«Se ti permetti di parlare oltre di lei ti fracasso la testa coi tuoi stessi piedi. Hai inteso?»

Costantino non aveva paura: si sollevò anche lui, sedette col gomito sul ginocchio e il viso sulla mano e stette a guardare il fuoco; e quando vide Simone rimettersi giù disse pensieroso:

«Simone, tu non parli più da uomo. Come puoi sposare una donna così, tu?».

«Come? Col prete, in nome di Dio, in segreto. Poi non c’è chi dica che io debba stare sempre in giro come una fiera: posso anche ritornare uomo libero.»

«Ah, vedi, tu sei già rimbambito: la donna ti ha già reso simile a lei: e poi ti ha anche stregato. Bene: bada a non perderti, uomo!»

«Tu parli per invidia e per gelosia: tu hai paura a restar solo!»

«Io?», disse Costantino sollevando gli occhi tristi: e tosto sorrise e scosse la testa col gesto che aveva imparato da Simone, muovendola un poco sul collo. «E

può darsi. In tutti i modi potrei venire in compagnia tua sul banco dei rei.»

«Maledetto tu sii; tu con tutti i tuoi peccati. Chi parla d’andare a sedersi sul banco dei rei?»

«E come vuoi tornare libero senza processo e senza dibattimento? E tu finirai con l’andare dal giudice; e ti farai legare e non caverai più i piedi dal laccio. Confessa? La donna non ti ha già consigliato questo?»

«È vero», disse Simone: e sentì un vago terrore.

Era vero, era tutto vero, sì: a momenti gli pareva d’essere come stregato.

Marianna lo dominava, gli premeva sulle spalle; ed ebbe vergogna che anche Costantino indovinasse questo. Balzò, quasi per volersi liberare della donna, e sbatté la berretta sulla fiamma, poiché gli sembrava che anche la fiamma mormorasse contro di lui; e la fiamma si piegò e parve tentare di fuggire paurosa, ma tosto si sollevò più alta, mormorando più forte.

«La nostra sorte non si cancella», disse Costantino. «Tu sei un uomo diverso da quello che eri tre giorni fa: la tua sorte è fatta.»

«No, Costantì, così Dio mi tronchi le gambe, prima. Te lo giuro su questa fiamma, te lo giuro sul cuore di mia madre: io non mi costituirò mai. Non ho neppure intenzione di sposarmi: né in pubblico né in segreto: lo dicevo così tanto per dire. Se lei mi vuole mi prenda così!»

«Lei non ti prenderà, così!»

«E allora la prenderò io!», egli disse con bravura.

Ma tosto anche lui mise il gomito sul ginocchio e il viso sulla mano; e stettero così lunga ora, entrambi, come sospesi ad ascoltare i lievi bisbigli della notte intorno al loro covo di roccia, grandi e feroci come belve in agguato, piccoli e trepidi come uccellini nel nido.

IV.

Marianna era di nuovo nella sua casa di Nuoro.

Stesa sul suo gran letto fresco, abbattuta da una stanchezza piacevole, aveva l’impressione, addormentandosi, di trovarsi ancora sul limitare della casa colonica, con la testa di Simone sulle ginocchia. E parlava al giovine, piano, quieta e grave, dicendogli tutte le cose che la notte prima non aveva saputo dirgli; e si faceva ardita ad accarezzargli i capelli morbidi e caldi, e a quel contatto un brivido la percorreva tutta, dalle ginocchia al mento; anche le sue palpebre tremavano, ma le chiudeva forte per non piangere, per non svegliarsi.

«Una donna che ama un uomo come me non deve piangere…» Sì, sì, Simone, non devo piangere.

E rimaneva immobile, e le pareva di avere un legaccio ai polsi, una catena ai piedi; passassero pure gli anni, non si sarebbe mossa, poiché il legaccio era lui, la catena era lui.

Questo era dunque l’amore: affanno nascosto nel più profondo del cuore, e schiavitù a questo affanno: eppure era dolce addormentarsi così, legata, col proprio segreto entro il cuore.

Svegliandosi, la mattina presto, provò la gioia vaga del prigioniero che conta i giorni della sua pena sapendo che devono pur finire; uno ne comincia ma un altro ne è già passato, e ogni attimo porta verso la liberazione.

«A Natale, se non prima…»

19

Natale verrà: ella è abituata ai lunghi mesi di solitudine e di silenzio: e un tempo non aspettava nulla, aveva l’impressione che nulla mai di nuovo arriverebbe per lei. Adesso invece i giorni le apparivano pieni di attesa, di speranza: e giorni e mesi erano sulla punta delle sue dita, lievi come i petali d’un fiore. A Natale Simone verrà! E se non veniva? Se la sorte selvaggia a cui si era dato lo allontanava per sempre, li staccava di nuovo?

A questo pensiero balzò, corse ad aprire la finestruola perché le pareva di soffocare.