«Vengo a guarire don Mariano, il principe malato», ella rispose umilmente. «Ho una medicina meravigliosa che fa guarire anche i moribondi.»
10 Antico nome di Oristano.
Allora il capitano arrogante la introdusse presso il Giudice, un vecchio re dalla barba lunga fino alle ginocchia, al quale Mariedda dové ripetere le sue parole. Il Giudice restò commosso dalla bellezza della piccola sconosciuta, e più per la sua promessa, ma le disse:
«Bada, fanciulla dagli occhi di stella, se tu c’inganni, noi ti troncheremo la testa».
«E se salvo il principe?»
«Ti daremo ciò che vorrai.»
Ciò detto introdusse egli stesso Mariedda presso il principe morente. Era tempo. Ancora pochi istanti e tutto era perduto.
Ma la nipote di don Juanne Perrez mise il rosario intorno al collo del principe e, inginocchiatasi sulla pelle di cervo stesa davanti al letto, pregò fervidamente.
Allora tutti gli astanti, bianchi in volto e pieni di meraviglia, videro un miracolo straordinario.
Don Mariano riapriva gli occhi, i begli occhi castani dalle lunghe ciglia. A poco a poco le sue guance diventarono rosee come il fior degli oleandri dei giardini reali; la sua fronte rifulse di vita; sorrise; si alzò dicendo:
«Padre mio, io rinasco. Chi mi ha salvato?».
Il Giudice piangeva di gioia, piangeva tanto che la sua barba gocciolava di lagrime come un al-bero bagnato dalla pioggia.
«Ecco!», rispose, sollevando Mariedda.
«Tu devi essere una fata», disse il principe, abbracciandola. «I tuoi occhi hanno una luce di luna.
Tu sarai la mia sposa.»
Infatti, poco tempo dopo, cioè appena giunsero dalla Francia e dalle Fiandre i vestiti di broccato che stavano ritti da sé, tanto oro e argento avevano, e i veli e i manti per Mariedda, essa diventò Giudicessa d’Arboréa.
Ed era tanto felice che cominciò a dimenticare la raccomandazione di Nostra Signora del Buon Consiglio, cioè di pregarla e ricordarla sempre, anche nella buona fortuna.
Dopo un anno Mariedda aveva interamente dimenticato la sua Celeste Protettrice: il rosario miracoloso stava appeso nella reale cappella, fra altre reliquie e la Giudicessa scendeva raramente nella cappella, passando invece il tempo tra feste, cacce, tornei, e fra i canti e i liuti, e le mandole dei trovadori, che non mancavano nella corte degli Arboréa.
Ora avvenne che gli Spagnoli invasero il regno di Arboréa, e don Mariano, lo sposo di Mariedda, dovette partire col suo esercito per difendere le sue terre e cacciare gl’invasori. Partì e lasciò Mariedda presso a diventare madre di un bel principino.
«Addio, bella amica», le disse baciandola in fronte, prima di montare sul suo gran cavallo bianco dalla gualdrappa rossa, «sta di buon animo, e fa che al mio ritorno trovi un nuovo principino bello e forte come…»
«Come te, bell’amico! », rispose donna Mariedda con orgoglio.
Durante la guerra, don Mariano stette lungo tempo lontano dalla sua capitale, dal vecchio padre, dalla sposa, e questa, qualche mese dopo la sua partenza, divenne madre di un bellissimo bambino.
Questo bambino era tutto color di rosa, e aveva i piedini e le manine che sembravano fiori.
Bisogna sappiate, però, che vi era chi aspettava ansiosamente il giorno della nascita del bellissimo bambino, per demolire tutta la felicità della Giudicessa donna Mariedda.
Era don Juanne Perrez. Sentite.
Dopo la separazione dalla nipote, egli aveva cominciato a odiarla ferocemente, giurando di vendicarsi. Ma per quante ricerche facesse nel Logudoro e nelle terre vicine, nessuno aveva mai veduto né sentito parlare della fanciulla dagli occhi di stella; e don Juanne già cominciava, con malvagia gioia, a creder che se l’avesse portata via il demonio; quando, recatosi ad Oristano per le feste in occasione delle nozze del principe, vide con meraviglia e dispetto, che la sposa era Mariedda!
Allora egli cosa fece? Tornò nel suo villaggio, vendé tutto quanto possedeva, e vendé persino la sua anima al diavolo, perché lo aiutasse nella vendetta; e si vestì da medico, con una lunga barba bianca, e una zimarra nera. Si vestì così perché in un vecchio libro aveva letto che talmente vestiva Claudio Galeno, un antico dottore.
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