’animo che l’ha sostenuta per tanti anni comincia a cedere.
Attende il fratello di giorno in giorno, e ogni giorno le appare interminabile. Le sembra che quel fratello non debba mai arrivare.
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