E lei non avrà mai il tempo di fare qualcosa di interessante con la musica. »
Avevano raggiunto un poggio coperto di pini sovrastante la cengia su cui era appollaiata la casa. Tutto attorno si estendeva una paesaggio deserto e interminabile di informi alture boscose. «Pensate come dev’essere vivere qui tutto l’anno! » aveva gemuto lui.
« Già. Ma d’altra parte immaginate come dev’essere andare in giro per il mondo con certa gente! »
«Oh, Signore, certo! Per esempio il viaggio che ho fatto in India con Mortimer Hicks e signora. Ma non ne avrei mai avuto un’altra opportunità, quindi che fare? »
«Mi piacerebbe tanto saperlo! » aveva sospirato lei, pensando ai Bockheimer. Lui si era voltato a guardarla.
« Che cosa? »
« Come rispondere alla vostra domanda. Che fare, una volta esaminate entrambe le facce del problema? Se non addirittura tutti i suoi lati. »
Si erano seduti su un’imponente roccia sotto i pini, ma lo scuotersi delle ciglia brune sulle di lei guance gli impediva di vedere il panorama che si estendeva davanti a loro.
« Intendete dire che in definitiva a stare meglio di tutti potrebbero essere proprio Nat e Grace? »
« Come faccio a saperlo, se vi dico che vedo tutti i lati della questione? Certo », si era affrettata ad aggiungere Susy, « io non potrei vivere come loro neanche una settimana. Ma è magnifico quanto poco ciò abbia attenuato il loro entusiasmo. »
« Nat non è sicuramente mai stato più brillante di adesso. E lei se la cava persino meglio », aveva riflettuto lui. « Oserei dire che la nostra presenza gli fa bene. »
« Sì, o la loro a noi. Come si fa a capire? »
Dopo di che gli sembrava di ricordare che erano rimasti a sedere a lungo in silenzio e che la successiva cosa che aveva detto era stata uno sfogo infantile contro la tirannia dell’ordine di cose esistente, improvvisamente seguito da un appassionato interrogativo: visto che né lei né lui avrebbero mai potuto cambiarlo e visto che avevano entrambi l’abitudine di guardare in faccia le cose, non sarebbero stati due stupidi totali a non cogliere l’opportunità di essere felici nell’unico modo loro concesso? Provocazione a cui non ricordava che Susy avesse dato una risposta precisa, ma dopo un altro intervallo di silenzio, in cui tutto il mondo era parso racchiuso nella cornice in un bacio improvviso, l’aveva sentita mormorare tra sé in tono meditabondo: «Non credo che sia nemmeno mai stato tentato, ma potremmo… ». E sui due piedi gli aveva esposto pari pari l’esperimento che di lì a poco avrebbero azzardosamente messo in atto…
Aveva attaccato dichiarando di non avere nessun interesse per i piaceri clandestini ed esponendo le proprie ragioni con la solita lucidità imparziale. Anzitutto un giorno avrebbe dovuto sposarsi, e al momento di concludere l’affare avrebbe badato a stare bene attenta che fosse una cosa onesta; in secondo luogo, in materia di amore non si sarebbe mai concessa a nessuno a cui non volesse veramente bene; infine non voleva che una simile felicità, se mai le si fosse presentata, venisse spogliata di metà della sua luce dall’esigenza di raccontare bugie, ordire intrighi e cercare scappatoie.
« Roba del genere ne ho vista fin troppa. Metà delle donne di mia conoscenza che hanno avuto un amante l’hanno fatto proprio per il piacere di agire di nascosto e mentire; l’altra metà invece ha sofferto moltissimo. E io apparterrei senz’altro al numero di queste ultime. »
E finalmente gli aveva esposto il suo piano. Perché non sposarsi, legandosi con un vincolo scoperto e rispettabile, anche se soltanto per poco tempo e con la precisa intesa che non appena uno di loro due avesse trovato di meglio avrebbe dovuto immediatamente essere liberato dall’impegno? Le leggi del loro paese facilitavano accordi del genere, e la società aveva cominciato a considerarli con la stessa indulgenza della legge. A mano a mano che parlava, Susy era andata scaldandosi sul progetto, sviluppandone le infinite possibilità.
«In un certo senso dovremmo aiutarci a vicenda piuttosto che intralciarci », aveva spiegato con fervore. « Conosciamo entrambi perfettamente i segreti del mestiere; ciò che uno di noi due non vede, potrebbe vederlo l’altro… in termini di opportunità, voglio dire. Inoltre, da sposati costituiremmo una novità. Godiamo entrambi di una popolarità inusitata – perché non essere franchi? –, e per chi ama dare pranzi è un’autentica manna poter contare su una coppia in cui nessuno dei due sia noioso. Sì, credo veramente che avremmo un successo più che doppio rispetto ad adesso; se pure», aveva aggiunto con un sorriso, «esiste un simile margine di miglioramento. Non so come la pensi tu, la popolarità di un uomo è molto meno aleatoria di quella di una ragazza, ma so che riapparire nei panni di donna sposata mi metterebbe magnificamente a nuovo. » Quindi aveva distolto lo sguardo da lui, spostandolo sulla lunga valle che si stendeva ai loro piedi e poi aggiungendo su un tono più basso: « Inoltre mi piacerebbe, anche soltanto per un attimo, avere la sensazione di possedere qualcosa di mio in questa vita, qualcosa che non mi sia stato prestato, come un abito di lusso, un’automobile o un mantello da sera ».
Sulle prime l’idea gli era parsa tanto folle quanto affascinante: lo aveva completamente terrorizzato. Ma le argomentazioni di Susy erano inconfutabili, la sua inventiva inesauribile. Ci aveva mai pensato? gli aveva chiesto.
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