— Sicché siete stata voi?… Be’, la vita a volte è buffa.
Infatti mi ricordavo di quel ricevimento. Ricordavo anche di essermi sentito male. Ora, se quella signora sapeva tutto ciò, era evidente che mi conosceva!
— D’accordo, e adesso che si fa? — le dico.
— Salite, Lemmy. Debbo parlarvi.
Salgo nella macchina che subito fila e così svoltiamo per Pall Mall. Non c’è dubbio che la dama mi conosce bene, perché mi parla di tante persone che conosco e anche dei luoghi dove sono stato. Mi dice anche che un’altra gentildonna che conosco, Lillah Schultz, si trova in Inghilterra con lei e che dovremmo bere qualcosa per festeggiare il fortunato incontro. Intanto siamo giunti a Knightsbridge. Là svoltiamo per una strada, poi in un’altra, e ci fermiamo davanti a una casa elegante.
Scendiamo, entriamo, e andiamo su con l’ascensore; quando giungiamo davanti all’uscio dell’appartamento quella si volta e mi fa: — Sapete, Lemmy, è stata una gran fortuna trovarvi così per caso! Un amico che non ve-devo da un pezzo e, guarda un po’, me lo ritrovo a Londra!
Un mucchio di idee mi sciamano per la testa. Mi dico che sbaglia, fa-cendomi circuire da una bella signora, proprio mentre perseguo la faccenda di Miranda. Mi dico anche che un uomo deve pur vivere, e che questa signora è proprio graziosa e mi chiedo che cosa ne pensi di me.
Intanto costei ha aperto l’uscio e passa in anticamera. Accende la luce.
— Posate pure il cappello — mi fa — e poi raggiungetemi di là.
Scompare da un uscio, sulla sinistra. Dalla stanza mi viene il rumore del ghiaccio nei bicchieri. Appendo il cappello all’attaccapanni e la seguo. Ed ecco che resto lì annichilito. Poiché, seduto sul divano, all’altro lato della stanza, vedo Siegella che mi punta la pistola verso il basso ventre.
— Salve, amico — mi dice — entrate pure!
2
Se resto male? Vi assicuro che per venti secondi non riesco proprio a raccapezzarmi. Dove diavolo mi trovo? Perché so di trovarmi a Londra, in Inghilterra; eppure là, davanti a me, c’è Siegella, con tutta la sua guardia del corpo. Siegella se ne sta seduto in posa disinvolta sul divano e accanto a lui, ghignanti e intenti a bere whisky e soda con ghiaccio, ci sono Johnny Malas, Schutterby il Mancino, il “dritto” inglese che riuscì a evadere dalla prigione di Auburn con una pistola improvvisata col cartone, German Schultz, Willie Carnazzi e il fratello Giacinto, detto Ginto… insomma il fior fiore di quella gente.
Dietro Siegella c’è Tony Rio, Frank Cordova, Jimmy Ritzkin lo Svedese, e altri amici che ancora non conosco.
Sicché, pur sapendo di trovarmi a Londra, mi sembra di essere al Paris Club di Toledo o in qualsiasi altro locale frequentato dalla gang di Siegella.
Do un’occhiata alla dama. Costei s’è seduta su un divano e aspetta che Malas le prepari un drink. Nel frattempo mi sorride soddisfatta.
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