- Qui non ti voglio! - disse Filippa scostando la sedia. - Va altrove a fare i tuoi scandali.

Allora egli andò verso il camino, dicendo con prepotenza:

- Fatemi luogo, ho freddo.

Ma neppur lì lo volevano, e solo dopo aver minacciato Badòra di mandarla a gambe in aria, si fece largo, rimuginando tutto il fuoco e mettendo lo scompiglio nel piccolo gregge, sin allora discretamente tranquillo.

- Cosa c’è qui, mamma mia! - gridò ad un tratto, facendo una strana scoperta.

Grazietta arrostiva grosse ghiande fra la cenere calda, e le mangiava ghiottamente, quasi fossero castagne. Martino si rosicchiava le unghie, e Peppino sonnecchiava, fortemente appoggiato al fianco di Badòra, la quale pungeva con un lungo spillo una quantità di olive di cui teneva colmo il grembo, per metterle poi a raddolcire nell’acqua. Chichita contava appunto le grosse olive verdi e violette, a mano a mano che la serva, dopo averle forate, le lasciava cadere in un cestino d’asfodelo. Così la compagnia stava passibilmente tranquilla, ma Diego mise subito tutto in iscompiglio.

- Sta zitto, non dirlo alla nonna, sta zitto, Dieghino… - supplicò Grazietta a voce sommessa, guardandolo così dolcemente attraverso i capelli che come sempre le velavano i grigi occhioni, che egli s’intenerì e tacque.

Ma donna Martina aveva udito.

- Cosa c’è, Diego? - Domandò interrompendo il discorso che teneva con Giovanni.

Nessuna risposta.

- Dico cosa c’è, Diego?

- Non c’è nulla. Era Badòra che s’abbruciava la sottana.

In ricompensa Grazietta gli fé parte d’una ghianda arrostita; ma per sfortuna era amara come l’assenzio, ed egli fece mille smorfie e la sputò sul fuoco borbottando:

- Cos’è questa porcheria? Graziettina, nipotina mia, sta attenta, tu ne fai una ogni momento… finché mi romperai la pazienza. Ma cosa è questo affare? Diventi una porcellina? Oh, diciamolo alla mamma, al babbo…

- Sta zitto, Dieghino, sta zitto - ella supplicò di nuovo, sgretolando le ghiande coi dentini guasti ch’era un piacere sentirla.

7

- Benissimo, sarò generoso, ma sputa subito di bocca quella porcheria, veramente porcheria perché la mangiano i porci non i cristiani, altrimenti ti dò un solenne manrovescio.

- Nostra Signora del miracolo, ora sei venuto qui a far il gradasso! - sospirò la serva. - Sei proprio insopportabile…

Diego l’avea con Badòra, perché pretendeva gli desse del “lei”, cosa a cui la serva, che dava del tu a tutti, non poteva abituarsi. Le si volse tra l’inviperito e il beffardo:

- Zitta tu, “naso di patata”, o ti attacco davvero il fuoco ai calcagni. O con chi credi tu di trattare, mal venuta nel mondo? Con Sadurru ti credi? Egli ti dà i coltellini, ma io posso darti una pedata che ti mandi via fuor di casa mia. E

sia inteso.

- Se la Vossignoria sta quieta, - disse scherzosa e ironica la serva, pigliandosi in buona pace gli insulti, - racconterò una storia. E tu, Chichita, lascia in pace le olive. Sentite dunque.

Come per incanto tutti i ragazzi, compreso Diego, s’acquetarono, intenti, stringendo le seggioline verso il centro del camino.

- C’era una volta, - cominciò Badòra, sempre pungendo le olive e lasciandole cader nel cestino, - un frate che andò da una donna.

- Maritata? - chiese Peppino.

- Sì.