La forma abituale era questa:

«Che ne dite di quella vecchia che prendeste a calci perché osava ricordarvi le vostre promesse? Pol. Pry».

O questa:

«Avete fatto cose di cui solo io sono a conoscenza. Fareste meglio a snocciolarmi un po’ di dollari, o sentirete parlare attraverso i giornali di Handy Andy».

Questo per darvi un’idea; e potrei continuare fino ad annoiarvi.

In breve, il principale giornale repubblicano 36

mi accusò di corruzione in grande stile, e il foglio democratico mi accusò di ricatto aggravato. Acquistai così altri due nomi,

«Twain il colpevole corruttore» e «Twain il disgustoso ricattatore». Ormai era stato fatto un tale chiasso perché dessi una “risposta” a tutte le terribili accuse rivoltemi, che i giornali e i capi del mio partito decisero che mantenere più a lungo il silenzio avrebbe significato la mia rovina politica. Come per rendere più

impegnativo il loro appello, proprio il giorno dopo apparve su un giornale quanto segue: GUARDATE CHE UOMO!

«Il candidato indipendente resta ancora in silenzio perché non osa parlare. Tutte le accuse contro di lui sono state ampiamente provate, e sono state rafforzate dal suo eloquente silenzio, sicché ormai egli è per sempre riconosciuto colpevole. Osservate il vostro candidato, Indipendenti! Guardate 37

l’Infame Spergiuro! il Ladro di Montana! il vostro Colpevole Corruttore! il vostro Disgustoso Ricattatore! Osservatelo,

pensateci bene e poi decidete se potete dare i vostri onesti voti a un individuo che si è guadagnato questa spaventosa serie di titoli con i suoi vergognosi delitti, e non osa neppure aprire bocca per smentirne uno solo!».

Non era più possibile uscirne e così, con profonda umiliazione, mi accinsi a “rispondere”

a quella massa di accuse infondate e di infami cattiverie. Ma non riuscii a portare a termine l’impresa, perché proprio la mattina seguente uscì un giornale con un nuovo orrore,

accusandomi — con tutta serietà — di aver dato fuoco a un ricovero di pazzi con tutti i suoi ospiti, perché ostacolava la visuale da casa mia.

Questo mi gettò in una specie di panico. Poi venne l’accusa di avere avvelenato mio zio per impadronirmi del suo patrimonio, con la richiesta imperativa che si riaprisse la tomba.

Questo mi portò al colmo della disperazione.

38

Dopo tutto ciò fui accusato di impiegare un mio vecchio parente, incapace e senza denti, per preparare il cibo a un ospizio di trovatelli di cui ero consigliere. Vacillai! E alla fine, debito culmine della persecuzione che l’odio politico mi aveva inflitto, nove bimbetti barcollanti, di tutte le sfumature di colore e di tutti i gradi di straccioneria, furono ammaestrati ad

arrampicarsi sulla tribuna in un pubblico comizio e ad attaccarmisi alle gambe

chiamandomi «papà!».

Rinunciai. Ammainai la bandiera e mi arresi.

Evidentemente non avevo quello che si

richiedeva per una campagna elettorale nello Stato di New York, e mandai le mie dimissioni dalla candidatura, firmandomi, in profonda amarezza di spirito: «Sinceramente vostro, una volta “persona per bene”, ma adesso Mark Twain, I.S, L.M., C.C., D.T., C.C., D.R.». 9

9 Negli Stati Uniti c’è l’usanza di far seguire al proprio nome e cognome le iniziali di tutte le onorificenze conseguite.

39

PREGARE IN TEMPO DI GUERRA10

Erano tempi di grande ed entusiasmante eccitazione.

Il paese era in armi, c’era la guerra, in ogni petto ardeva il sacro fuoco del patriottismo; rullavano i tamburi, suonavano le bande, scoppiettavano le pistole giocattolo, grappoli di petardi fischiavano e crepitavano; su ogni lato e là dove si perdono e sfumano le distese di tetti e balconi una selva di bandiere svolazzanti scintillava sotto il sole; ogni giorno i giovani volontari percorrevano in marcia i lunghi viali, belli e gioiosi nelle loro nuove uniformi, con i padri, le madri, le sorelle e le fidanzate orgogliosi ad acclamarli con voci strozzate 10 The war prayer è un articolo scritto da Twain nel 1905, durante la guerra filippino-americana. L’articolo fu rifiutato dall’editore, perché giudicato “non adatto”. A causa del contratto in esclusiva che legava Twain all’editore, The war prayer rimase inedito per diciotto anni, fino al 1923. A proposito della censura di questo articolo, Twain ebbe a dire: «Finché sono in vita non penso vetta mai pubblicato. Solo ai morti è concesso di dire la verità».

40

dall’emozione, mentre sfilavano loro davanti; ogni sera, assemblee affollate ascoltavano trepidanti l’arte oratoria del patriota che smuoveva gli abissi più profondi del cuore, interrotta a ogni minimo intervallo da un ciclone di applausi, mentre le lacrime scendevano lungo le guance di tutti i presenti; in chiesa, i pastori predicavano la devozione alla bandiera e alla nazione, e invocavano il Dio delle Battaglie, implorando il Suo aiuto nella nostra giusta causa attraverso scariche di fervida eloquenza che scuotevano ogni

ascoltatore.

Era davvero un momento felice e civile, e quella mezza dozzina di anime imprudenti che osarono disapprovare la guerra e metterne in dubbio la giustezza, ricevettero subito un avvertimento tanto severo e arrabbiato che per la loro stessa incolumità sparirono dalla circolazione, in modo da non offendere più nessuno.