A circa cento metri dalla casa, a fianco della strada, c’è un rialzo e, da lassù, posso vedere bene lungo l’autostrada in pendio. In distanza scorgo le luci di qualche auto e immagino che saranno le macchine di Frenchy. E penso anche che quelli, dopo aver imboccato la strada secondaria che gira dietro il “Caprifoglio e Gelsomino”, lasceranno le macchine vicino al boschetto, in modo da nasconderle per bene.
L’ho azzeccata: quindici minuti dopo, quelli arrivano, e posso vedere il tipo grassoccio che sta nella prima macchina. È Frenchy Squills. Capisco che è venuto il momento di rientrare, e così scivolo dalla parte del garage, passo attraverso la veranda e rientro nella sala da ballo. Vado al bar, mi ordino un altro bicchiere e quindi, dal mio angolo, faccio cenno a una delle ragazze che vendono sigarette.
— Senti, piccola — le dico — cosa ne diresti di guadagnare cinque dollari?
Quella mi guarda e fa un risolino. È graziosa.
— Non ho nulla da perdere, accettando — mi dice.
Le rifilo un biglietto. — Vedi la ragazza che balla con quel tipo snello?
Devi andare da lei e dirle che la chiamano d’urgenza al telefono. Dille anche che la chiamano al telefono del corridoio. Capito?
— La cosa mi sembra facile! — risponde l’altra, e si reca subito a fare la commissione. Vedo Miranda che si ferma, e poi dice qualcosa a Malas, il suo cavaliere. Un minuto dopo, Miranda esce dalla sala.
Credo di aver fatto proprio in tempo perché, appena costei esce, la musica smette di suonare, e per un’ottima ragione: qualcuno ha sparato colpendo al ventre quello del sassofono. Il disgraziato urla sulla piattaforma dell’orchestrina. Ed ecco che le finestre della veranda vengono spalancate, e due tipi corrono vicino a un tavolo dove cinque uomini di Lacassar sono intenti a bere whisky. Li tengono buoni, sotto i loro mitra. Nel contempo, tre dei camerieri si preparano a far fuoco. In meno di un batter d’occhio, la sala è un inferno.
C’è qualche grassone imbecille che dovrebbe trovarsi a casa, in compagnia della moglie e dei figli: invece adesso sconterà la scappatella.
Eccone là uno che si trascina per il pavimento, ferito alla gamba. Non riesce però a far molta strada, poiché un’altra pallottola di mitra lo prende alla testa e resta secco.
La ragazza delle sigarette, che ha ancora in mano i cinque dollari, viene ferita prima che giunga dall’altra parte della sala. Cade, e negli occhi c’è la sorpresa più ingenua. Porta la mano al fianco, dove appare una macchia rossa. Povera piccola!
Io me ne sto tranquillo contro il muro. Da un lato mi protegge la colonna di legno, e così mi sembra di non essere troppo esposto all’artiglieria.
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