Ma quella definizione di Maupassant data da Friedrich Nietzsche in Ecce Homo («Maupassant: un vero Romano») sembrava a Savinio adattissima a figurare come epigrafe in testa alla biografia da lui scritta «in quanto non si capisce cosa voglia dire». In realtà non è difficile comprendere il paragone: Maupassant come i Romani dei primi secoli d.C. «non praticava la virtù della castità», secondo la spiritosa definizione di Giovenale ( Satire, VI, 9). Ma a Savinio serviva far finta di non aver capito in quanto nel suo graziosissimo (e spesso utile e illuminante saggio para-biografico) doveva dimostrare che «Maupassant passa per essere stato un sensuale, ma egli invero non ebbe questo onore perché la natura lo pose un gradino più giù: sul gradino dei carnali»12. Affermazione peraltro contraddetta da tutti gli altri biografi (Maynial, Borel, Dumesnil, Schmidt, Lanoux, Bancquart ecc.) e soprattutto dai ricordi di amanti, di camerieri, di amici (G. d’Estoc, Lecomte de Nouy, Amie, Bertaut, il fedele Tassart ecc.): Georges, il Bel-Ami, è certamente, per questo verso, un personaggio sin troppo vicino allo scrittore, un autoritratto, dove l’ossessione della sensualità soltanto a tratti è velata da una sorta di tenerezza o idealizzata dalla fantasia o dalla memoria. È una sensualità sempre commista al dolore, alla consapevolezza di qualcosa che rende precaria e ingannevole tale gioia13.

Il ritrovamento delle lettere d’una relazione platonica con la Bashkirtsef14 valga a mostrare di quale delicatezza di sentimenti Maupassant fosse capace pur nella stretta d’una violenta passione.

Ma a questa naturale e tenera sensualità s’accompagnava sempre quella crudeltà altrettanto naturale e alla lunga destinata a prevalere: e così le donne della sua vita diventavano «meraviglie di carne rotondeggiante in cui ha sede ogni infamia» e il matrimonio era «un’unione di malumori durante la giornata e di puzzi durante la notte». Nel trasferimento sempre più urgente di questi due sentimenti così strettamente commisti dal registro del quotidiano alle libertà del fantastico è nato l’orrore di molti racconti. Converrà citare, in aggiunta a quelli qui raccolti, La 12 Alberto Savinio, Maupassant e l’Altro, p. 39.

13 Probabilmente sin dal 1872 (novembre, lite col padre) e certamente già nel 1876 (marzo, cura presso il Dr. Potin) lo scrittore è informato d’essere affetto da lue ereditaria.

14 In A la feuille de rose, maison turque, ed. privata. Paris 1945.

Chevelure, Promenade, L’Auberge, La Nuit, Sur l’eau, Qui sait? , Apparition e altri ancora.

Un saggio di Micheline Besnard-Coursodon15 ha rintracciato la struttura dominante di quasi tutti i racconti permeati di orrore e di angoscia: la trappola, appunto, in cui l’uomo è prigioniero senza possibilità d’uscita se non nella follia e nella morte. E prima? Prima c’erano ancora altre trappole mortali: la speranza, la logica… I racconti dell’orrore di Maupassant, quelli ancorati alla realtà e quelli allucinati, sono tutti dei trattati di disperazione ragionata, di incomprensibili terrori.

L’orrore è per lui la paura della paura.

15 M. Besnard-Coursodon, Etude thématique et strutturale de l’œuvre de M.: le piège, Nizet, Paris 1973.

Nota biobibliografica

La vita

Henri-René-Albert-Guy Miromesnil de Maupassant nasce a Tourville-sur-Arques16

il 5 agosto 1850, da Gustave de M. e Laure Le Poittevin. La leggenda, abbastanza diffusa, che vorrebbe fosse figlio illegittimo di Flaubert è stata poi dimostrata come del tutto infondata; la verità è che la madre di M., donna di alta cultura e di fine sensibilità, era stata legata da buona amicizia, sin dall’infanzia, all’autore di Madame Bovary, il quale si interessò presto e con amore ai tentativi artistici del giovane amico.

Dopo una giovinezza felice svoltasi quasi interamente in quella campagna normanna, che sarà poi tanto spesso l’ambiente delle novelle, e un regolare corso di studi al collegio di Yvetot e al liceo di Rouen – la disfatta del ’70 sorprende Maupassant in pieno sviluppo intellettuale, proprio alla vigilia di frequentare a Parigi, la Facoltà di diritto a cui si è iscritto nel novembre 1869, dopo aver brillantemente superato la maturità a Caen.

Mobilitato durante la guerra franco-prussiana, Maupassant rivela insospettate attitudini alla carriera militare. Patriota, spera sin dopo la disfatta di Sedan in una riscossa dell’esercito francese.

Congedato nel 1871, si trasferisce a Parigi e inoltra domanda per essere assunto nel Ministero della Marina e delle Colonie.