La sistematicità deriva per Kant dalla convinzione che al pensiero filosofico sia intrinseca una struttura organica proveniente da un’idea del tutto, da un concetto cosmico e comprendente un rapporto di influenza reciproca fra le parti. In questo senso la filosofia è scienza della relazione di ogni conoscenza con i fini essenziali della ragione umana.
2
Cfr. rispettivamente: La fondazione kantiana dell’etica, tr. it., Milella, Lecce, 1983; L’œuvre de Kant. Morale et politique, t. II, Vrin, Paris, 1997.
3
Idee zu einer allgemeinen Geschichte in weltbürgerlicher Absicht; Mutmaßlicher Anfang der Menschengeschichte; Der Streit der Fakultäten; in I. Kant, Werke, Bd. 9, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, Darmstadt 1983, tr. it. in Stato di diritto e società civile, a cura di N. Mercker, Editori Riuniti, Roma, 1995.
4
Anthropologie in pragmatischer Hinsicht, in Werke, cit., Bd. 10; tr. it. di G. Vidari, riveduta da A. Guerra, Laterza, Bari, 1985.
5
Secondo N. Bobbio Kant esprime «con la massima spregiudicatezza» la convinzione che l’antagonismo, come «tendenza dell’uomo a soddisfare i propri interessi in concorrenza con gli interessi di tutti gli altri», sia il vero strumento naturale dello sviluppo umano. E giudica dirompente l’affermazione che all’insocievolezza si deve, in ultima analisi, la valorizzazione dell’esistenza umana, che altrimenti non differirebbe da quella di un gregge di buone pecore (cfr. Liberalismo e democrazia, in Il pensiero politico contemporaneo, a cura di G.M. Bravo e S. Rota Ghibaudi, F. Angeli, Milano, 1985, I, pp. 27-28).
6
Il male è per Kant inscindibilmente legato alla libertà fin dal suo primo esercizio, fin dalla sua prima azione deliberativa l’uomo incontra il male. Dall’inizio esso è in gran parte riconducibile alla finitudine umana, alla limitazione, fragilità e imperfetta costituzione della natura dell’uomo, impotente a erigere a leggi universali le proprie massime.
7
Il ricorrente concetto di perfezione va chiarito nella sua portata trascendentale che rinvia al concetto di totalità. Per la ragione pura pratica la perfezione rappresenta la compiutezza dell’idea, il suo più alto disegno, cui corrisponde però un livello sempre imperfetto di realizzazione, come sempre imperfette sono le cose umane, come imperfetto è gran parte di ciò che si compie nella storia.
8
Kritik der Urteilskraft, in Werke, cit., Bd. 8, p. 555; tr. it. di A. Gargiulo, riveduta da V.
1 comment