- Defeca nelle mie mani, cacami nelle mani! - esclamò.
La ragazza sorrise.
Mony si mise alle sue spalle, mentre quella abbassava un poco il sedere e cominciava a fare qualche sforzo. Aveva mutandine di batista trasparenti, che lasciavano scorgere al disotto le belle cosce nervose. Lunghe calze nere le salivano sopra al ginocchio modellando due polpacci meravigliosi dal profilo incomparabile, né troppo grossi né troppo magri.
Il suo sedere, in questa posizione, risultava ammirevolmente in-quadrato dal taglio delle mutande. Mony osservò avidamente le natiche brune e rosa, vellutate, animate da un sangue generoso. In-travvedeva l’estremità appena prominente della spina dorsale, e sotto, dove cominciava la fessura culina: dapprima larga, poi più stretta e profonda via via che aumentava lo spessore delle natiche, fino ad arrivare al bel buco bruno e tondo e con tante pie-goline interne. Gli sforzi della ragazza ebbero come primo effetto quello di dilatare il buco, e di farne vedere un po’ di pelle liscia e rosea dell’interno, come un labbro rigirato verso l’e-sterno.
- E dagli! - gridava Mony.
Apparve infine una punta di merda, aguzza e insignificante, che mostrò il capo per ritrarsi subito nella sua caverna. Riapparve, però, seguita lentamente e maestosamente dal resto del salame, che costituiva uno dei più bei prodotti intestinali mai visti.
La merda usciva untuosa, ininterrotta e solida, come una gomena di nave, e penducchiava graziosamente tra le belle chiappe che s’allargavano sempre più.
Poi dondolò con più animazione e il sedere si dilatò ancora di più, si scosse un po’, e la cosa ne cadde, calda e fumante, nelle mani di Mony tese a riceverla.
A quel punto esclamò: “Rimani come sei!” e, chinandosi, le leccò per bene il buco d’uscita, mentre intanto arrotolava lo sterco tra le mani. Poi lo schiacciò voluttuosamente e se ne cosparse tutto il corpo.
Culculina si spogliò per fare come Alessina, che si era denudata per mostrare a Mony il bel culo dalla pelle trasparente di bionda. “Cacami addosso!”, esclamò Mony rivolto a Alessina, sdraian-dosi per terra, in modo da poter cosi’ godere dello spettacolo of-ferto dal sedere di quella. I primi sforzi ebbero per tutto risultato di far uscire un po’ dello sperma che Mony vi aveva lasciato; poi venne il resto, sterco giallo e molle che cadde in più riprese e, poiché la ragazza rideva e si muoveva, fini’ su una parte e l’altra del corpo di Mony, che ne ebbe il ventre ornato di strisce odorifere.
Alessina aveva però contemporaneamente orinato, e il getto caldo era caduto sul membro di Mony, risvegliando i suoi spiriti animali. L’asta cominciò a sollevarsi a poco a poco gonfiandosi sino al momento in cui, raggiunta la sua grossezza normale, il glande CAPITOLO TERZO
(parte 4)
si tese, rosso come una grossa prugna, sotto gli occhi della ragazza che, accostandosene, si chinò sempre di più, fino a far penetrare il membro in erezione tra le sponde pelose del suo sesso ampiamente aperto. Il culo di Alessina, abbassandosi, sfoggiava ancor meglio la sua appetitosa rotondità. Le curve piccanti si precisavano, accusate ancor meglio dall’allargamento delle natiche. Quando il culo fu sceso per bene, e l’asta completamente inghiottita, si rialzò e dette inizio a un grazioso movimento di va-e-vieni che modificava il suo volume in proporzioni notevoli, dando vita a uno spettacolo delizioso a vedersi.
Mony, tutto smerdato, godeva profondamente e senti’ presto re-stringersi la vagina della bella Alessina, che disse con voce rantolante: “Porco, vengo… godo…”
E scaricò il suo seme.
Culculina, che aveva assistito all’intera operazione e sembrava tutta in calore, la strappò via bruscamente da sopra il suo palo, e gettandosi su Mony senza minimamente preoccuparsi della merda, che sporcò anche lei, si infilò la banana nel sesso, con un gran sospiro di soddisfazione. E cominciò a dare terribili colpi di sedere dicendo: “Ah!”, ad ogni colpo di reni. Ma Alessina, irri-tata per esser stata spossessata del suo bene, apri’ un cassetto e ne estrasse uno staffile fatto di strisce di cuoio. E cominciò a picchiare sul culo di Culculina, i cui sobbalzi divennero ancora più appassionati. Alessina, eccitata dallo spettacolo, picchiava sodo e senza esitazioni.
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