D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

alla Via Nova, guardi nella valle,

per vederlo passare anche una volta.

Passa: un uomo alla testa, uno alle spalle: è impastoiato, ad or ad or trempella…

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Passa… Oh! poggi solivi! ombrose stalle!

E quanto fieno! quanta lupinella!

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 35

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

Il soldato di San Piero in Campo

I

Era poc’anzi nella valle il ronzo

dell’altre sere. Ogni campana prese

poi sonno in una lunga ansia di bronzo.

Si dicevano Ave! Ave! le chiese,

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e i vecchi preti, che ristanno un poco

con le mani alla fune anco sospese.

Ave! tra uno scampanìo più fioco

dai monti, che, lassù, pare una voce

che dian quei cirri e cumuli di fuoco…

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Ave! tra uno scoppiettìo veloce

di balestrucci, che nel cielo intorno

gettan ombre di pii segni di croce…

segni di croce, sul morir del giorno,

nel campo, nella via, nel casolare

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dove sospira i passi del ritorno

il nonno, solo… E già venian più rare

le squille delle Avemarie lontane;

e s’alzò dalla valle, di tra un mare

di foglie, un suono a morto, a tre campane.

II

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Oh! Piangi… Pensa… Dormi… Piangi… Pensa

Dormi… echeggiava in ogni cuor San Piero nell’ora dolce in cui fuma la mensa:

nell’ora in cui risuona ogni sentiero

di piedi scalzi, e anche di novelle

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e di ragioni dette con mistero:

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 36

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

San Piero in Campo sperso là tra quelle

file di pioppi, garrulo, ai tramonti,

di rane gravi e allegre raganelle.

Echeggiava tra i monti. Erano i monti

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tutti celesti; tutto era imbevuto

di cielo: erba di poggi, acqua di fonti,

fronda di selve, e col suo blocco acuto

la liscia Pania, e con le sue foreste

il monte Gragno molle di velluto.

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Sfiorava il sole tuttavia le creste,

toccando qua e là nuvole vane

e di laggiù, tra tutto quel celeste,

veniva il suono delle tre campane.

III

E Dormi… Piangi! … Chi piange, lo sanno 40

tutti: sua madre. Come era contenta!

Egli le ritornava ora, nell’anno,

tra pochi mesi. Ognuno lo rammenta,

buono! bello! ma il dito alza alla bocca,

come sua madre sia per lì, che senta.

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Quel dolore ha una lunga ombra che tocca

tutte le case. Col cucchiaio in mano

resta, come la veda, una che imbocca

il suo piccino, al fuoco. — Era a Milano,

credo, a Modena… — Dove la via sale,

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due calessini vanno su pian piano,

al passo: intorno suona il disuguale

tonfo degli otto zoccoli, ed, appena,

il cigolìo leggiero delle sale.

Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 37

ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli

Giovanni Pascoli Primi poemetti – Il bordone Q

Dolce il ritorno! Dolce essere a cena

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spartendo ai bimbi irrequieti il pane…

Vanno; e nell’aria concava e serena

rimbomba il suono delle tre campane.

IV

E Pensa… Dormi… È limpida la sera: si vede sempre, e non s’accende il lume.

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C’è nelle selve fumo qua, che annera,

là, che biancheggia: bruciano il pattume:

presto si coglie. E l’uva ingrossa, e invaia i chicchi già. La canapa è nel fiume.

È già stesa a capretta su la ghiaia,

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via via: dura ha la tiglia, alta la canna.

Ecco che già si mazzola in qualche aia.

Vengono all’aia, avanti la capanna,

i giovinotti, e ognuno si promette

con la ragazza che gli tien la manna.

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Il sessantino ha messo i crini, mette

la rappa.