All’improvviso però si voltò bruscamente e gli scoppiò a ridere in faccia:

- Ne avete ancora per molto? Adesso non ho tempo. Vado a trovare un’amica a rue Duphot, ma se siete disposto a far compagnia a due donne scatenate di lusso e d’amore, se insomma siete un uomo quanto a fortuna e a potenza copulatoria, allora seguitemi.

Mony scattò sull’attenti esclamando:

- Sono un principe romeno, hospodar ereditario.

- E io, disse la fanciulla, sono Culculina d’Ancona, ho dicianno-ve anni, e ho già svuotato le sacche di dieci uomini eccezionali dal punto di vista amoroso, e la borsa di quindici milionari.

Chiacchierando piacevolmente di diverse cose futili o conturban-ti, il principe e Culculina arrivarono in rue Duphot e salirono con l’ascensore fino al primo piano.

- Il principe Mony Vibescu… La mia amica Alessina Mangiatutto.

Culculina fece le presentazioni con molta serietà, in un boudoir decorato con stampe oscene giapponesi.

Le due amiche si baciarono, mettendo in funzione le loro lingue.

Erano ambedue di buona corporatura, però senza esagerazione.

Culculina era bruna, con occhi grigi scintillanti di malizia, e un neo pelosetto sulla guancia destra, in basso. Di colorito opaco, il sangue a fior di pelle, le guance e la fronte facilmente corrugantesi a prova delle sue preoccupazioni di soldi e d’amore.

Alessina era bionda, di quel colore che sfuma verso il cenere, come se ne vedono solo a Parigi. La carnagione chiara sembrava trasparente. La bella fanciulla sembrava, nell’affascinante de-shabillé rosa, delicata e sbarazzina come una marchesa birboncel-la del penultimo secolo.

La conoscenza si sviluppò facilmente, e Alessina, che aveva un amante romeno, andò a cercarne la foto nella camera da letto. Il principe e Culculina la seguirono, e si precipitarono all’unisono su di lei spogliandola tra matte risate. La vestaglia le scivolò in terra lasciandola in una camicia di batista che scopriva un corpo affascinante, grassottello, pieno di fossette nei punti ca-nonici.

Mony e Culculina la rovesciarono sul letto e scoprirono le belle tette rosa, grandi e sode, di cui Mony si mise a succhiare avidamente le punte. Culculina si abbassò, ed alzando la camicia scopri’ invece due cosce tonde e belle, che convergevano su un bo-schetto biondo-cenere come i capelli. Lanciando gridolini voluttuosi, Alessina tirò i piedini sul letto, facendo cadere a terra le pantofole con un rumore secco. Le gambe ben aperte, lasciava che l’amica le leccasse il didietro, aggrappandosi intanto al collo di Mony.

Il risultato non si fece attendere molto, le natiche si irrigidi-rono, il galoppo divenne più vivace, ed ella si infiammò moltissimo, ed esclamò:

- Vigliacchi, mi eccitate troppo, adesso dovete soddisfarmi!

CAPITOLO SECONDO

(parte 2)

- Ha promesso di farlo venti volte! - disse Culculina, poi si spogliò.

Il principe segui’ il suo esempio.

Poco dopo erano tutti e tre nudi e mentre Alessina giaceva in estasi sul letto, poterono ammirare a vicenda i propri corpi. Il gran culo di Culculina si dondolava deliziosamente sotto una vita finissima, e i ricchi testicoli di Mony si gonfiavano sotto un enorme affare di cui Culculina non tardò a impossessarsi.

- Comincia con lei, a me toccherà dopo.

Il principe accostò il bell’arnese alla apertura palpitante di Alessina, che al contatto esclamò:

- Tu mi uccidi!

Ma intanto quello era penetrato fino in fondo, ed era uscito e rientrato come uno stantuffo. Culculina balzò sul letto e accostò la sua passera di pelo nero alla bocca di Alessina, mentre Mony le leccava l’altra apertura.

Alessina s’agitava come un’indemoniata; infilò un dito nel didietro di Mony al quale la carezza provocò un’erezione ancora più violenta Mony congiunse le mani sotto le natiche di Alessina, ag-grappandovisi con forza incredibile e stringendo nella vagina in fiamme l’enorme membro che poteva appena muovervisi.

Ben presto l’agitazione dei tre personaggi raggiunse l’estremo e la loro respirazione si fece affannosa.