«Ecco uno che farà fortuna: ho sentito che i Corraine gli hanno proposto di andare con loro, perché è bravo nel tirare, bravo in tutto: coglie l’uccello a volo. E poi non ha timore di nulla: non arrischia che la sua pelle, dopo tutto, perché non ha madre né sorelle, come noi: è un bastardo; tutto va con lui.

Eppure, così Dio mi aiuti, sono contento che sia venuto a cercarmi.»

«Tu avevi detto ch’egli parlava male di te, che si burlava di te.»

17

«Di me? Di me non si è mai burlato nessuno, Costantì! Frena la tua lingua. Non basta essere buon tiratore e ammazzare la gente per strada, per credersi da tanto da burlarsi di Simone Sole! O forse si è burlato di me con te, quel bastardo?»

«No», disse Costantino, che era coscienzioso e non mentiva mai. «Non si è burlato di te. Ma forse mi sono burlato io di lui. Ebbene, sì, andati via quei tre io mi sono incamminato per conto mio, e sono andato fin lassù, negli stazzi, per avvertire il prete…, perché si può rubare a tutti ma a un prete no…

Ebbene sì», proseguì, a occhi chiusi, stanco ma finalmente tranquillo, «ho corso due giorni e due notti: nello stazzo c’era solo la vecchia, bianca come una colomba. “Datemi da bere”, le dissi, “sono un viandante assetato.” E quando essa mi ebbe dato da bere l’avvertii del pericolo che corre il suo stazzo, e me ne andai. E adesso che venga pure a pungermi, il tuo Bantine, o mi colpisca pure da lontano, sia tranquilla la mia coscienza, altro non resta. Ma un prete no, non si deve derubare.»

«Costantino Moro, sai cosa devo dirti? Che né tu né io siamo buoni a fare i banditi. Sagrestani siamo nati e sagrestani morremo.»

«Va all’inferno, va in casa del boia», imprecava sottovoce Costantino; ma più che al compagno le sue imprecazioni parevano rivolte a persone assenti, forse ai tre malfattori che lo avevano perseguitato.

Simone intanto non sapeva se era contento o scontento di quanto accadeva: gli spiaceva, certo, di sfigurare di fronte a Bantine Fera, e nello stesso tempo approvava Costantino che, con la sua debolezza, aveva pur dimostrato di non curarsi della prepotenza del giovine bandito.

D’altra parte il colpo proposto dai tre malfattori era buono e non solo buono ma anche facile, ed egli intendeva bene lo scopo di Bantine Fera nel proporgli di compierlo assieme: era un’alleanza, che gli proponeva, una associazione, ed egli se ne sentiva di momento in momento più lusingato.

D’un tratto la vanità gli riempì il cuore di gioia e di orgoglio.

«Io non andrò certo a cercarlo, se lui non torna» disse fra sé «ma bisogna…

bisogna…»

«Che cosa bisogna?»

«Costantino, dimmi dov’è lo stazzo del prete».

Costantino non parlò più: capiva bene i pensieri del compagno; e non si pentiva di aver parlato; ma provava una grande tristezza; e più che tristezza per il proposito che indovinava in Simone era la gelosia, invidia per la potenza di Bantine Fera, e soprattutto era il sentimento della solitudine, del distacco che lo separava da tutti, vicini e lontani.

Simone a sua volta si sentiva frugato dentro dal giudizio del compagno; se ne irritava e cercava di nascondersi, parlando: e parlando si nascondeva anche a se stesso, tanto che ascoltava le sue parole e le credeva vere.

«Costantì! Sì, voglio andare da solo nello stazzo, anche per far vedere che non ti ho mandato io! Ho bisogno di denaro, hai inteso? Perché devo lasciar sfuggire l’occasione? Ho bisogno di denaro, Costantì. Mi è accaduta una cosa. Ho incontrato una donna e ho bisogno di denaro… Tu non credi?», riprese dopo un momento di silenzio penoso. «Non importa che tu creda. Il fatto è vero e basta.

La donna è ricca, è bella, (bella se c’è donna bella), e padrona di tutto il suo. Ricca come tutti i tuoi parenti messi assieme», insisté, sempre più irritato per l’immobilità di Costantino: «solo dal sughero del suo bosco ricava mille scudi all’anno: la sua casa colonica ha avuto anche il premio. Sì, ebbene, è Marianna Sirca, quella che è stata la mia padrona. Essa mi voleva bene fin dal tempo in cui ero servo in casa sua; ma non era padrona di sé, allora, e io d’altronde ero superbo con lei. Adesso ci siamo intesi: Dio ha voluto così.

Avant’ieri notte siamo stati assieme, nella sua tanca, siamo stati assieme benché ci fosse suo padre. Siamo stati assieme», ripeté chiudendo anche lui gli occhi e turbandosi, «e l’ho baciata.»

Costantino non rispose subito; sentiva il suo cuore battere contro la terra dura; finalmente, poiché Simone taceva come affondato nel suo ricordo, domandò beffardo:

«E per questo hai bisogno di denaro? La devi sposare?».

«La posso sposare, sì, se voglio! È questo che lei vuole, anzi, perché non è una donna come le altre.»

«Di che cosa è fatta? Se fosse una donna seria non baderebbe a te.»

18

Allora Simone si sollevò a metà, feroce di collera.