Le ferite sono di due specie: fori dritti, piuttosto profondi, e incisioni da arma da taglio. In uno o due casi le ossa sono spezzate di netto. Gli esemplari interessati non sono molti.
Chiederò al campo torce elettriche ed estenderò le ricerche al sottosuolo, ordinando l’abbattimento delle stalattiti.”
“Ancora più tardi. Trovato singolare frammento di steatite del diametro di circa un metro e ottanta e uno spessore di quattro centimetri; è diverso da qualsiasi formazione locale finora scoperta. Il colore è verdastro, ma mancano dati per datarlo con precisione. È stranamente liscio e regolare; la forma ricorda una stella a cinque punte con i vertici spezzati, gli angoli e il centro della superficie mostrano altre intaccature. Una piccola incavatura liscia si trova al centro della stella. L’oggetto suscita curiosità per la sua provenienza e il lavorio prodotto dalle intemperie: probabilmente è un prodotto bizzarro ma casuale dell’erosione dell’acqua. Carroll, servendosi di una lente d’ingrandimento, sostiene di aver individuato altri segni di rilevanza geologica: gruppi di puntini in formazioni regolari. Mentre noi lavoriamo i cani cominciano a diventare inquieti, e sembra che nutrano una decisa avversione per il frammento di steatite. Verificherò se ha un odore particolare. Trasmetterò nuovo rapporto quando Mills sarà qui con le torce e cominceremo a esplorare il sottosuolo.”
“10, 15 p.m.: importante scoperta. Orrendorf e Watkins, che sono scesi nel sottosuolo con le torce alle 9,45, hanno rinvenuto un fossile mostruoso, a forma di barile e del tutto sconosciuto; probabilmente si tratta di una forma di vita vegetale o di un esemplare supersviluppato di organismo marino sconosciuto. I tessuti sono stati conservati, evidentemente, da sali minerali. È duro come il cuoio, ma a tratti conserva una stupefacente elasticità. Alle estremità e intorno ai lati sono evidenti i segni di parti mancanti. Misura più di un metro e ottanta da un’estremità all’altra e circa un metro di diametro al centro, ma si restringe a ciascuna estremità fino a circa trentacinque centimetri. L’impressione generale è quella di un barile con cinque escrescenze sporgenti al posto delle doghe. Appendici laterali, come sottili peduncoli, si trovano nella zona centrale tra le suddette escrescenze. Nei solchi situati fra una sporgenza e l’altra notiamo curiose formazioni, creste o ali che si possono spiegare e ripiegare come ventagli.
Dette formazioni sono gravemente danneggiate con l’eccezione di una, che raggiunge un’apertura alare di circa due metri. La struttura complessiva ricorda le creature mostruose di certi antichi cicli mitici, e in particolare gli Esseri antichi di cui parla il Necronomicon. Le ali sembrano membranose e sorrette da un’intelaiatura di aste ghiandolari. All’estremità delle ali sembra di notare minuti orifizi nelle aste. Le estremità del corpo sono contratte e impediscono di fare ipotesi sulla struttura corporea e sulle parti eventualmente mancanti. Sezioneremo l’oggetto non appena lo avremo al campo. Non riusciamo a decidere se sia un organismo animale o vegetale; alcuni tratti parlano di un’organizzazione estremamente primitiva. Ho ordinato che tutti gli uomini collaborassero all’abbattimento delle stalattiti e stiamo cercando altri esemplari. Trovate nuove ossa con strani segni, ma aspetteranno. Abbiamo sempre problemi con i cani: non sopportano la vista del nuovo esemplare e se non lo tenessimo a debita distanza lo farebbero a pezzi.”
“11,30 p.m. Attenzione Dyer, Pabodie, Douglas. Scoperte della massima importanza, direi eccezionali.
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