Per questo motivo l’avevo consegnato alla giustizia: perché un’indagine accurata dimostrasse a tutti la mia innocenza.

 

BURLEIGH

Avete detto che si è ucciso… non l’avrete ucciso voi?

 

LEICESTER

Che sospetto mostruoso! Interrogate la guardia cui l’ho affidato! (Va alla porta e chiama l’ufficiale della guardia) Riferite a Sua Maestà la fine di quel Mortimer.

 

UFFICIALE

Montavo la guardia in anticamera, quando il conte aprì l’uscio all’improvviso e mi ordinò di arrestare il cavaliere perché era un traditore dello Stato. Lo vedemmo andare su tutte le furie, bestemmiare in modo irriferibile e atroce contro la regina, estrarre il pugnale e, prima che glielo potessimo impedire, trafiggersi e cadere morto al suolo.

 

LEICESTER

Bene. Potete andare. La regina è stata edotta a sufficienza…

 

(L’ufficiale esce)

 

ELISABETTA

Che abisso di orrori inauditi!

 

LEICESTER

Dimmi adesso, chi ti ha salvata? È stato Lord Burleigh? Cosa ne sapeva dei pericoli che ti minacciavano da ogni lato? È stato lui a sventarli? No, è stato il tuo fedele Leicester, il tuo angelo custode!

 

BURLEIGH

Conte! Quel Mortimer è morto al momento giusto per voi.

 

ELISABETTA

Non so più cosa pensare. Vi credo, e non vi credo. Penso che siate colpevole, e penso che non lo siate. Oh, come odio quella donna che è l’artefice di ogni male!

 

LEICESTER

Deve morire. Anch’io adesso voto a favore della sua morte. Io ti avevo consigliato di sospendere l’esecuzione finché non si presentasse qualcun altro a difenderla. Questo avvenimento si è verificato, e quindi non c’è più motivo di rinviare la sentenza!

 

BURLEIGH

E siete voi a consigliarlo! Voi!

 

LEICESTER

Per quanto detesti ricorrere a questi mezzi estremi, credo fermamente che la sicurezza di Sua Maestà esiga questo sacrificio. Propongo quindi che venga immediatamente eseguita la sentenza!

 

BURLEIGH (alla regina)

Dato che le intenzioni di Lord Leicester sono di una lealtà a tutta prova, io propongo che l’incarico sia affidato a lui!

 

LEICESTER

A me!

 

BURLEIGH

A voi. In che modo inequivocabile potete fugare qualsiasi sospetto che si possa avanzare sul vostro conto, se non facendo morire la donna che secondo l’accusa avreste amato?

 

ELISABETTA (fissando Leicester)

Milord ha ragione. Do il mio assenso. E così si proceda!

 

LEICESTER

Il mio alto grado dovrebbe inibirmi un incarico così triste che sarebbe assai più adatto a un Burleigh qualunque, e non a me. Chi vive in tanta intimità con la regina dovrebbe astenersi da compiti così lugubri. Ma per dimostrare la mia devozione e soddisfare la mia sovrana, rinuncio ai privilegi del mio rango e assumo questo odioso incarico.

 

ELISABETTA

Insieme a Lord Burleigh! (A Burleigh) Fate in modo che l’ordine sia preparato immediatamente.

 

(Burleigh esce. Da fuori si sentono voci e grida)

 

Scena settima

 

 

Il conte di Kent, e i precedenti.

 

ELISABETTA

Cosa succede, Lord Kent? Cosa sono queste grida? Cosa avviene qui, in città?

 

KENT

Maestà, la folla circonda il palazzo e chiede a gran voce di vederti.

 

ELISABETTA

Cosa vuole il mio popolo?

 

KENT

A Londra corrono voci spaventose. Si dice che la tua vita è in pericolo, che la città è piena di sicari inviati dal Papa ad ucciderti, che i cattolici sono scesi in campo per liberare la Stuarda con la forza e proclamarla regina. Il popolo ci crede e si solleva. Solo la testa della Stuarda, che dovrebbe cadere oggi stesso, può restituirgli la calma.

 

ELISABETTA

Come? Vogliono obbligarmi?

 

KENT

Sono decisi a restare finché non avrai firmato la sentenza di morte.

 

Scena ottava

 

 

Burleigh e Davison con un foglio. I precedenti.

 

ELISABETTA

Cosa mi avete portato, Davison?

 

DAVISON (avvicinandosi in tono d’estrema serietà)

Me l’hai ordinato, Maestà…

 

ELISABETTA

Cosa? (Mentre sta per prendere il foglio, trasale e ritira la mano) Mio Dio!

 

BURLEIGH

Obbedisci alla voce del popolo, che è la voce di Dio.

 

ELISABETTA (lottando con se stessa)

Signori! Chi mi garantisce che quella che ascolto sia davvero la voce del popolo e di tutto il mondo? Ahimè, ho paura che se mi piego al grido della folla, debba poi sentire una voce completamente diversa… e che proprio coloro che mi spingono a questa decisione si tramutino in giudici severi e implacabili a fatto compiuto!

 

Scena nona

 

 

Shrewsbury, i precedenti.

 

SHREWSBURY (in estrema agitazione)

Maestà, vogliono forzarti la mano! Abbi forza, resisti! (Vede Davison col foglio in mano) È già avvenuto? Ahimè! Vedo un foglio infausto in quella mano. Non dovete presentarlo adesso a Sua Maestà!

 

ELISABETTA

Mio nobile Shrewsbury! Mi obbligano a farlo.

 

SHREWSBURY

Chi ti può obbligare? La regina sei tu, comportati come tale. Ordina di tacere a quelle voci barbare e disumane che osano forzare la tua volontà regale e determinare il tuo giudizio. Il popolo è terrorizzato e non è in grado di connettere. Tu stessa sei intimamente offesa, sei stata provocata, sei fuori di te, ed è logico che ora tu sia incapace di ponderare con calma il tuo giudizio.

 

BURLEIGH

Si è giudicato da tempo. Qui non si tratta di giudicare, ma di eseguire.

 

KENT (che all’arrivo di Shrewsbury si era allontanato, tornando)

Il tumulto cresce, non riusciamo più a trattenerli.

 

ELISABETTA (a Shrewsbury)

Vedete che pressioni mi fanno!

 

SHREWSBURY

Vi chiedo di soprassedere. Questa firma decide della tua pace e della felicità della tua vita. Ci hai riflettuto per anni, ed ora vuoi lasciarti travolgere da un turbine passeggero? Ti chiedo solo una breve dilazione. Rifletti seriamente, e aspetta un momento più opportuno.

 

BURLEIGH (con foga)

Aspetta, rimanda, esita finché il regno non sia messo a ferro e a fuoco, e la tua nemica non sferri il colpo decisivo! Per tre volte Dio ti ha salvato distogliendolo dal tuo capo: oggi è fallito di stretta misura. Sperare in un altro miracolo sarebbe proprio mettere Dio a dura prova!

 

SHREWSBURY

Il Dio che per ben quattro volte ti ha protetto con la sua mano miracolosa, lo stesso Dio che oggi ha dato al braccio di un vecchio la forza di sopraffare un pazzo, merita ogni fiducia.