Ma mentre passavo qui davanti, ho pensato di entrare un attimo per essere assolutamente certo della faccenda; e adesso che è sicura le posso dire che è una fortuna per 69
quel tizio sull’albero. Lo avrei certamente ucciso al mio ritorno. Addio, signore, addio; mi ha tolto un gran peso dal cuore. La mia ragione ha resistito allo sforzo di leggere uno dei suoi articoli per gli agricoltori, e so che ora più nulla potrà minacciarla. Addio, signore».
Provai un po’ di disagio per i feriti e gli incendi con cui questa persona si era divertita, perché non potei fare a meno di sentirmi in qualche modo collegato a essi. Ma questi pensieri vennero presto banditi perché entrò il direttore regolare! (Pensai tra me e me: «Se tu fossi andato in Egitto come ti avevo
raccomandato, forse avrei avuto la possibilità di fare un po’ di pratica; non hai voluto farlo, ed eccoti qua. Quasi quasi ti aspettavo»).
Il direttore aveva un’aria triste, sconcertata e smarrita. Dopo aver considerato il disastro prodotto da quel vecchio attaccabrighe e da quei due giovani contadini, disse: «È una faccenda triste, una faccenda tristissima. La bottiglia della colla rotta, sei finestre in frantumi, la sputacchiera e due candelieri 70
fracassati. Ma non è quello il peggio. La reputazione del giornale è rovinata per sempre, temo. É vero che non c’è mai stata prima tanta richiesta per il giornale, che non ha mai venduto tanto e non ha mai raggiunto una tale celebrità, ma c’è da rallegrarsi a diventare famosi per la propria pazzia, a prosperare grazie all’infermità di mente? Amico mio, come è vero che sono un uomo onesto, la strada fuori è piena di gente e altri sono abbarbicati sulla palizzata in attesa di vederla perché pensano che lei sia matto. E ne hanno tutte le ragioni dopo aver letto i suoi editoriali. Lei è una disgrazia per il giornalismo. Ebbene, che cosa mai le è saltato in testa per pensare di poter dirigere un giornale di questo tipo? Lei non possiede i minimi rudimenti
dell’agricoltura. Parla di un solco e di un aratro come se fossero la stessa cosa; parla della stagione in cui le vacche cambiano le piume; dà consigli su come addomesticare le puzzole dato che sono giocherellone e utili per acchiappare i topi! La sua osservazione che la musica ha il 71
potere di tranquillizzare le vongole era inutile, completamente inutile. Niente agita le vongole.
Le vongole stanno sempre calme. Alle vongole non importa assolutamente nulla della musica.
Ah, Dio del cielo, amico mio! Se avesse fatto della conquista dell’ignoranza lo scopo della sua vita, non avrebbe potuto laurearsi con maggior gloria di quella conseguita qui, oggi.
Non ho mai visto una cosa simile. Le sue osservazioni per cui l’ippocastano sta diventando un articolo molto richiesto sono calcolate per distruggere il giornale. Voglio che lei molli tutto e se ne vada. Non ho più bisogno di vacanze, non riuscirei a godermele. Certo, non con lei al mio posto. Vivrei nel terrore di quello che potrebbe consigliare la prossima volta. Mi fa ancora perdere la pazienza ripensare al suo articolo sull’allevamento delle ostriche dal titolo L’arte del giardinaggio.
Voglio che lei se ne vada.
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