E sta, vecchio e canuto, con la mano

sul bordone d’allora. Ed ecco, vede

che da quel giorno radicò pian piano,

il suo bordone, e che visse, e che diede

35

già fiori e foglie: sotto le sue dita

germinò, radicò sotto il suo piede.

E gli resta una foglia inaridita

che trema. E il vento soffia. E il pellegrino, curvo sopra la immobile sua vita,

40

par che muova ora, per il suo cammino.

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 28

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

Il vischio

I

Non li ricordi più, dunque, i mattini

meravigliosi? Nuvole a’ nostri occhi,

rosee di peschi, bianche di susini,

parvero: un’aria pendula di fiocchi,

5

o bianchi o rosa, o l’uno e l’altro: meli,

floridi peri, gracili albicocchi.

Tale quell’orto ci apparì tra i veli

del nostro pianto, e tenne in sé riflessa

per giorni un’improvvisa alba dei cieli.

10

Era, sai, la speranza e la promessa,

quella; ma l’ape da’ suoi bugni uscita

pasceva già l’illusione; ond’essa

fa, come io faccio, il miele di sua vita.

II

Una nube, una pioggia… a poco a poco

15

tornò l’inverno; e noi sentimmo, chiusi

per lunghi giorni, brontolare il fuoco.

Sparvero i bianchi e rossi alberi, infusi

dentro il nebbione; e per il cielo smorto

era un assiduo sibilo di fusi;

20

e piovve e piovve. Il sole (onde mai sorto?) brillò di nuovo al suon delle campane:

tutto era verde, verde era quell’orto.

Dove le branche pari a filigrane?

Tutti i petali a terra. E su l’aurora

25

noi calpestammo le memorie vane

ognuna con la sua lagrima ancora.

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 29

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

III

Ricordi? Io dissi: “O anima sorella,

vivono! E tu saprai che per la vita

si getta qualche cosa anche più bella

30

della vita: la sua lieve fiorita

d’ali. La pianta che a’ suoi rami vede

i mille pomi sizïenti, addita

per terra i fiori che all’oblio già diede…

Non però questa (io m’interruppi), questa

35

che non ha frutti ai rami e fiori al piede”.

Stava senza timore e senza festa,

e senza inverni e senza primavere,

quella; cui non avrebbe la tempesta

tolto che foglie, nate per cadere.

IV

40

Albero ignoto! (io dissi: non ricordi?)

albero strano, che nel tuo fogliame

mostri due verdi e un gialleggiar discordi; albero tristo, ch’hai diverse rame,

foglie diverse, ottuse queste, acute

45

quelle, e non so che rei glomi e che trame; albero infermo della tua salute,

albero che non hai gemme fiorite,

albero che non vedi ali cadute;

albero morto, che non curi il mite

50

soffio che reca il polline, né il fischio

del nembo che flagella aspro la vite…

ah! sono in te le radiche del vischio!

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 30

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

V

Qual vento d’odio ti portò, qual forza

cieca o nemica t’inserì quel molle

55

piccolo seme nella dura scorza?

Tu non sapevi o non credevi: ei volle:

ti solcò tutto con sue verdi vene,

fimo si fece delle tue midolle!

E tu languivi; e la bellezza e il bene

60

t’uscìa di mente, né pulsar più fuori

gemme sentivi di tra il tuo lichene.

E crebbe e vinse; e tutti i tuoi colori,

tutte le tue soavità, col suco

de’ tuoi pomi e il profumo de’ tuoi fiori,

65

sono una perla pallida di muco.

VI

Due anime in te sono, albero. Senti

più la lor pugna, quando mai t’affisi

nell’ozioso mormorio dei venti?

Quella che aveva lagrime e sorrisi,

70

che ti ridea col labbro de’ bocciuoli,

che ti piangea dai palmiti recisi,

e che d’amore abbrividiva ai voli

d’api villose, già sé stessa ignora.

Tu vivi l’altra, e sempre più t’involi

75

da te, fuggendo immobilmente; ed ora

l’ombra straniera è già di te più forte,

più te. Sei tu, checché gemmasti allora,

ch’ora distilli il glutine di morte.

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 31

ACTA G.