Voi respirate l’aria d’Inghilterra, voi godete la protezione e il beneficio delle sue leggi che siete tenuta a rispettare!

 

MARIA

Io respiro l’aria di un carcere inglese! Questo voi lo chiamate vivere in Inghilterra e beneficiare delle sue leggi? Non le conosco nemmeno, e non sono certo tenuta a rispettarle. Non sono una suddita di questo regno, sono una persona libera, regina di un altro paese.

 

BURLEIGH

E credete che il nome di regina vi permetta di seminare impunemente la discordia in un paese straniero? Dove risiederebbe la sicurezza degli Stati se l’implacabile spada di Temi non fosse in grado di colpire la fronte omicida dell’ospite regale come la fronte del mendicante?

 

MARIA

Io non ho detto di voler sottrarmi al giudizio, io ricuso i miei giudici.

 

BURLEIGH

I giudici? Ma come, Milady? Sono forse degli immondi rifiuti della plebe, degli spudorati mentitori pronti ad essere assoldati come strumenti della tirannide? Non sono invece i primi gentiluomini del paese, autonomi al punto di potersi permettere la sincerità assoluta e di proclamarsi infinitamente superiori sia ai cortigiani immersi nella loro viltà che agli stolidi timori dei re? Non sono le stesse persone che governano in libertà e giustizia un nobile popolo, e che basta solo nominare per fugare qualsiasi dubbio ed estinguere ogni sospetto? Il loro capo è il pastore dei popoli, un uomo adorno di virtù come il Primate di Canterbury; subito dopo viene il saggio Talbot che è il guardasigilli, e il comandante della flotta, Howard. Cosa poteva fare la nostra regina oltre che scegliere i nobili più illustri del regno a dirimere questa contesa tra sovrane? Pur ammettendo che uno di loro possa essere stato vittima di un odio fazioso, è ammissibile attribuire a quaranta una sentenza che sia frutto della passione e dell’arbitrio?

 

MARIA (dopo qualche istante di silenzio)

Ascolto con vivo stupore prorompere l’eloquenza dalle stesse labbra che finora mi hanno sempre annunciato sventure. Come potrò, misera donna ignorante, misurarmi con un oratore di questa portata? Oh, certo, se questi Lord corrispondessero alla descrizione che mi avete fatto, allora non potrei far altro che tacere e, in caso di condanna, la mia causa sarebbe irrimediabilmente perduta. Ma i nomi che voi mi magnificate e che dovrebbero schiacciarmi col loro peso immane, li vedo impegnati a sostenere ruoli assai diversi nella storia di questo paese. Vedo quell’alta nobiltà inglese, il maestoso senato del regno, adulare come fanno gli schiavi di un sultano ogni capriccio del mio prozio Enrico VIII… Vedo la Camera dei Lord e quella dei Comuni, entrambe corrotte, sancire ed abrogare leggi, sciogliere matrimoni e celebrarne altri a seconda del desiderio di chi sta al potere, diseredare una principessa reale oggi chiamandola pubblicamente bastarda e incoronarla regina l’indomani. Vedo questi degni Pari manifestare quattro opinioni diverse sotto quattro governi diversi…

 

BURLEIGH

Affermate di ignorare le leggi inglesi, ma vedo che siete ben informata delle nostre sventure!

 

MARIA

E questi sarebbero i miei giudici! Non voglio essere ingiusta nei vostri confronti, Lord Tesoriere! Ma voi non comportatevi diversamente con me! Mi dicono che vi sta sinceramente a cuore la sorte del regno, che amate la vostra sovrana, che siete vigile e instancabile. Lo credo. Penso che i vantaggi personali non siano il vostro obiettivo, e che solo il bene del trono e del paese sia il fine cui si ispirano le vostre azioni. Proprio per questo motivo, nobile Lord, vi invito a diffidare di voi stesso: state attento a non scambiare il bene dello Stato con la giustizia! So benissimo che, accanto a voi, ci sono altri gentiluomini tra i giudici, ma sono dei protestanti che amano l’Inghilterra e forzatamente giudicano me, regina di Scozia, una papista! Un antico proverbio dice che un suddito britannico non può rendere giustizia a uno scozzese. Per questo, secondo il diritto consuetudinario, in un dibattimento un inglese non può testimoniare contro uno scozzese, come uno scozzese non può testimoniare contro un inglese. Questa strana legge è nata dalla necessità, e nelle vecchie usanze, Milord, risiede un significato profondo che dev’essere rispettato. La natura ha gettato su una zattera in mezzo al mare questi due popoli focosi, ma ha ripartito la zattera in modo disuguale e li ha spinti a contendersene la proprietà. Solo l’esiguo fiume Tweed è l’incerto confine tra questi spiriti minacciosi, e già più volte il sangue dei rivali si mescolò alle sue acque. Da mille anni, con la mano sull’elsa della spada, si guardano minacciosi da una riva all’altra. Nessun nemico ha mai minacciato l’Inghilterra senza che gli scozzesi non gli abbiano prestato aiuto, e non c’è mai stata una sola rivolta in Scozia cui l’Inghilterra non abbia dato il suo appoggio. L’odio avrà fine solo quando saranno fraternamente congiunti sotto un solo Parlamento, ed un solo scettro governerà l’isola.

 

BURLEIGH

E una Stuarda dovrebbe concedere questo beneficio al paese?

 

MARIA

Perché negarlo? Confesso sinceramente di aver sperato di unire, libere e serene, le due nazioni all’ombra dell’olivo. Non credevo di finire vittima del loro odio reciproco, speravo di mettere fine in eterno alla loro gelosia, di spegnere la loro antica discordia e, come il mio antenato Richmond dopo una guerra spaventosa riuscì ad unire le due rose, speravo di poter unire in un solo paese le due corone di Scozia e d’Inghilterra.

 

BURLEIGH

Ma vi siete adoperata a questo fine servendovi di mezzi illeciti! Volevate mettere a ferro e fuoco il regno e salire al trono nell’orrore della guerra civile.

 

MARIA

Questa non era la mia volontà, e Dio mi è testimone! Quando ho manifestato un’intenzione simile? Dove sono le prove?

 

BURLEIGH

Non sono venuto qui a discutere. La causa è giudicata, e non c’è più spazio per il dibattito! Quaranta voti contro due hanno dichiarato che avete trasgredito il patto firmato lo scorso anno. Che testualmente dice: «Se nel regno scoppieranno rivolte in nome e a favore di chiunque vanti pretese al trono, si proceda legalmente contro di lui e lo si condanni alla pena capitale». Dal momento che è ampiamente dimostrato che voi…

 

MARIA

Lord Burleigh! Sono perfettamente convinta che una legge scritta per me, emanata nel dichiarato intento di perseguitarmi, possa essere usata impunemente per nuocermi! Guai alla vittima se le stesse labbra che hanno emanato il decreto pronunciano anche la sentenza! Potete negare che quell’editto sia stato accuratamente pianificato per provocare la mia rovina?

 

BURLEIGH

Doveva essere un avvertimento, e voi l’avete tramutato in una trappola. Avete scorto la voragine che vi si spalancava davanti, siete stata lealmente avvertita, e vi ci siete avventata a precipizio. Vi eravate alleata col traditore Babington e i suoi sicari e, informata minuziosamente, avete tenuto in mano dal carcere le fila della congiura.

 

MARIA

E quando l’avrei fatto? Mostratemi i documenti.

 

BURLEIGH

Vi sono stati esibiti poco tempo fa, al processo.

 

MARIA

Mi sono state esibite soltanto delle copie, vergate da una scrittura ignota. Dimostratemi che ho dettato io quelle lettere, e nella forma in cui me le avete lette nel corso del dibattimento.

 

BURLEIGH

Babington prima di morire confessò che erano proprio quelle che aveva ricevuto.

 

MARIA

Perché, quando era vivo, non sono stata messa a confronto con lui? Perché avete avuto tanta fretta di farlo sparire prima di portarlo in aula davanti a me?

 

BURLEIGH

Anche i vostri scrivani, Kurl e Nau, hanno confermato sotto giuramento di avere scritto esattamente ciò che gli avevate dettato.

 

MARIA

E basta a condannarmi la testimonianza dei miei servi? Si crede a chi, nel momento in cui testimoniava contro di me, tradiva la propria sovrana?

 

BURLEIGH

Voi stessa avete dichiarato che lo scozzese Kurl è un uomo d’onore.

 

MARIA

Lo ritenevo tale, ma solo al momento del pericolo si riconosce la virtù di un uomo. Forse il terrore della tortura l’ha spinto a rivelare e a confessare ciò che non sapeva. Dichiarando il falso, avrà sperato di salvarsi senza recar eccessivo danno a me, alla sua regina!

 

BURLEIGH

L’ha giurato da uomo libero.

 

MARIA

Ma non in mia presenza! Cosa dite? Qua ci sono due testimoni ancora in vita, metteteli a confronto con me e che facciano davanti a me la loro deposizione! Perché mi negate un favore, per non dire un diritto di cui neanche l’assassino viene privato? Apprendo da Talbot, il mio precedente custode, che questo governo ha emanato una legge che ordina tassativamente il confronto tra accusatore ed accusato. Ho frainteso? Sir Paulet, so che siete un uomo onesto: fornitemene la prova! Esiste o non esiste questa legge in Inghilterra?

 

PAULET

Sì, Milady. Questa è la legge. È la verità, lo affermo.

 

MARIA

Dunque, Milord! Se vengo trattata con questo rigore secondo le leggi inglesi, quando le leggi mi sono avverse, perché volete a bella posta ignorarle quando potrei trarne vantaggio? Rispondete! Perché, come prescrive la legge, non sono stata messa a confronto con Babington? E perché non sono stata messa a confronto con gli scrivani che sono ancora vivi?

 

BURLEIGH

Non agitatevi, Milady! Non si tratta soltanto della congiura con Babington…

 

MARIA

Se è solo questa che mi condanna a sottostare alla legge, solo da questa devo tutelarmi. Restate in tema, Milord, non cambiate argomento!

 

BURLEIGH

… perché voi avete concluso un’alleanza segreta con Mendoza, l’ambasciatore spagnolo…

 

MARIA (bruscamente)

Restate in tema, Milord!

 

BURLEIGH

… avete cospirato contro la religione di Stato e sollevato i sovrani d’Europa a muovere guerra all’Inghilterra…

 

MARIA

E se l’avessi fatto? Vi dico che non l’ho fatto, ma anche se fosse? Lord Burleigh, io sono qui in carcere in spregio al diritto delle genti.