Mascherereste anche, se ne aveste la forza, lo stato fuor di natura in cui vi trovate, per non causare inquietudine all’ultimo degli uomini.
In questo stato supremo, l’amore, nelle menti tenere e artistiche, assume le forme più singolari e si presta alle più barocche combinazioni. Uno sfrenato libertinaggio può unirsi a un sentimento di paternità ardente e affettuosa.
La mia ultima osservazione non sarà la meno curiosa. Quando, il mattino dopo, vedete che il giorno ha occupato la vostra stanza, la prima sensazione sarà di profondo stupore. Il tempo era completamente scomparso. Poco fa era la notte, ora è il giorno. «Ho dormito, o non ho dormito? La mia ebbrezza è forse durata tutta la notte, e, annullata la nozione del tempo, l’intera notte non ha avuto per me che il valore di un secondo? oppure, sono stato avvolto nelle ombre di un sonno pieno di visioni?». È impossibile saperlo.
Vi sembra di provare un benessere e una meravigliosa leggerezza di spirito; nessuna fatica. Appena siete in piedi, però, ecco che un vecchio strascico di ebbrezza si manifesta. Le vostre deboli gambe vi conducono con timidezza, temete di rompervi come un oggetto fragile. Un profondo languore, che non manca di fascino, si impossessa del vostro animo. Siete incapaci di lavoro e di energia nell’azione.
È la meritata punizione dell’empia prodigalità con cui avete fatto un così grande dispendio di fluido nervoso. Avete gettato la vostra personalità ai quattro venti, e adesso fate fatica a raccoglierla e a concentrarla.
V
Non voglio affermare che l’hascisc produca su qualsiasi persona tutti gli effetti che ho descritto. Ho raccontato pressappoco i fenomeni che generalmente si producono, salvo qualche variante, nelle menti artistiche e filosofiche. Ma ci sono temperamenti nei quali questa droga sviluppa solo una follia rabbiosa, una violenta allegria simile alla vertigine, alle danze, ai salti, al battito frenetico dei piedi, agli scoppi di risa. Sono dominati, per così dire da un hascisc tutto materiale. Sono insopportabili agli spiritualisti che li trattano con grande compassione. La loro volgare personalità fa scalpore. Ho visto una volta un magistrato rispettabile, un uomo d’onore, come dicono di sé stesse le persone di mondo, uno di quegli uomini la cui serietà artificiale impressiona sempre, mettersi improvvisamente, nel momento in cui l’hascisc dilagò in lui, a ballare un cancan dei più indecenti. Il mostro interiore e veritiero si rivelava. Quell’uomo che giudicava le azioni dei suoi simili, questo Togatus aveva imparato il cancan di nascosto.
Così si può affermare che questa impersonalità, questo oggettivismo di cui ho parlato, e che altro non è che lo sviluppo eccessivo dello spirito poetico, non si troverà mai nell’hascisc di queste persone.
VI
In Egitto, il governo proibisce la vendita e il commercio dell’hascisc, almeno all’interno del paese. Gli infelici che nutrono questa passione vanno dal farmacista a prendere la loro piccola dose già preparata, col pretesto di comprare un’altra droga. Il governo egiziano ha davvero ragione. Mai uno Stato ragionevole potrebbe reggersi con l’uso dell’hascisc. Esso non crea né dei guerrieri né dei cittadini. In effetti, è proibito all’uomo, pena il decadimento e la morte intellettuale, guastare le condizioni primordiali della sua esistenza, e rompere l’equilibrio tra le proprie facoltà e l’ambiente. Se esistesse un governo che avesse interesse a corrompere i suoi sudditi, non avrebbe che da incoraggiare l’uso dell’hascisc.
Si dice che questa sostanza non causa nessun male fisico. È vero, almeno finora. Giacché non so fino a qual punto si possa dire che un uomo, che non facesse che sognare e fosse incapace di azione stia bene, quand’anche tutte sue membra fossero in buono stato. Ma è la volontà che è minata, ed è l’organo più prezioso. Un uomo che può procurarsi all’istante, con un cucchiaio di marmellata, tutti i beni del cielo e della terra, non ne acquisterà mai la millesima parte con il lavoro.
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