I cani latrano…
Bau-bau…
ARIELE -
Udite! Udite!
Sento il verso del tronfio(22) Cantachiaro
gridar gioioso il suo chicchirichì.
(22) “Strutting” : nello stesso senso cfr. “Amleto”, II, 1, 31: “… so strutted and bollowed…” .
FERDINANDO -
Da dove può venire questa musica,
dall’aria o dalla terra?… Ora è cessata.
Accompagna di certo un dio dell’isola.
Me ne stavo seduto su una riva,
piangendo ancor la perdita
del padre mio, quando udii questi suoni,
scivolar fino a me sopra quell’acque,
e placar, con la lor dolce armonia
la furia dei marosi e il mio dolore.
E poi di là mi son messo a seguirla,
o forse è stata lei a trascinarmi…
È svanita… Ah, no, ecco, riprende.
ARIELE -
( Canta)
“A cinque tese sotto
“dell’acque sta sepolto
“tuo padre, e non è morto,
“ché la magia del mare
“lo seppe trasformare
“in cosa ricca e strana:
“son l’ossa sue coralli
“e perle le pupille;
“ed ogni ora le ninfe
“fan per lui rintoccare
“la funebre campana”.
VOCI DI SPIRITI -
( Dall’interno)
Din-don.
ARIELE -
Ecco: io sento la campana.
FERDINANDO -
Le parole di questa melodia
ricordano mio padre ch’è annegato:
questo non è qualcosa di mortale,
né suono che provenga dalla terra…
Ecco, adesso lo sento su di me…
PROSPERO -
( A Miranda)
Le frangiate cortine dei tuoi occhi(23)
solleva, e dimmi che vedi laggiù.
MIRANDA -
E che cos’è? Uno spirito? Dio mio,
in che modo si va scrutando intorno!
E che stupenda figura s’è dato…
ma di certo dev’essere uno spirito.
(23) Parafrasi poetica per “le tue palpebre”. La battuta farebbe intendere che Miranda sia ancora insonnolita; il che giustificherebbe ulteriormente l’attribuzione a Prospero della sua precedente invettiva contro Calibano.
PROSPERO -
E invece no, figliola:
quello è uno che mangia e beve e dorme
ed ha gli stessi esatti nostri sensi.
Quel gagliardo che tu vedi laggiù
è un di quelli che han fatto naufragio;
e se la sua persona
non fosse un po’ sciupata dall’angoscia,
questo tarlo che rode la bellezza,
potresti dirlo davvero un bell’uomo.
Si vede che ha smarrito i suoi compagni,
e va vagando intorno per trovarli.
MIRANDA -
Io lo direi un essere divino:
perché non ho mai visto sulla terra
nulla di così nobile.
PROSPERO -
( Tra sé)
Ma bene!
Tutto procede, vedo,
come l’animo mio mi suggeriva.
( Parlando ad Ariele, invisibile)
Spiritello, sagace spiritello!
Per questo, fra due giorni sarai libero!
FERDINANDO -
( Vedendo Miranda)
Questa dev’essere senza alcun dubbio
la dea cui fan corteggio quelle musiche.
( Forte)
Permettimi, di grazia, una preghiera:
ch’io ti chieda se abiti quest’isola,
e se puoi darmi qualche buon consiglio
su come meglio ho da condurmi qui;
e infine - ma è la cosa più importante -
dimmi, prodigio, sei fanciulla o no?
MIRANDA -
Prodigio no; fanciulla, sì, di certo.
FERDINANDO -
Mi rispondi nella mia stessa lingua?…
Cielo! Se invece di trovarmi qui,
fossi dove si parla questa lingua,
sarei di tutti quelli che la parlano
il più alto.
PROSPERO -
Il più alto? Che vuol dire?
Che saresti se fosse qui ad udirti
il re di Napoli?
FERDINANDO -
Quello che sono:
un uomo come un altro che è stupito
di sentirti parlar del re di Napoli.
Quel re mi sente: e per questo io piango.
Il re di Napoli adesso son io,
dopo aver visto con questi miei occhi,
che da allora non cessano di piangere,
mio padre, ch’era il re, annegare in mare…
MIRANDA -
Cielo, misericordia!
FERDINANDO -
… con tutti i nobili della sua corte,
il Duca di Milano
e con esso il suo valoroso figlio.(24)
PROSPERO -
( A parte)
Il Duca di Milano,
e la di lui più valorosa figlia
potrebbero smentirti, giovanotto…(25)
ma non ora, non è questo il momento…
Si sono detti amore al primo sguardo…
Ariele, mia delizia,
per questo ti darò la libertà!
( A Ferdinando)
Una parola, gentile signore:
temo che siate su una falsa strada…
una parola…
MIRANDA -
( Tra sé)
Ma perché mio padre
gli si rivolge con tanta durezza?
È il terzo uomo che ho visto, ed il primo
per il quale il mio cuore ha sospirato…
Ah, pietà possa indurre il padre mio
a star dalla mia parte!…
FERDINANDO -
Oh, se tu sei fanciulla, come dici(26),
ed il tuo cuore non è volto altrove,
farò di te la regina di Napoli.
(24) Di questo personaggio, figlio dell’usurpatore Antonio, non c’è più traccia nel dramma.
(25) “Giovanotto” non è nel testo.
(26) “Come dici” non è nel testo.
PROSPERO -
Piano, signore. Ancora una parola.
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