Muore, e resuscita in virtù della natura ereditata dal padre ... Ama258 la saggezza; perché è nato da un padre saggio e valente,259da una madre ignorante e misera. ..». <Simposio, 203 d-204 b>
Il pensiero della mediazione riveste un ruolo essenziale in Platone; perché, come dice nel Filebo, «Bisogna essere molto attenti a non andare troppo rapidamente all’uno».260
«Poros, la Sovrabbondanza, figlio della Saggezza...261 Dopo il banchetto la Miseria venne a mendicare, come si fa nei giorni di festa, e si fermò presso le porte. Poros, ebbro di nettare, inoltratosi nel giardino di Zeus, appesantito, si addormentò. La Miseria, a causa della sua indigenza (ἀπóρία), concepì il disegno di avere un figlio da Poros. Si stese accanto a lui e concepì l’Amore». <Simposio, 203 b-c>
II.262 LA CREAZIONE. «TIMEO»
Vi si trova una seconda prova di Dio. La prima corrisponde a quella che Cartesio chiama la prova mediante l’idea di perfezione.263 La seconda è la prova mediante l’ordine del mondo. Non quale la si presenta di solito, attraverso l’adattamento dei mezzi ai fini; misera e ridicola. Ma l’unica prova legittima: la prova mediante l’ordine del mondo, ovvero mediante la bellezza del mondo. Una statua greca con la sua bellezza ispira un amore che non può avere come oggetto un pezzo di pietra. Parimenti il mondo, con la sua bellezza, ispira un amore che non può avere come oggetto la materia. La conclusione è la stessa: la prova di Dio mediante l’amore. Non possono esservene altre, perché Dio non è altro che bene, e per entrare in contatto con lui non vi è altro organo che l’amore. Come i suoni non si riconoscono con la vista, così nessun’altra facoltà eccetto l’amore può riconoscere Dio.264
L’ordine del mondo è il bello e non un ordine definibile. Così quando una determinata parola è stata messa per ottenere un determinato effetto la poesia è mediocre... (oppure il critico...).265
Il Timeo è una storia della creazione. Non assomiglia a nessun altro dialogo di Platone, tanto sembra venire da altrove. O Platone si è dunque ispirato a una fonte a noi sconosciuta; oppure tra gli altri dialoghi e questo gli è accaduto qualcosa. E che cosa gli sia accaduto si indovina con facilità. È uscito dalla caverna, ha guardato il sole ed è rientrato nella caverna. Il Timeo è il libro dell’uomo rientrato nella caverna. Sicché questo mondo sensibile non vi appare più come una caverna.
Nel Timeo vi è una Trinità: l’Operaio, il Modello della creazione e l’Anima del mondo.
«A mio avviso occorre fare anzitutto questa distinzione. Che cos’è l’essere eternamente reale, senza generazione, e che cos’è il divenire perpetuo, che non ha mai la realtà? L’uno è colto dal pensiero grazie all’ausilio del rapporto (λóγóς), è realtà eternamente conforme a sé medesima; l’altro è espresso dall’opinione grazie all’ausilio della sensazione senza rapporto, diviene e perisce, senza aver mai l’essere reale. Per di più tutto ciò che si produce266 (γιγνóμενóν) ha necessariamente un autore (αἰτίóυ τινóς), perché è affatto impossibile che senza autore vi sia produzione. Così, allorché l’operaio, guardando sempre verso ciò che è conforme a sé medesimo e servendosene come di un modello, ne riproduce267 l’essenza (ἰδέαν) e la virtù (δύναμιν), di necessità si compie qualcosa di perfettamente bello. Se guarda invece verso il divenire, se fa uso di un modello che diviene, il risultato non è bello».268 <Timeo, 27 d-28 b>
*Righe alquanto oscure quando non se ne ha la chiave, luminose quando la si possiede. La chiave è questa: Platone enuncia una teoria della creazione artistica, e della creazione divina per anal<ogia>.*
Per interpretare bene quelle righe, bisogna comprendere che Platone ha in mente, come immagine analogica della creazione divina, l’immagine della creazione artistica; composizione di una poesia, fabbricazione di una statua, ecc. Quelle righe contengono la teoria completa della composizione artistica, teoria sperimentale.
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