Collabora all'«Europeo» di Benedetti e al quotidiano «Il Tempo».
1947. Comincia a pubblicare il suo Diario romano sul «Tempo illustrato».
Conosce Benedetto Croce. Diventa padre: il 6 maggio nasce l'unica figlia, Antonia.
1948. Continua a scrivere il Diario sul «Corriere della sera», Pubblica la commedia Raffaele.
1949. Collabora con «Il Mondo» di Pannunzio, dove esce a puntate Il bell'Antonio, che nello stesso anno apparirà in volume. E' il capolavoro di Brancati, in cui la noia e lo scacco, e l'impotenza del protagonista, assurgono a metafore riassuntive, a chiavi di lettura di un'epoca storica. Sempre sul «Mondo», Brancati pubblicherà l'anno seguente la commedia Una donna di casa.
Intanto si occupa di sceneggiature: aveva cominciato all'inizio degli anni '40 collaborando con i maestri del "calligrafismo" (il Poggioli di Gelosia, il Chiarini della Bella addormentata), poi per Zampa scrive la trilogia Anni difficili - Anni facili - L'arte di arrangiarsi, antesignana della "commedia all'italiana", mentre per il maestro del neorealismo Roberto Rossellini scriverà le sceneggiature di Dov'è la libertà e Viaggio in Italia.
1952. Pubblica la commedia La governante, che incorre anch'essa nella censura nonostante il mutamento di regime e il ripristino delle libertà democratiche. Lo sdegno di Brancati si esprime in un pamphlet, significativamente intitolato Ritorno alla censura.
La sua avversione al controllo esercitato dalle ideologie e dalle chiese sulle arti e sul pensiero trova voce anche nello scritto Le due dittature, con cui Brancati interviene al Congresso di Parigi per la libertà della cultura.
1954. Separazione dalla Proclemer. Brancati si ammala. Intanto lavora a Paolo il caldo, in cui le sue recenti riflessioni di ordine civile e morale confluiscono insieme con gli amari frutti della crisi esistenziale vissuta dallo scrittore. Ricoveratosi a Torino dopo aver licenziato il romanzo incompiuto con una laconica nota, il 25 settembre Vitaliano Brancati muore sotto i ferri del chirurgo.
Bibliografia
Gli scritti di Vitaliano Brancati, a eccezione della produzione giovanile più compromessa con la mitologia dannunziana e fascista (e perciò ripudiata dallo stesso autore), possono leggersi nei due volumi dei "Classici Bompiani": Opere 1932-1946, a cura di L. Sciascia (che firma la prefazione, Del dormire con un solo occhio), Milano 1987, e Opere 1947-1954, a cura di L. Sciascia, postfazione (La sintassi del "malinteso" e il "realismo assoluto") e apparati di D. Perrone, Milano 1992. Ma si raccomandano, per la qualità delle introduzioni critiche (di G. Ferroni, M. Onofri, G. Pampaloni, D. Perrone, L. Sciascia), pure le edizioni di singole opere pubblicate nei medesimi anni e in quelli successivi dallo stesso editore, e in particolare quella di Tutti i racconti (due volumi, 1994), arricchita di testi rari e curata da D. Perrone.
Quanto alla bibliografia critica, ormai vasta, ci limitiamo a segnalare i contributi più recenti assieme a quelli che riteniamo più utili alla lettura di Paolo il caldo:
A. Moravia, Prefazione a Paolo il caldo, Milano 1955.
V. Gazzola Stacchini, La narrativa di Vitaliano Brancati, Firenze 1970.
L. Sciascia, Don Giovanni a Catania, in La corda pazza, Torino 1970 (ma oltre agli scritti citati, di Sciascia vanno lette almeno le pagine dedicate a Brancati in Nero su nero, Torino 1979).
N. Borsellino, Vitaliano Brancati, in Dizionario biografico degli italiani, XIII, Roma 1971 (ma dello stesso autore vedi ora Brancati o le metamorfosi del comico, in AA.VV., Granteatro. Studi e testi per Franca Angelini, a cura di B. Alfonzetti, D. Quarta e M.
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