Alessina venne tre volte, poi toccò a Culculina, che si distaccò dal gruppo per scendere a mordicchiare le palle di Mony. Alessina si mise a gridare come una dannata, e si contorse tutta come un serpente, quando Mony le scaricò nel ventre i suoi succhi romeni. Culculina la strappò immediatamente da quella situazione, e la sua bocca prese il posto del membro per lappare lo sperma che colava dalla vagina a grandi fiotti. Nel frattempo Alessina aveva preso in bocca il membro di Mony, che ripuli’ a dovere provocando una nuova erezione.
Un minuto dopo, il principe si precipitò su Culculina, ma fermò il membro alla sua porta, solleticando il clitoride, mentre nella bocca stringeva un seno della giovane donna. Alessina li carezzava entrambi.
- Mettimelo - gridò Culculina - non ne posso più!
Ma il membro sembrava non volerne sapere.
La ragazza venne due volte e sembrava disperata, quando infine il membro la penetrò all’improvviso fino alla matrice; allora, folle di eccitazione e di voluttà, dette un morso all’orecchia di Mony, cosi’ forte che gliene rimase un pezzetto tra i denti. Lo inghiotti’, gridando con tutta la forza che le restava ed agitando prodi-giosamente il sedere. La ferita, da cui scaturiva sangue a fiotti, parve eccitare Mony, perché i suoi movimenti si accelerarono, e non lasciò andare la bella Culculina che dopo esser venuto tre volte, mentre quella godeva dieci orgasmi, Quando si staccarono, i due amanti si accorsero con stupore che Alessina era scomparsa, ma poi la videro tornare quasi subito con dei prodotti farmaceutici destinati a curare Mony e con una enorme frusta da cocchiere.
- L’ho comprata per cinquanta franchi,- esclamò la ragazza,- dal cocchiere del fiacre 3269, e ci servirà per ridestare le forze del romeno. Lascia che si curi la orecchia, Culculina mia, e intanto facciamo un sessantanove per eccitarci.
Mentre l’uomo arrestava il suo sangue, assistette al seguente stuzzzicante spettacolo.
Testa-piedi, Culculina e Alessina si leccavano piene d’ardore. Il gran culo di Alessina, bianco e ben modellato, si muoveva ritmicamente sulla faccia di Culculina; le lingue, lunghe come membri di bambini, ci davano sotto con decisione, saliva e sperma si mescolavano, i peli bagnati s’incollavano e sospiri da far piangere l’anima se non fossero stati di voluttà si levavano dal letto, che scricchiolava e gemeva sotto il piacevole peso delle belle fanciulle.
- Mettimelo dietro! - esclamò Alessina.
Ma Mony perdeva tanto di quel sangue da non aver più nessuna voglia d’eccitarsi.
CAPITOLO SECONDO
(parte 3)
Allora Alessina si alzò dal letto e, afferrata la frusta del fiacre 3269, un superbo strumento nuovo fiammante, si mise a mano-vrarlo sulle spalle e le natiche di Mony, che dimenticò subito l’orecchio sanguinante e si mise a urlare per il nuovo dolore. Ma Alessina, nuda e simile a una baccante in delirio, picchiava senza fermarsi.
- Tu picchia me! - gridò a Culculina, cui gli occhi fiammeggiava-no, e che venne a sculacciare con entusiasmo il gran culo agitato di Alessina, finendo per eccitarsi a sua volta, si’ da gridare a Mony:
- Sculacciami, sculacciami!
E quello, ormai abituatosi alla punizione, anche se sanguinava in più parti, si mise a picchiare a mano aperta sulle belle chiappe brune che s’aprivano e richiudevano ritmicamente. Quando il membro gli si eresse, il sangue non gli colava più solo dall’orecchio, ma da ogni ferita lasciata dalla frusta crudele.
Allora Alessina si voltò e presentò le belle chiappe infuocate all’enorme membro, che vi penetrò senza esitazione. mentre la po-verina gridava agitando il sedere e le tette. Le due donne ripresero a manovrarsi reciprocamente, mentre Mony, tutto insanguinato e bene insediato nel sedere di Alessina, si agitava con un vigore che faceva tremendamente godere la sua partner. I testicoli gli si muovevano come le campane di Notre-Dame e si scontravano con il naso di Culculina. Ci fu un momento in cui il sedere di Alessina si serrò con gran forza sulla base del glande di Mony, che non poté più muoversi. E fu cosi’ che egli eiaculò possentemente nell’avido ano di Alessina Mangiatutto.
Intanto, per strada, la folla si radunava attorno al fiacre 3269
e al suo cocchiere privo di frusta.
Un agente gli domandò che ne avesse fatto:
- L’ho venduto a una signora della rue Duphot.
- Andate a recuperarlo, o vi rifilo una bella contravvenzione.
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