La presenza di ali è piuttosto ambigua in animali di probabile origine marina, ma può darsi che venissero impiegate nella navigazione. La simmetria dei corpi è curiosamente affine a quella dei vegetali, e ricorda la struttura rovesciata di questi ultimi piuttosto che il sistema testa-coda presente negli animali. L’evoluzione degli esemplari risale a epoche lontanissime, certo prima del più semplice protozoo: ciò rende problematica la loro origine.

“Nell’insieme, gli esemplari mostrano una rassomiglianza così portentosa con certe creature dei miti primigeni da far sorgere un’inevitabile domanda sulla loro diffusione al di fuori dell’Antartide. Dyer e Pabodie hanno letto il Necronomicon e hanno visto i dipinti d’incubo realizzati da Clark Ashton Smith dopo essersi familiarizzato con quell’opera: dunque, capiranno i miei accenni agli Esseri Antichi che avrebbero creato la vita sulla terra per scherzo o per errore. Gli studiosi hanno sempre ritenuto che l’aspetto degli Antichi non fosse altro che una morbosa, fantastica rielaborazione di certi antichissimi radiati tropicali, ma non è possibile ignorare gli squarci di folklore primitivo cui accenna Wilmarth, le varie appendici del culto di Cthulhu ecc.

“Si apre un vasto campo di studi. A giudicare dal miscuglio di esemplari, i depositi risalgono probabilmente al tardo Cretaceo o al primo Eocene.

Li abbiamo trovati sotto massicce stalagmiti e c’è voluto molto lavoro per portarli alla luce, ma la loro durezza ha impedito che i corpi subissero gravi danni. Lo stato di conservazione è miracoloso, probabilmente per l’azione del calcare. Finora non abbiamo trovato altro, ma riprenderemo le ricerche più tardi. Il lavoro più importante, adesso, è trasportare al campo i quattordici grossi esemplari senza l’aiuto dei cani, che abbaiano furiosamente in loro presenza. Con nove uomini (tre resteranno a guardia dei cani) dovremmo riuscire a trascinare le slitte abbastanza bene, anche se il vento è forte. Dobbiamo stabilire un ponte aereo con lo stretto di McMurdo e cominciare a inviare il materiale. Comunque, sezionerò una di queste creature prima di andare a dormire. Vorrei avere un laboratorio attrezzato.

Dyer dovrà prendersi a calci per aver tentato di ostacolare il mio viaggio a ovest. Abbiamo scoperto le montagne più alte del mondo, poi queste creature. Se non è il momento più importante della spedizione, non so proprio come definirlo. Siamo uomini di scienza, no? Congratulazioni, Pabodie, per la scavatrice che ci ha rivelato la caverna. Adesso, voi dell’ Arkham, volete ripetere la descrizione?”

Le sensazioni che Pabodie e io provammo all’arrivo di questi rapporti sono indescrivibili, e i nostri compagni non furono da meno. McTighe, che aveva trascritto in fretta alcuni punti salienti non appena usciti dalla ricevente, completò la traduzione degli appunti stenografici appena l’operatore di Lake si fu interrotto. Tutti ci rendemmo conto che si trattava di una scoperta destinata a far epoca, e non appena l’operatore dell’ Arkham ebbe ripetuto le parti descrittive, come Lake aveva richiesto, gli inviai le mie congratulazioni. Il mio esempio fu seguito da Sherman alla base rifornimenti sullo stretto di McMurdo e dal comandante Douglas dell’ Arkham. In seguito, come capo della spedizione, aggiunsi qualche commento che l’ Arkham avrebbe trasmesso al mondo esterno. In una circostanza del genere era assurdo pensare al riposo, e il mio unico desiderio era arrivare al campo di Lake più in fretta possibile. Fu un grave disappunto la notizia, trasmessa dal biologo, che un forte vento di montagna rendeva impossibile qualsiasi trasvolata.

Nel giro di un’ora e mezza, per fortuna, nuovi motivi d’interesse controbilanciarono la delusione. Lake aveva ripreso a inviare messaggi e ci informò che i quattordici esemplari erano stati trasportati al campo con successo. Trainare le slitte era stata una fatica non indifferente, perché i corpi erano incredibilmente pesanti, ma nove uomini erano riusciti nell’impresa.

Quindi una parte del gruppo si era dedicata alla costruzione di un recinto di neve a distanza di sicurezza dal campo: era destinato a contenere i cani, che avrebbero potuto nutrirsi là. Gli esemplari erano stati adagiati sulla neve dura vicino al campo, tranne uno su cui Lake aveva avviato un primo tentativo di dissezione.

Il lavoro si rivelò più duro di quanto si fosse aspettato: nonostante il calore prodotto da una stufa a benzina nella tenda appena attrezzata a laboratorio, i tessuti ingannevolmente flessibili dell’esemplare prescelto - una creatura possente e intatta - non perdevano niente della loro durezza, superiore a quella del cuoio. Lake si chiese come effettuare le necessarie incisioni senza ricorrere a metodi troppo drastici, che avrebbero potuto distruggere le rarità interne di cui era alla ricerca. Aveva, questo è vero, sette esemplari ancora più perfetti, ma erano sempre troppo pochi per non adoperare la massima cautela; le cose sarebbero cambiate solo se la caverna avesse rivelato una quantità illimitata di creature. Lake abbandonò l’esemplare su cui stava lavorando e ne scelse uno che, pur avendo a entrambe le estremità i resti dell’organo a forma di stella, era quasi schiacciato e in parte spaccato lungo una delle grandi scanalature del torso.

I risultati, trasmessi tempestivamente per radio, furono stimolanti e sbalorditivi. Gli strumenti a nostra disposizione non riuscivano a incidere i tessuti anomali dell’esemplare e non fu possibile usare la delicatezza o l’accuratezza che ci proponevamo, ma il poco che si riuscì a ottenere ci lasciò stupiti e in preda a una sorta di timore.