L’Eroe giaceva in un’irsuta pelle,
sopra coperta, a poppa della nave,
35
e, dietro il capo, si fendeva il mare
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 43
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Poemi conviviali
– L’ultimo viaggio Q
con lungo scroscio e subiti barbagli.
Egli era fisso in alto, nelle stelle,
ma gli occhi il sonno gli premea, soave,
e non sentiva se non sibilare
40
la brezza nelle sartie e nelli stragli.
E la moglie appoggiata all’altro muro
faceva assiduo sibilare il fuso.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 44
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Poemi conviviali
– L’ultimo viaggio Q
VII
LA ZATTERA
E gli dicea la veneranda moglie:
“Divo Odisseo, mi sembra oggi quel giorno
che ti rividi. Io ti sedea di contro,
qui, nel mio seggio. Stanco eri di mare,
5
eri, divo Odisseo, sazio di sangue!
Come ora. Muto io ti vedeva al lume
del focolare, fissi gli occhi in giù”.
Fissi in giù gli occhi. presso la colonna, egli taceva: ché ascoltava il cuore
10
suo che squittiva come cane in sogno.
E qualche foglia d’ellera sul ciocco
secco crocchiava, e d’uno stizzo il vento
uscìa fischiando; ma l’Eroe crocchiare
udiva un po’ la zattera compatta,
15
opera sua nell’isola deserta.
Su la decimottava alba la zattera
egli sentì brusca salire al vento
stridulo; e l’uomo su la barca solo
era, e sola la barca era sul mare:
20
soli con qualche errante procellaria.
E di là donde tralucea già l’alba
ora appariva una catena fosca
d’aeree nubi, e torbide a prua l’onde
picchiavano; ecco e si sventò la vela.
25
E l’uomo allora udì di contro un canto
di torte conche, e divinò che dietro
quelle il nemico, il truce dio del mare,
venìa tornando ai suoi cerulei campi.
Lui vide, e rise il dio con uno schianto
30
secco di tuono che rimbombò tetro;
e venne. Udiva egli lo sciabordare
delle ruote e il nitrir degli ippocampi.
E volavano al cielo alto le schiume
dalle lor bocche masticanti il morso;
35
e l’uragano fumido di sghembo
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 45
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Poemi conviviali
– L’ultimo viaggio Q
sferzava lor le groppe di serpente.
Soli nel mare erano l’uomo e il nume;
e il nume ergeva su l’ondate il torso
largo, e scoteva il gran capo; e tra il nembo 40
folgoreggiava il lucido tridente.
E il Laertiade al cuore Suo parlava,
ch’altri non v’era; e sotto avea la barra.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 46
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli
Giovanni Pascoli Poemi conviviali
– L’ultimo viaggio Q
VIII
LE RONDINI
E per nove anni egli aspettò la morte
che fuor del mare gli dovea soave
giungere; e sì, nel decimo, su l’alba,
giunsero a lui le rondini, dal mare.
5
Egli dormia sul letto traforato
cui sosteneva un ceppo d’oleastro
barbato a terra; e marinai sognava
parlare sparsi per il mare azzurro
E si destò con nell’orecchio infuso
10
quel vocìo fioco; ed ascoltò seduto:
erano rondini, e sonava intorno
l’umbratile atrio per il lor sussurro.
E si gittò sugli omeri le pelli
caprine, ai piedi si legò le dure
15
uose bovine: e su la testa il lupo
facea nell’ombra biancheggiar le zanne.
E piano uscì dal talamo, non forse
udisse il lieve cigolio la moglie;
ma lei teneva un sonno alto, divino,
20
molto soave, simile alla morte.
1 comment