Rosmersholm
PERSONAGGI
GIOVANNI ROSMER, proprietario di Rosmersholm
REBECCA WEST, che abita a Rosmersholm
RETTORE KROLL, cognato di Rosmer
PIETRO MORTENSGAARD, giornalista
ULRICO BRENDEL
SIGNORA HELSETH, governante di casa Rosmer
L’azione si svolge a Rosmersholm, vecchia tenuta signorile nei dintorni d’una cittadina costiera della Norvegia occidentale.
ATTO PRIMO
A Rosmersholm, un salone spazioso, piuttosto antiquato, ma di gusto. Alla parete di destra, una stufa in maiolica, ornata di rami di betulla freschi e di fiori campestri; più indietro, sempre a destra, una porta. Nella parete di fondo, un uscio a doppio battente che dà in anticamera. A sinistra, una finestra munita di doppi vetri, con molti vasi di fiori sul davanzale. Vicino alla stufa, una tavola con divano e poltrone. Alle pareti, grandi ritratti antichi e recenti di pastori, ufficiali, dignitari di Stato. È una sera d’estate, dopo il tramonto. La finestra è aperta; sono spalancate anche la porta dell’anticamera e quella d’ingresso. Si vedono, fuori, i grandi vecchi alberi del viale che conduce alla casa.
Rebecca West è seduta in un’ampia poltrona vicino alla finestra e sta lavorando a maglia un grande scialle di lana bianca che è quasi finito. Di tratto in tratto guarda di tra i fiori della finestra. Dopo alcuni minuti entra dalla porta di destra la signora Helseth.
SIGNORA HELSETH
Signorina Rebecca, devo intanto cominciar ad apparecchiare la tavola?
REBECCA
Faccia pure. Il pastore non deve tardar molto.
SIGNORA HELSETH
Non sente corrente d’aria, signorina?
REBECCA
Sì, un po’. Vuol chiudere, per piacere?
SIGNORA HELSETH
Subito. (chiude le due porte del fondo, poi si avvicina alla finestra, guardando fuori) Se non mi sbaglio, quello è il signor Rosmer!
REBECCA (guardando)
Quale? (alzandosi ed avvicinandosi alla finestra) Sì, è lui (si ritira dietro le tende) Non voglio che ci veda; venga un poco indietro.
SIGNORA HELSETH (chiude i primi vetri della finestra e viene nel mezzo della scena)
Ha visto? Ricomincia a passare dalla strada del mulino.
REBECCA
Lo fece anche l’altro giorno. (guardando attraverso i vetri) Voglio vedere se…
SIGNORA HELSETH
… passa anche dal ponticello?
REBECCA (dopo breve pausa)
No: è tornato indietro, prende il sentiero dietro il mulino… (allontanandosi dalla finestra) Un giro ben lungo.
SIGNORA HELSETH
Capisco come debba essere penoso per il pastore attraversare il ponte; fu… fu là che accadde la terribile disgrazia…
REBECCA (deponendo il lavoro)
Ma come si è attaccati ai morti qui a Rosmersholm…
SIGNORA HELSETH
Io credo piuttosto, signorina, che siano i morti a restar attaccati a Rosmersholm.
REBECCA (fissandola)
I morti…?
SIGNORA HELSETH
Come se non volessero allontanarsi del tutto da chi resta.
REBECCA
Cosa glielo fa pensare?
SIGNORA HELSETH
Mah… se no non si spiegherebbe l’apparizione del cavallo bianco.
REBECCA
Com’è la storia del cavallo bianco, signora Helseth?
SIGNORA HELSETH
Oh, una leggenda… Inutile parlarne. Tanto lei non ci crede.
REBECCA
Dica, signora Helseth, (andando a chiudere i secondi vetri della finestra) e lei ci crede?
SIGNORA HELSETH
Be’, non voglio farmi burlare da lei, signorina. (guardando fuori della finestra) Ma chi è quello là? Il pastore, ancora sulla strada del mulino?
REBECCA (guardando fuori della finestra)
Quello… (ritirandosi prontamente) Ma è il rettore Kroll.
SIGNORA HELSETH (sempre guardando fuori della finestra)
Sì, ora lo riconosco, è il rettore.
REBECCA
Questa visita viene a proposito! Si dirige qui, vero?
SIGNORA HELSETH
Sì, sta attraversando ora il ponte. Non ci fa caso, lui. Eppure era sua sorella… Ma ora debbo andare a preparar la tavola. (esce da destra)
REBECCA (rimane qualche istante alla finestra; sorride, saluta chinando il capo, poi va alla porta di destra e parla verso l’interno)
Signora Helseth, veda se può preparare qualcosa di più del solito, per cena; lei conosce i gusti del rettore.
SIGNORA HELSETH (dall’interno)
Non dubiti, signorina, lasci fare a me. (la scena comincia ad oscurarsi)
REBECCA (va alla porta dell’anticamera e l’apre)
Benvenuto, rettore. Finalmente la rivediamo qui!
KROLL (entra in anticamera, depone il bastone in un angolo)
Disturbo forse?
REBECCA
Lei…? Ma perché dice queste cose?
KROLL (entrando nella stanza)
Grazie. Sempre gentile. (guardandosi attorno) Rosmer è su nel suo studio?
REBECCA
No, è uscito a fare la sua passeggiata. Non capisco però perché ritardi… Ma sarà qui a momenti. (accennando al divano) Si accomodi, prego.
KROLL
Grazie. (siede sul divano vicino a Rebecca guardandosi attorno) Ma come è riuscita a render accogliente e simpatica questa vecchia casa… E poi, fiori dappertutto.
REBECCA
A Rosmer piacciono molto.
KROLL
E anche a lei, penso.
REBECCA
Sì. Danno una sorta di serena ebbrezza… Una volta non potevamo tenerne.
KROLL (con emozione)
È vero, la povera Beata non ne sopportava il profumo.
REBECCA
E neppure i colori. La turbavano.
KROLL (c. s.)
Ricordo, ricordo.
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