«No, non lo vendo neanche se me ne dai mille».
«Duecento scudi? Fai?».
«Dammene trecento e te lo do per piacere». Combinarono. Il contadino sborsò i trecento scudi e, preso il libro, lo avvolse nel fazzoletto e se ne andò.
Arrivato a casa sua cominciò a comandarlo; ma già, era come dire al muro.
«Libro mio, comando un piatto di maccheroni».
Nulla. Visto ne avete voi? Vista ne ha lui. E restò con tanto di naso.
- E la donna? E il marito e il frate?
8
- E la donna e il marito, allegrissimi, se n’andarono a letto e misero i trecento scudi sotto il guanciale. Il frate, a notte alta, uscì dal forno e tornò al convento.
- E poi?
- Poi nulla. È finito.
- Mamma, - gridò Diego all’improvviso, - mamma mia, Badòra racconta delle porcherie a questi piccini!
Accadde allora un altro subbuglio: donna Martina si levò su, ritta, severissima, e venne a spiegazioni con Badòra che, rossa e stizzita come un galletto, ripeté la storiella, lamentandosi poi delle persecuzioni di Diego.
- Sia comunque, - disse il signor Giovanni intromettendosi, - non son storielle da raccontarsi ai bimbi, queste…
Donna Martina prese Diego per il braccio e lo lanciò lontano, dicendogli di andarsene a studiare.
Egli rispose che lo faceva volentieri; ma prima spifferò come Grazietta mangiasse le ghiande, e aggiunse che Badòra la consigliava d’imbrattarle di cenere, ché così eran più saporite.
- Non è vero, non è vero, nonna mia, - disse la piccina, - erano soltanto arrostite…
Basta, come Dio volle, la calma tornò nel piccolo gregge. Ma, rasentando la tavola per andarsene, Diego udì tre parole che Nino Faira susurrava a Maria, e uscì cantarellando:
- Duas rosas bi tenzo in s’ortigheddu…
E invece di ritirarsi nella sua camera, rimase sulla scala, pronto sulla balaustrata, aspettando.
Dopo averla rappacificata con Diego, Nino avea pregato Maria di giocar assieme una partita. Ed era una partita arrischiata quella ch’egli voleva finalmente giocare: avrebbe o tutto vinto o tutto perduto.
- Aspetta un momentino - disse Maria. Andò a riscaldarsi le mani al braciere, al quale erasi stretta anche Filippa, e poi tornò verso la tavola, ma senza troppo entusiasmo.
Donna Martina e le figlie e il genero parlavano a voce sommessa.
Giovanni raccontava un segreto di stato, o meglio un segreto di comune, di certe terre in quel giorno ipotecate per misteriosi debiti municipali.
- Vedrete che scandalo ne verrà fuori, vedrete. E ne piangerà lui, Pietro Ferro, vedrete…
- E perché lui? Tutti i consiglieri scaduti devono risponderne… - esclamò Filippa con gli occhi accesi. Pietro Ferro, sebbene zoppo, la interessava assai perché possedeva di quelle famose tanche col rio in mezzo.
- Sta quieta, tu - disse Margherita, tirandole la veste per significarle di parlar piano e accennandole Badòra con gli occhi.
- Cosa ne sappiamo noi? - disse Giovanni in tono misterioso, appunto perché ne sapeva qualche cosa.
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