(Dai dimostranti più entusiasti, la fioraia viene ricondotta alla sua colonna, dove si rimette a sedere, cercando di dominare la propria emozione.)
IL TALE Non è mica un pulotto. L’è solo un ficcanaso, ecco cus’è. Ve lo dico me, basta guardarci le scarpe.
L’UOMO DAL TACCUINO (rivolgendosi con aria cordiale). E come stanno i suoi a Selsey?
IL TALE (sospettoso). E lei come fa a sapere che i me’ son di Selsey?
L’UOMO DAL TACCUINO Non ci pensi. Lo sono. (Alla ragazza.) E com’è capitata qui, in questo quartiere così orientale, lei che è nata a Lisson Grove?
LA FIORAIA (sgomenta). Oh, e se gh’è de mal se son vegnuda via da Lisson Grove? L’è gnanca buna per i purscei, e pensa’ che me toca paga’ quater e ses la setimana per la ca’. (Scoppiando a piangere.) Oh, uh-uh-uh-uh.
L’UOMO DAL TACCUINO Può vivere dove le pare e le piace, solo la smetta di far tanto chiasso.
IL GENTILUOMO (alla ragazza). Su, su, da brava, quest’uomo non può farle niente: lei ha il diritto di vivere dove le aggrada.
UNO SPETTATORE SARCASTICO (intrufolandosi tra l’uomo dal taccuino e il gentiluomo). Già, magari a Park Lane. Perché non discutiamo un pochino il problema della casa, eh?
LA FIORAIA (sprofondando in piagnucolosa malinconia, a testa bassa sopra il cesto, abbacchiata, parlando più che altro tra sé). Mi sunt una brava tusa, propri inscì.
IL SARCASTICO (senza badarle). E lei sa anche di dove che vengo io?
L’UOMO DAL TACCUINO (prontissimo). Da Hoxton.
Risatine. L’interesse del pubblico per le esibizioni dell’uomo dal taccuino aumenta.
IL SARCASTICO (sbalordito). Be’, ho detto forse il contrario? ’Cidenti, ma questo sa tutto.
LA FIORAIA (sempre alle prese con il suo orgoglio offeso). L’ha no motiv di prendersela con me, eh, no.
IL TALE (a lei). Certo che non ne ha. Hai mica bisogno di darci retta. (All’uomo dal taccuino.) Dica un po’: che diritto ha di sapere tutto di gente che non l’ha mai vista né conosiuta, a lei?
LA FIORAIA Oh, ch’el diga quel che ghe pias. Io non ci voglio aver gnente da spartire, non ci voglio.
IL TALE Noi siamo le sue pesse da piedi, vero? Vorrei vederla prendersi certe libertà con questo signore qui presente.
IL SARCASTICO Già: ci dica un po’ a lui di dove che viene, visto che gioca a far tanto l’indovino.
L’UOMO DAL TACCUINO Cheltenham, Harrow, Cambridge e India.
IL GENTILUOMO Giustissimo.
Risata generale. Reazione a favore dell’uomo dal taccuino. Esclamazioni tipo:«Ma el sa propri tutto», «L’ha indovinata giusta», «Sentito? Ha fatto centro anche col signore», eccetera.
IL GENTILUOMO Posso farle una domanda, signore? Per caso lei lavora in un music hall? È per questo che lo fa?
L’UOMO DAL TACCUINO Ci ho pensato, e chissà che un giorno non mi ci decida.
La pioggia è cessata, e le persone ai margini del capannello cominciano a sfollare.
LA FIORAIA (offesa per la reazione a favore dell’uomo dal taccuino). Non è mica da gentiluomo, eh, no, andare a ficcanasare in te gli affari di una pora tusa.
LA FIGLIA (perduta la pazienza, si fa strada a gomitate, scostando rudemente il gentiluomo che, paziente, si ritira sull’altro lato della colonna). Che diavolo sta combinando Freddy? Mi piglierò una polmonite se sto ancora un po’ in questa corrente d’aria.
L’UOMO DAL TACCUINO (tra sé, prendendo rapidamente nota del modo con cui ha pronunciato «polmoniite»). Earls Court.
LA FIGLIA (con veemenza). Vuol essere così cortese da tenere per sé le sue impertinenze?
L’UOMO DAL TACCUINO Perché, ho parlato ad alta voce? L’ho fatto senza volere. Comunque le chiedo scusa. Sua madre è di Epsom, non c’è dubbio.
LA MADRE (interponendosi tra la figlia e l’uomo dal taccuino).
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