La signora Pearce apre una porta, la fa entrare in una stanza da letto vuota.

SIGNORA PEARCE Ti sistemerò qui. Questa sarà la tua stanza da letto.

LIZA Oooh, ma io posso mica dormire qui dentro, sciura. Troppo bello per una come me. Avria paura di toccare qualsiasi roba. Sa, mica sono ancora una duchessa.

SIGNORA PEARCE Tu devi semplicemente diventare pulita come la stanza, e vedrai che poi non ne sarai più intimorita. E devi chiamarmi signora Pearce, non sciura. (Spalanca la porta dello spogliatoio, di recente trasformato in bagno.)

LIZA Signur! Cusa l’è sta roba chi? È dove che fa il bucato? Che strano mastello, dico io.

SIGNORA PEARCE Non è un mastello. È là dentro che ci si lava, Eliza, e dove adesso laverò te.

LIZA Cosa, dovria andare là dentro a bagnarmi tutta? Ah, no, eh? Voglio mica crepare, me. Conoscevo una che lo faceva ogni sabato sera, e così è crepata.

SIGNORA PEARCE Il signor Higgins ha la sua stanza da bagno dabbasso, e lui il bagno lo fa ogni mattina con l’acqua fredda.

LIZA Urca! Ma è fatto di ferro, quello là.

SIGNORA PEARCE Se vuoi frequentare lui e il colonnello, ed essere istruita, devi fare lo stesso. Altrimenti, non tollereranno il tuo odore. Ma l’acqua puoi averla calda quanto vuoi. Ci sono due rubinetti: calda e fredda.

LIZA (piangendo). Non posso, non posso, non ho il coraggio, mica è naturale, mi farebbe morire, mai fatto un bagno in vita mia, me, un bagno come dice lei, voglio dire.

SIGNORA PEARCE Be’, non vuoi essere pulita, profumata e ammodo come una signora? Sai bene che non puoi essere una ragazza come si deve dentro, se fuori sei sporca da far schifo.

LIZA Uhuuuu.

SIGNORA PEARCE Smettila di frignare, va’ in camera tua e togliti i vestiti. Poi infilati questo (prende una vestaglia dall’attaccapanni e gliela porge) e torna da me. Io intanto preparo l’acqua.

LIZA (piangendo a calde lacrime). Non posso, non voglio, non sono ’bituata, io, mai tolta prima la roba che ho indoso, non è giusto, non è decente.

SIGNORA PEARCE Sciocchezze, bambina mia. Non ti spogli forse ogni notte quando vai a letto?

LIZA (turbata). No, e perché dovria? Mica voglio crepare. Sì, la gonna me la cavo, quella sì.

SIGNORA PEARCE Vuoi dire che dormi con la biancheria che porti di giorno?

LIZA E con che altro dovria dormire?

SIGNORA PEARCE Non lo farai più finché resterai qui. Ti procurerò una camicia da notte.

LIZA Vuol dire che bisogna infilarsi in robe fredde e stare sveglia a battere i denti metà della notte? Ma lei vuole ’masarmi, vuole.

SIGNORA PEARCE Io voglio trasformarti da quella sudiciona puzzolente che sei in una ragazza rispettabile, che possa stare nello studio con i signori. E adesso, vuoi fidarti di me e fare quel che ti dico, o vuoi essere sbattuta fuori e tornare al tuo cesto di fiori?

LIZA Ma lei non sa mica cosa che è il freddo, per me. Lei non sa quanta paura che c’ho.

SIGNORA PEARCE Qui a letto non avrai freddo: ti ci metterò una bottiglia d’acqua calda. (Spingendola in camera da letto.) E adesso, fila di là e spogliati.

LIZA Oh, se solo avria saputo che roba terribile è essere puliti, di ’ste grane, me… (La signora Pearce la spinge oltre l’uscio, che però lascia socchiuso per timore che la prigioniera tagli la corda.)

La signora Pearce si infila mezze maniche bianche di gomma, riempie la vasca, miscelando acqua calda e fredda e misurandone la temperatura con il termometro. La profuma con una manciata di sali da bagno e vi aggiunge un pugno di senape. Quindi afferra una minacciosa spazzola dal lungo manico e la insapona abbondantemente.

Eliza ricompare con la vestaglia che si stringe addosso, pietosa personificazione di abietto terrore.

SIGNORA PEARCE Su, vieni qua. Togliti quella roba.

LIZA Oh, non potria mai, signora Pearce, dico sul serio, sa? Mai fatta una roba così.

SIGNORA PEARCE Stupidaggini. Su, entra nella vasca e dimmi se per te l’acqua è abbastanza calda.

LIZA Ah-oo! Ah-oo! Troppo calda, troppo calda.

SIGNORA PEARCE (destramente, le toglie la vestaglia e spinge Liza dentro l’acqua). Non ti farà male. (Si mette al lavoro con la spazzola.)

Eliza strilla da spezzare il cuore.

* * *

Nel frattempo, Pickering discute con Higgins il problema di Eliza. Allontanatosi dal caminetto, si è seduto a cavalcioni della seggiola, appoggiando le braccia allo schienale, accingendosi a tempestare Higgins di domande.

PICKERING Mi permetta una domanda senza peli sulla lingua, caro Higgins.