Don Ugo Evans è gallese e la sua parte sul copione è scritta con la grafia e le inflessioni di quel dialetto; ma per la palese impossibilità di renderne minimamente la comicità, il traduttore ha rinunciato al tentativo, limitandosi, tanto per rendere l’idea, a rafforzare, nella grafia, qualche “v” in “f” e qualche “b” in “p”, qualche “d” in “t”.

 

(13) “… pretty virginity”: l’astratto per il concreto era un uso letterario del tempo. È frequente in Shakespeare.

 

(14) Perché Falstaff debba trovarsi in casa di Giorgio Page, e per giunta con i suoi uomini Bardolfo, Pistola e Nym, e come faccia don Evans a saperlo, non è detto; né pare che alcuno se lo sia domandato prima di noi.

 

(15) Latino per “poche parole”: don Evans è prete, e latineggia.

 

(16)Good worts?… Good gabbage!”: don Evans, nel dire prima “poche parole”, ha pronunciato in gallese “worts” per “words”; “worts” è parola che non esiste, e Falstaff gli replica con altra espressione: “good gabbage”, di nessun significato specifico, usata generalmente nel senso di: “ma che stai dicendo, che ti salta in mente!” “Reverendo” non è nel testo.

 

(17) Bardolfo dice: “You, Banbury cheese”, “Tu, formaggio di Banbury”: Banbury, cittadina della contea di Oxford, era rinomata per la produzione di formaggi e per lo zelo puritano dei suoi abitanti, sì che nel colloquiare comune l’appellativo “formaggio di Banbury” equivaleva a “puritano”, e dare del puritano ad uno era come dargli dell’ipocrita bigotto baciapile.

 

(18)Videlicet”, latino per “cioè”, “vale a dire”.

 

(19)Two Edward shovel-boards”: “shovel-board shilling”era lo scellino coniato da Edoardo VI, detto così perché era usato nel gioco del “shovel-board”, che si giocava muovendo monete su una tavola.

(20)No, it is false, if it is a pick-purse”: battuta di senso oscuro; forse don Evans vuol dire che poiché Pistola fa il borsaiolo di mestiere, non può essere accusato di essersi limitato a “ripulire” la borsa di Stanghetta, l’avrebbe rubata tutta.

 

(21) Pistola si picca di sfoggiare un parlare ricercato, goffamente artificioso: dice “è mestieri” per “bisogna”, non dice “labbra” ma “labras”, non dice “spada” ma “bilbo”, che era il nome delle armi bianche per antonomasia, in quanto provenienti da Bilbao, Spagna, dove erano le migliori fabbriche.

 

(22)Word of denial in thy labras here!”: “word of denial” è espressione del gergo cavalleresco, per “riparazione verbale dell’offesa”; la si chiedeva all’avversario per evitare il duello.

 

(23) Si capisce che questa rapida muta apparizione di Annetta Page è un abile espediente del commediografo per presentare il personaggio e giustificare tutto quello che di lei si dirà subito dopo.

 

(24) Si allude verosimilmente ad una pubblicazione assai nota al pubblico perché in voga nelle corti dell’epoca intitolata “Songs and Sonnets”, una specie di antologia di composizioni in rima d’ispirazione petrarchesca pubblicata nel 1557 da Lord Enrico Howard, conte di Surrey.

(25)Alice Shortcake”: un altro nome di suggestione umoristica, d’invenzione del poeta, per far ridere il pubblico.

 

(26) Simplicio, nella sua “semplicità” mentale, tiene imbrogliato nella mente anche il calendario: Ognissanti (“Allhallwomas”) è il primo novembre, San Michele il 27 settembre.

 

([27])“… yet heaven may decrease it”: Stanghetta sproposita; voleva dire “… may increase it”.

 

(28) “… more contempt”: Stanghetta voleva dire “more attraction”.

 

([29]) “… I am freely dissolved, and dissolutely”: Stanghetta vuol dire “I am freely resolved, and resolutely”.

 

(30)It is a very discretion answer”: Don Ugo, oltre a pronunciare dure tutte le labiali e le dentali, alla gallese, usa spesso sostantivi come verbi o come aggettivi; così qui ha usato “discretion” come aggettivo (“È una risposta molto discrezione”); altrove dice “to description” per “to describe”, “to affect

 

(31) Il “Benedicite” è la preghiera che i protestanti dicevano, prima di sedersi a mensa, per chiedere a Dio di benedire il cibo.

 

(32) “… three veneys for a dish of stewed prunes…”: un piatto di prugne stufate (“stewed prunes”) posto sul davanzale della finestra era l’insegna dei bordelli a Londra, e “prugna stufata” era sinonimo di “prostituta”. Qui Stanghetta vuole intendere che l’incontro di scherma con il suo istruttore aveva come posta (a spese naturalmente del perdente), l’amplesso di una prostituta in un bordello. Ma perché Shakespeare metta in bocca a Stanghetta questa lubrica allusione, proprio davanti ad Annetta Page, che poco prima don Evans ha definito “una verginità assai piacevole”, non si capisce. È palesemente una concessione, anche se a sproposito, al gusto del pubblico, che Shakespeare fa anche altrove: cfr. in “Enrico IV - Seconda parte”, II, 4, 135: “He lives upon mouldly stewed prunes”; “Misura per misura”, II, 1, 90-91: “… she came in great with child, and longing for stewed prunes”.

 

(33) I combattimenti di orsi (“bear-baitings”) erano spettacolo frequente per le piazze di Londra. Stanghetta li disapprova nel momento stesso in cui dice che gli piacciono: un altro tratto del personaggio, la ipocrita dabbenaggine.

(34)By cock and pie”: “cock and pie” era chiamato volgarmente un breviario di canoni ecclesiastici in uso nell’Europa prima della Riforma. Il nome è composto di due termini: “cock” è il bersaglio del gioco del “curling”, una specie di “bowling”; “pie” è una focaccia composta con un miscuglio di carne, pesce, frutta, verdure, farina. Il termine “cock and pie” voleva definire il breviario come una “miscellanea” di regole buone a tutti gli usi, come la sacre scritture, appunto.

 

(35)O base Hungarian wight!”: “O vile creatura ungherese!”; “Hungarian”, o semplicemente “Hungar”, era sinonimo di “straccione”, con allusione ai soldati inglesi che tornavano in patria, sbandati e laceri, dalla guerra d’Ungheria.

 

(36)Is not the humour conceited?”: il personaggio di Nym ha come caratteristica il vezzo di adoperare la parola “humour” a proposito e a sproposito. Si deve rendere a senso, ogni tentativo di resa letterale essendo impossibile.

(37) “… of this tinder - box”: Bardolfo, per l’alcool che ingurgita, è come una scatola contenente materiale infiammabile.

 

(38)I am almost out at heels”: frase idiomatica per “sono spiantato, squattrinato”.

 

(39) Pistola sentenzia, secondo il suo vezzo. Qui sfoggia il riferimento ad un Salmo della “Vulgata”, il CXLVII, che recita: “…(il Signore) dà la sua pastura al bestiame, ai giovani corvi che gridano”, come per dire a Falstaff di non disperarsi, perché il Signore che sfama le bestie e gli uccelli penserà anche a lui.

 

(40) Questa battuta è invenzione del traduttore. Il testo inglese è tutt’altro. Falstaff ha detto: “I will tell you what I am about”, “Vi dirò che cosa sono in procinto (ho in mente) di fare”; ma l’espressione, presa nel suo senso letterale, si può intendere: “Vi dirò che cosa sono intorno”; e Pistola la riferisce alla circonferenza della pancia di Falstaff e risponde: “Two yards, and no more”, “Non più di due yarde”, che in italiano non avrebbe avuto senso. Per mantenere in qualche modo il gioco, si è fatto proseguire a Pistola il riferimento biblico ai corvi.

 

(41)“… a legion of angels”: l’“angelo” era una moneta d’oro del valore di 10 scellini, chiamata così perché recava nel verso l’immagine dell’arcangelo Michele che uccide il drago. Il traslato di Falstaff raffigura la borsa di Ford come il volo di una legione di angeli.

 

(42)The humour rises… Humour me the angels!”: L’orgia di “humours” nel parlare di Nym è inesauribile.

 

(43) “… a region of Guiana”: la Guiana, la vasta regione settentrionale del Sud-America era, al tempo di Shakespeare, meta di colonizzatori e avventurieri perché ritenuta terra di immensi tesori: la stessa che gli Spagnoli chiamarono “El Dorado”.

 

(44) Pandaro, lo zio di Cressida, che favorì gli amori di costei col principe troiano Troilo, figlio del re Priamo, e divenne per questo leggendario simbolo di ruffianeria. Il personaggio avrà una parte cospicua nella commedia “Troilo e Cressida” dello stesso Shakespeare.

 

(45)Tester I’ll have in pouch when thou shall lack”: “tester” era il nome corrente dello scellino coniato da Enrico VII, detto “testone” perché recava sul recto la testa del re.

 

(46) “… when thou shall lack”, letteralm.: “… quando tu ne difetterai”.

 

([47])I will discuss the humour of this love to Page”: “discuss” sta qui per “declare” (cfr. in “Enrico V”, IV, 4, 5: “What is thy name? Discuss!”)

 

(48)Here will be an old abusing of God’s patience ande the King’s English”: “the King’s English” era detto l’inglese parlato e scritto correttamente: il dottor Cajus è francese, e parla un cattivo inglese, specie quando è adirato.

 

(49) Quickly, come spesso succede in Shakespeare, si rivolge al pubblico.

 

(50) Era credenza popolare che Caino avesse i capelli color rosso-fulvo: così il personaggio appariva nelle rappresentazioni popolari dei “Mistery Plays”.

(51) Il dottor Cajus mischia il francese all’inglese, sicché le sue battute - a somiglianza di quelle del parroco don Evans, che invece è gallese - sono infarcite di errori di pronuncia, cui corrisponde una grafia che la traduzione è costretta ad ignorare per la gran parte. Il “boitier” non è in realtà una scatola, è uno scrigno a più scomparti.

 

(52) “Fé, fé, fé, fè, in fede mia, fa un gran caldo! Vado alla Corte… Il grosso affare!”

 

(53) Che cosa contenga questo astuccio, non è detto: è verosimilmente soltanto un espediente teatrale per dare al pubblico la “suspense” su quello che farà questo irascibile dottor Cajus: entrerà-non entrerà nel suo gabinetto.

 

(54) “Mettilo nel mio taschino”. Alcuni testi hanno qui: “Mettez-le à mon pocket”, altri addirittura “ à mon tasca”.

(55)Depéche, quickly!” nel testo. “Quickly” è “presto”, “rapidamente”, ma è anche il nome della donna.

 

(56)You are John Rugby, and you are Jack Rugby”: “Jack”, epiteto volgareggiante, è una specie di soprannome spregiativo (es. “Jack priest”, “pretonzolo”; “Jack sprat”, “nanerottolo”) che applicato all’uomo può essere “omuncolo”. S’è tradotto con “Zanni” che è il nome spregiativo del servo idiota della commedia dell’arte.

(57) “Che cosa ho dimenticato?”

 

(58)Simples”, “semplici” in italiano: così erano chiamati nel medioevo i farmaci fatti dagli speziali con erbe medicinali (cfr. anche in “Re Lear”, IV, 4, 14: “… simples operative, whose power will close the eyes of anguish”; e in “Amleto”, IV, 7, 144:”… collected from all simples that have virtue under the moon”).

 

(59) “Oh, diavolo, diavolo, diavolo!”

 

(60) Quickly spropositta per vezzo, spesso dice parole di senso contrario a quello che vuol dire. Qui vuol dire: “Non siate così irruento, irascibile”, e dice invece: “Non siate così flemmatico”.

 

(61) “Procuratemi”.

 

(62) Quickly vuol dire il contrario: “infuriato”.

 

([63])I will cut his all two stones… he shall not have a stone to throw at his dog”: il testo inglese gioca sul doppio senso di “stones” che vale “pietre” e “testicoli”. Cajus dice letteralmente: “Gli taglierò tutti e due i testicoli: non gli resterà una pietra da gettare al suo cane”. La traduzione non può conservare il bisticcio.

(64)I have appointed mine Host of the Jarter…”: il participio passato “I have appointed” è da intendere: “Ho già pensato di nominare…”, e non già “Ho nominato”, perché Cajus non può aver visto l’oste prima di stilare il biglietto di sfida a don Ugo.

(65)What the good-year!”: s’è inteso così questo rafforzativo colloquiale, senza preciso significato.

 

(66)But I detest”: Quickly vuol dire “I attest”, “posso dichiarare”.

 

([67]) “… she is given too much to allicholy”: “allicholy” è parola inventata; Quickly vuol dire “melancholy”.

 

(68) “… and musing”: “to muse” ha due significati: “riflettere”, “essere assorti”, (“to reflect”), e “borbottare”, “mugugnare” (“to grumble”); qui è usato nel primo senso; più sotto (V, 2, 225) quando Meg dice a Fenton “I will muse no further”, nel secondo.

(69) Quickly, dicendo “Anna non l’ama”, non si contraddice da quanto ha detto prima a Fenton; né la frase è riferita, come intendono molti, ad alcun altro dei suoi pretendenti, Stanghetta o Cajus. È nel carattere del personaggio la goffa indecisione delle scelte e delle simpatie, come apparirà chiaro nel monologo alla fine della scena quarta del III atto. In questa commedia, Quickly impersona la ruffiana astuta e benevola della novellistica italiana d’ispirazione boccaccesca, come s’è meglio annotato nella nota introduttiva; e, malgrado il nome, il personaggio è del tutto diverso dalla Quickly, locandiera a Eastcheap dell’“Enrico IV - Seconda parte”. Tra l’altro, qui ella conosce Falstaff per la prima volta.

 

(70) “… for his precisian”: “precisian” era l’epiteto che si dava ai puritani, rigorosi osservanti delle regola della forma, e di “puritano” era divenuto sinonimo nel sec. XVI.

 

(71) “… the tune of “Greensleeves”: probabilmente il titolo di una canzonetta licenziosa dell’epoca, che doveva essere ben conosciuta dal pubblico.

 

(72) Il testo inglese è piuttosto ermetico: “… in this mistery of ill opinions”, “… in questo mistero di cattive opinioni (su di noi)”.