Cara la mia figliola, piantala con questo piagnucolio, e seduta stante, oppure cercati riparo in qualche altro luogo sacro.
LA FIORAIA (con timida sfida). Me ho il diritto di star qui, se mi gira, come lei.
L’UOMO DAL TACCUINO Una donna che emette suoni così deprimenti e disgustosi non ha il diritto di stare da nessuna parte – neanche quello di vivere. Ricordati che sei un essere umano dotato di anima e del dono divino del linguaggio articolato. Ricordati che la tua lingua natia è la lingua di Shakespeare, di Milton e della Bibbia di re Giacomo, e non startene qui a lagnarti come un piccione bilioso.
LA FIORAIA (sopraffatta, alzando solo gli occhi, a guardarlo con un misto di meraviglia e disapprovazione, senza avere il coraggio di alzare il capo). Ah-ah-ah-ow-ow-ow-oo!
L’UOMO DAL TACCUINO (cavando subito di tasca il taccuino). Cielo! Che suoni! (Scrive, quindi, tenendo discosto il taccuino, legge, riproducendo esattamente la serie di vocali strascicate emesse dalla ragazza.) Ah-ah-ah-ow-ow-ow-oo!
LA FIORAIA (lusingata dall’imitazione e costretta a ridere suo malgrado). Urca!
L’UOMO DAL TACCUINO Ecco qui questa creatura con il suo inglese da marciapiede: l’inglese che la terrà nel fango fino alla fine dei suoi giorni. Vede, signore, nel giro di tre mesi io quella ragazza potrei farla passare per una duchessa a un ricevimento d’ambasciata. Riuscirei persino a procurarle un posto da cameriera personale o da commessa, ciò che richiede un inglese abbastanza raffinato.
LA FIORAIA Cusa l’è che sta dicendo?
L’UOMO DAL TACCUINO Già, tu, foglia di cavolo calpestata, tu che sciupi la nobile architettura di queste colonne, tu, incarnato insulto alla favella inglese: io potrei farti passare per la regina di Saba. (Al gentiluomo.) Non ci crede?
IL GENTILUOMO Sono io stesso uno studioso di dialetti indiani, e…
L’UOMO DAL TACCUINO (con avida curiosità). Davvero? E conosce il colonnello Pickering, l’autore di Parlare in sanscrito?
IL GENTILUOMO Sono io, il colonnello Pickering. E lei chi è?
L’UOMO DAL TACCUINO Henry Higgins, l’autore dell’Alfabeto universale Higgins.
PICKERING (con entusiasmo). Ma io sono venuto dall’India apposta per cercare lei!
HIGGINS E io stavo per venire in India a cercare lei!
PICKERING Dove abita?
HIGGINS Al 27/a di Wimpole Street. Venga da me domani.
PICKERING Io alloggio al Carlton. Venga lei con me adesso, così chiacchieriamo un po’ mentre si cena.
HIGGINS Ma sì, perché no?
LA FIORAIA (a Pickering, mentre le passa accanto). Crompi un fiore, gentile signore. Ho bisogno di grana per il fitto.
PICKERING Mi dispiace, ma non ho spiccioli. (S’allontana.)
HIGGINS (sbalordito dalla bugiarderia della ragazza). Bugiarda. Avevi detto che potevi cambiare mezza corona.
LA FIORAIA (insorgendo disperata). Che ci vegna un accident. (Gettandogli il cestino ai piedi.) Che se lo prenda tutto, questo maledetto coso, ce lo lasio per sei pence.
L’orologio della chiesa suona il secondo quarto.
HIGGINS (avvertendo nel suono la voce di Dio che lo rimprovera per la sua farisaica mancanza di carità verso la povera ragazza). Un ammonimento. (Si toglie con aria solenne il cappello, quindi getta una manciata di monete nel cestino e segue Pickering.)
LA FIORAIA (raccattando una mezza corona). Ah-ow-ooh! (Raccattando un paio di monete da due scellini.) Aaah-ow-ooh! (Raccattando monete varie.) Aaaaaaaaah-ow-ooh!
FREDDY (balzando fuori da un taxi). Finalmente ne ho trovato uno. Ehi! (Alla fioraia.) Dove sono le due signore che erano qua prima?
LA FIORAIA Andate a piedi all’autobus ’pena che la pioggia ha smesso.
FREDDY E mi hanno lasciato con un taxi sul gobbo! Maledizione!
LA FIORAIA (con tono grandioso). Non ci badi, giovinotto. A ca’ in taxi ci vado me. (Veleggia verso il taxi.
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