O Signore e Padre nostro, aiutaci a ridurre a brandelli insanguinati i soldati nemici con i nostri proiettili; aiutaci a coprire i loro campi ridenti con le esanimi forme dei loro patrioti morti; aiutaci a disperdere il tuono delle armi nelle urla dei loro feriti straziati dal dolore; aiutaci a devastare le loro umili case con uragani di fuoco; aiutaci a straziare il cuore delle loro vedove indifese con un inutile dolore; aiutaci a lasciarli in mezzo a una strada, con i figli piccoli, a vagare senza aiuto per i deserti della loro terra desolata affamati, assetati e coperti di stracci, zimbelli dell’infuocato sole estivo e del gelido vento invernale, affranti nello spirito, spossati dal duro lavoro, mentre Ti implorano di trovare rifugio nella tomba, un rifugio che tu dovresti negare: per la salvezza di coloro che Ti adorano, o Dio, annienta le loro speranze e distruggi la loro vita, protrai il loro amaro pellegrinaggio il più possibile, appesantisci i loro passi, bagna di lacrime il loro percorso, 47

macchia la neve bianca con il sangue dei loro piedi feriti! Noi lo chiediamo, in nome dell’amore, in nome di Colui che è la Fonte dell’Amore, e che rappresenta il rifugio e l’amico leale di tutti coloro che sono afflitti e che chiedono il Suo aiuto con l’animo umile e contrito. Amen.»

Poi fece una pausa. « Voi avete fatto questa preghiera; se è ancora questo ciò che

desiderate, parlate! Il messaggero del Signore Celeste aspetta.»

In seguito, si pensò che quell’uomo fosse pazzo, poiché quanto aveva detto non aveva alcun senso.

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GIORNALISMO NEL TENNESSEE

Mi fu detto dal medico che un clima mite mi avrebbe fatto bene alla salute; e così me ne andai giù nel Tennessee e trovai un posto come condirettore alla «Gloria del mattino e grido di guerra della contea di Johnson». La prima volta che mi recai al lavoro, trovai il direttore responsabile allungato all’indietro su una sedia a tre gambe e con i piedi su un tavolo di pino.

Nella stanza c’era un altro tavolo di pino e un’altra sedia sgangherata, ed entrambe le cose erano mezze seppellite sotto mucchi di giornali, di ritagli e di manoscritti. C’era pure una cassetta di legno con la sabbia piena di cicche spente e bottiglie tristi, e una stufa con lo sportello penzolante dal cardine superiore. Il direttore responsabile indossava una redingote nera con le code lunghe e pantaloni di lino bianco. Portava piccoli stivali ben lucidati, una camicia pieghettata, un grosso anello con sigillo, un rigido colletto vecchio stile e un 49

fazzoletto da collo a scacchi con le punte penzoloni. Data del costume: 1848 circa.

Stava fumando un sigaro, e mentre cercava una parola si toccava i capelli arruffati. Era paurosamente accigliato e pensai stesse redigendo un editoriale particolarmente pungente. Mi disse di prendere i giornali inviatici in scambio, di darci un’occhiata e di scrivere lo Spirito della stampa del Tennessee condensando nell’articolo tutte le notizie che mi sembravano interessanti. Ecco quanto scrissi:

LO SPIRITO DELLA STAMPA DEL

TENNESSEE

I direttori del «Terremoto bisettimanale»

sono evidentemente vittime di un equivoco per quanto riguarda la ferrovia di Ballyhack.

Non rientra tra i programmi della compagnia tagliare fuori Buzzardville. Al contrario, la considerano una delle stazioni più importanti 50

della linea e di conseguenza non possono avere interesse a evitarla. I cari colleghi del

«Terremoto» saranno certamente lieti di pubblicare una rettifica.

L’eccellente John W. Blossom, l’abile

direttore del «Tuono e grido di battaglia della libertà di Higginsville» è arrivato ieri in città.

Alloggia alla pensione Van Buren.

Osserviamo che il nostro collega

dell’«Urlo del mattino di Mud Springs» ha commesso un errore supponendo che

l’elezione di Van Werter non fosse un fatto compiuto, ma avrà senza dubbio scoperto il suo errore ben prima dell’arrivo di questa nota. È stato indubbiamente tratto in errore dai risultati elettorali incompleti.

É un piacere notare che la città di

Blathersville è in trattative con dei signori di New York per pavimentare con rivestimenti Nicholson le sue strade ormai quasi

impraticabili. L’«Hurrah quotidiano» sostiene lodevolmente l’iniziativa e appare fiducioso del successo finale.

Passai il manoscritto al direttore responsabile 51

perché lo approvasse, lo modificasse o lo distruggesse. Gli diede un’occhiata e

immediatamente si rabbuiò. Lo sguardo passò sulle pagine e il suo contegno si fece portentoso. Era chiaro che qualcosa non andava bene. Poi saltò su e disse: «Tuoni e fulmini!

Credi forse che io abbia intenzione di parlare di quelle vacche da latte in questo modo? Credi che i miei abbonati siano disposti a sorbirsi una pappetta del genere? Dammi la penna!».

Non ho mai visto una penna grattare e aprirsi la strada in modo così insinuante, arare tra i verbi e gli aggettivi altrui con tanto accanimento.