No. Be’, lei invece sì, e facesse il piacere di non interromperla. Anzitutto ci sarebbero stati i regali di nozze. Come dire gioielli, un’automobile e un servizio da tavola in argento? Ma neanche per idea! Si capiva perfettamente che non aveva mai dedicato nemmeno un attimo a rifletterci sopra. Assegni, caro mio, nient’altro che assegni; per quanto concerneva lei stessa aveva già cominciato a fare i conti: era assolutamente convinta di poter contare su una cinquantina, e che lui avrebbe potuto raggranellarne un altro po’. E non sarebbero stati che gli spiccioli. Perché oltre a ciò avrebbero avuto un’intera serie di case dove andare a vivere: avrebbe visto. La gente è sempre contenta di prestare la casa a due giovani appena sposati. E piacevolissimo capitare da loro per una visita inaspettata: fa sentire romantici e allegri. Bastava accettare queste case a rotazione, far durare la luna di miele un anno. Di che cosa aveva paura? Non riteneva che sarebbero stati abbastanza felici da volerlo far durare così a lungo? Perché non provare, almeno? Fidanzarsi e poi stare a vedere che cosa succedeva. Anche se lei si sbagliava completamente e il suo progetto fosse andato a monte, non sarebbe stato piuttosto bello, soltanto per un paio di mesi, fantasticare che sarebbero stati felici? « L’ho fantasticato tante volte da sola », aveva concluso, « ma fantasticarlo con te, non so, sarebbe meravigliosamente diverso… »

Tutto era cominciato così, e il risultato era questo sogno in riva a un lago. Per quanto potessero apparire fantasticamente improbabili, tutte le previsioni di Susy si erano avverate. Se c’era qualche anello della catena a cui lui non era mai riuscito a mettere mano, alcuni congegni e dispositivi che avevano ancora bisogno di un’ulteriore chiarificazione, be’, era pigramente determinato a chiarirli, un giorno o l’altro; nel frattempo la situazione valeva tutto ciò che in passato poteva essere costata e tutte le sanzioni che il futuro avrebbe potuto imporre: semplicemente essere lì seduto in quel silenzio e in quell’atmosfera dolce, con la testa dormiente di Susy sul ginocchio, abbarbicata alla sua gioia come il mondo immerso nel silenzio se ne stava abbarbicato al chiar di luna.

Si chinò a baciarla. « Svegliati », le sussurrò: « È ora di andare a letto ».

3.

Il mese di Como si sarebbe concluso di lì a poche ore. Fino all’ultimo momento avevano sperato che fosse possibile un rinvio, ma l’accomodante Streffy non aveva assolutamente potuto lasciare la villa a loro disposizione più a lungo, avendo avuto la fortuna di affittarla per una cifra sensazionale a certi spaventosi cafoni che avevano preteso di prenderne possesso alla data pattuita.

Lasciata Susy a letto, Lansing era sceso all’alba a fare un ultimo tuffo; tornando indietro a nuoto nella luce cristallina aveva alzato lo sguardo al giardino straripante di fiori, alla bassa casa sormontata dal bosco di cipressi e alla finestra dietro cui sua moglie continuava a dormire. Il mese era stato delizioso e fantasticamente completo come la scena che aveva davanti. Aveva affondato il mento nelle piccole onde illuminate dal sole, lasciandosi sfuggire un sospiro di puro piacere…

Era fastidioso dover lasciare lo scenario di un così completo benessere, ma la successiva ambientazione del loro viaggio prometteva di non essere meno squisita. Susy era una maga: tutto ciò che aveva previsto si stava avverando. Erano inondati di case; da tutte le parti gli sembrava di vedere spiriti benefici aleggiare alla loro volta carichi di tutto, da un piano nobile a Venezia a una casa di campagna negli Adirondacks. Per il momento avevano deciso per il primo. A parte ogni altra considerazione, non osavano rischiare la spesa di un viaggio a ritroso attraverso l’Atlantico; per questo erano diretti al palazzo di Nelson Vanderlyn e signora alla Giudecca. Avevano tuttavia convenuto che, per motivi di opportunità, sarebbe forse stato saggio tornare a passare l’inverno a New York. Si sarebbero tenuti in vista e avrebbero probabilmente incontrato qualche nuova opportunità; Susy aveva già in mente l’appartamento giusto, che era sicura di riuscire a convincere una cugina transumante a prestarle (trattandola con tatto e assicurandole che non avrebbero fatto lavorare troppo la cuoca). Per intanto l’urgenza di fare progettiera ancora remota; e se c’era un’arte in cui i ventotto anni di vita del giovane Lansing lo avevano perfezionato era proprio quella di vivere nel presente, fino in fondo e senza pensieri…

Se da ultimo aveva cercato di guardare al futuro con più insistenza di quanto fosse sua abitudine, dipendeva soltanto da Susy. Aveva deciso, una volta sposati, di comportarsi con filosofia per quanto concerneva lei come se stesso e sapeva che le avrebbe dato sommamente fastidio se lui avesse visto nel loro accordo un motivo di inquietudine. Ma da quando erano insieme gli aveva offerto squarci del suo passato tali da fargli desiderare rabbiosamente di proteggerla nel presente e di difenderla per il futuro. Era intollerabile che uno spirito fine come il suo dovesse essere appena minimamente offuscato o sminuito dal tipo di compromessi di cui erano fatte le loro sciagurate vite. Quanto a se stesso, non gli importava un fico: a proprio beneficio personale aveva composto un rozzo codice di pronto impiego, una breve serie di « puoi » e « non devi » che gli semplificavano immensamente la vita. C’erano cose a cui si doveva adattare al fine di conseguire certi precisi e altrimenti inattingibili vantaggi; ce n’erano invece altre a cui non si sarebbe mai abbassato a nessun costo.