D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

Il torello

I

Su la riva del Serchio, a Selvapiana,

di qua del Ponte a cui si ferma a bere

il barrocciaio della Garfagnana,

da Castelvecchio menano, le sere

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del dì di festa, il lor piccolo armento

molte ragazze dalle treccie nere.

Siedono là sul margine, col mento

sopra una mano, riguardando i pioppi

bianchi del fiume; e parlano. Ma il vento

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porta brusìo di voci, eco di scoppi

di mortaretti, eco di passi presta

ed un confuso tremito di doppi.

Dolce ascoltare allora, con la testa

voltata altrove, quelle due parole…

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coperte un po’ dalle campane a festa!

altrove… al Serchio che risplende, al sole che prende il monte… o Nelly, anco ai vivagni del tuo pannello, anco alle mucche sole

che brucano il palèo sotto i castagni.

II

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To’… quel vitello — al cui grande occhio appari immensa, con un lento albero in mano,

quando con una vetta tu lo pari —

guarda stupito, nuovo, al monte, al piano:

tutto una selva, il monte; la costiera

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sembra un velluto tenero di grano.

Egli che non sapea la primavera,

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 32

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

la dura coda svincola, saluta

il mondo bello. Prima, esso non c’era:

ci si ritrova: fiuta l’aria, fiuta

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la terra: all’aria sobbalzando avventa

le brevi corna della fronte bruta;

e con le zampe irrequiete tenta

la terra. Il cielo è tutto pieno d’oro,

Nelly, ed il suolo è tutto pien di menta.

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Vuole empir della sua gioia il sonoro

spazio, il vitello, e trae dalle profonde

fauci un muglio arrotato, agro, di toro.

Una giovenca lontana risponde.

III

Dunque, Nelly, rimeni oggi un torello:

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savio, però, che sempre ha te di fronte

con nella mano il grande albero snello.

Arrivi a Castelvecchio, alla sua fonte

nuova, perenne, a cui vengono in fila

le gravi mucche nel calar dal monte.

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Queste, da un canto, alla marmorea pila

succhiano l’acqua; e quando alzano il collo, l’acqua dalle narici nere fila.

Dall’altro, suona, empiendosi al rampollo

vivo, la secchia: una fanciulla aspetta

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con sui riccioli bruni il suo corollo.

A questa fonte, o Nelly, ora s’affretta

il tuo torello, a bere: dalla piena

conca l’acqua discende alla cunetta,

così ch’ell’ha come un pulsar di vena.

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 33

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

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Egli guarda coi grossi occhi, né beve;

ché dentro l’acqua che si muove appena,

vede un coltello azzurro ondeggiar lieve…

IV

Mugola e fugge. E poi mugolando erra

due dì, da selva a selva, nel suo colle,

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strappando qualche fil d’erba alla terra.

Cerca dolente le segrete polle

verdi di capelvenere; vi mira

dentro: il coltello taglia l’ombra molle.

Aspetta al pozzo, quando alcuna tira

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la secchia: l’acqua vi trabocca e sbalza:

dentro, il coltello gira gira gira.

Allora, al botro: dall’aerea balza,

scende: il coltello posa su la ghiaia;

ma la corrente un po’ l’urta, e lo scalza

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forse, e lo porta. Aspetta egli: si sdraia

sui lisci giunchi, e coi grandi occhi spia, fissando l’acqua di tra la giuncaia,

se mai quell’ombra della morte via

portino l’onde. Sopra la sua testa

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il tempo corre per la muta via.

Aspetta: e l’acqua passa e l’ombra resta.

V

Il terzo giorno… “Ecché tu piangi, sciocca Sa ‘ssai! En bestie, ‘un ci han lunari: scólta:

‘un si sa gnanco noi quel che ci tocca!” 80

dice tuo padre, o Nelly. Tu sei volta

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 34

ACTA G.