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Or com’è che qui presso a chi vi guarda s’offran di fior sí vaghe forme e nove, né sian arsi da lui qual solfo od esca?
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Lasso, egli dolce i fior nutre e rinfresca con la virtú che da’ begli occhi piove, e solo avvien che i cor distrugga ed arda!
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Letteratura italiana Einaudi
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Torquato Tasso - Le rime
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Mostra che la sua donna, benché fosse vestita in abito
giovenile assai leggiadro, non merita d’esser numerata tra
le ninfe, ma è piú tosto degna di celeste onore.
Mentre adorna costei di fiori e d’erba le rive e i campi, ogni tranquillo fonte parea dir mormorando: «A questa fronte si raddolcisce il mio cristallo e serba.
4
Se non disdegna pur ninfa superba riposto seggio ove il sol poggi o smonte, ed ogni verde selva ogni erto monte par che l’inviti a la stagion acerba » .
8
Ma sembrò voce uscir tra’ folti rami:
«Donna con sí gentile e caro sdegno non è nata fra boschi o poggi ed acque; 11
ma perché ’l mondo la conosca ed ami scesa è dal cielo in terra, e dove nacque di sua bellezza onor celeste è degno».
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Letteratura italiana Einaudi
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Torquato Tasso - Le rime
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Si lamenta che la sua donna non lasci il guanto.
Lasciar nel ghiaccio o ne l’ardore il guanto Amor piú non solea,
da poi che preso e ’n suo poter m’avea nel laccio d’oro ond’io mi glorio e vanto.
Mentr’io n’andava ancor libero e scarco 5
il candor m’ abbagliò di bianca neve, sí che non rimirai la rete e i nodi; poi che fui colto e di spedito e leve tornai grave e impedito e caddi al varco, coperse il mio diletto e ’n feri modi 10
sdegnò la bella man preghiere e lodi.
Ahi, crudel mano, ahi, fera invida spoglia, chi fia che la raccoglia,
né sdegni i baci e l’amoroso pianto?
Letteratura italiana Einaudi
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Torquato Tasso - Le rime
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Invita gli occhi a rimirar la sua donna.
Occhi miei lassi, mentre ch’io vi giro nel volto in cui pietà par che c’inviti, pregovi siate arditi
pascendo insieme il vostro e mio desiro.
Che giova esser accorti e morir poi 5
d’amoroso digiun, non sazi a pieno, e fortuna lasciar ch’è sí fugace?
Questo sí puro e sí dolce sereno potria turbarsi in un momento, e voi veder la guerra ov’ è tranquilla pace.
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Occhi, mirate, or che n’affida e piace il lampeggiar dei bei lumi cortesi, con mille amori accesi
mille dolcezze, senza alcun martiro.
Letteratura italiana Einaudi
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Torquato Tasso - Le rime
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In questo dialogo fra il poeta e l’Amore si dimostra come
ne gli occhi de la sua donna sia il premio de la sua servitú.
«Dov’è del mio servaggio il premio, Amore?».
«In que’ begli occhi al fin dolce tremanti».
«E chi v’innalza il paventoso core?».
«Io; ma con l’ali de’ pensier costanti».
«E s’ei s’infiamma in quel sereno ardore?»
5
«Il tempran lagrimette e dolci pianti».
«Ahi, vola ed arde e di suo stato è incerto!».
«Soffra, che nel soffrire è degno merto».
Letteratura italiana Einaudi
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Torquato Tasso - Le rime
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Descrive maravigliosamente i miracoli che fa la sua donna
con la sua bellezza, per la quale tutti i dolori si convertono
in piacere e l’altre passioni nel suo contrario.
Se mi doglio talor ch’in van io tento d’alzar verso le stelle un bel desio, penso: «Piace a madonna il dolor mio»: però d’ogni mia doglia io son contento.
4
E se l’acerba morte allor pavento, dico: «Non è, se vuole, il fin sí rio»: tal che del suo voler son vago anch’io e chiamo il mio destino e tardo e lento.
8
Non cresce il male, anzi ’l contrario avviene, s’ella raddoppia l’amorosa piaga e sana l’alma con sue dolci pene.
11
Miracolo è maggior che d’arte maga, trasformar duolo e tema in gioia e spene e dar salute ove piú forte impiaga.
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Torquato Tasso - Le rime
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Loda la bellezza de la sua donna e particolarmente quella
de la bocca.
Bella è la donna mia se del bel crine l’oro al vento ondeggiar avvien ch’io miri, bella se volger gli occhi in vaghi giri o le rose fiorir tra neve e brine; 4
e bella dove poggi, ove s’inchine, dov’orgoglio l’inaspra a’ miei desiri; belli sono i suoi sdegni e quei martiri che mi fan degno d’onorato fine.
8
Ma quella ch’apre un dolce labro e serra porta de’ bei rubin sí dolcemente, è beltà sovra ogn’altra altera ed alma: 11
porta gentil de la prigion de l’alma, onde i messi d’Amor escon sovente e portan dolce pace e dolce guerra.
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Torquato Tasso - Le rime
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Loda la gola de la sua donna.
Tra ’l bianco viso e ’l molle e casto petto veggio spirar la calda e bianca neve e dolce e vaga, onde tra spazio breve riman lo sguardo dal piacer astretto; 4
e, s’egli mai trapassa ad altro obietto là dove lungo amore ei sugge e beve, e dove caro premio al fin si deve ch’adempia le sue grazie e ’l mio diletto 8
cupidamente or quinci riede or quindi a rimirar come il natio candore dal candor peregrin sia fatto adorno: 11
«E mandino a te» dico «Arabi ed Indi pregiate conche e dal tuo novo onore perdan le perle con lor dolce scorno».
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Torquato Tasso - Le rime
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Loda il petto de la sua donna.
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