E lei dovrebbe saperlo, lei che fu il primo a bollarmi.
ROSMER
Se allora avessi avuto le idee che ho oggi, avrei giudicato con maggior indulgenza il suo errore.
MORTENSGAARD
Ne sono persuaso: ma ora è troppo tardi. Ormai il marchio d’infamia me l’ha messo, indelebile. Forse non può ancora rendersi conto bene di ciò che questo significa. Ma purtroppo ne dovrà far presto l’esperienza.
ROSMER
Io?
MORTENSGAARD
Sì. Non crederà che il rettore Kroll e tutto il suo gruppo vogliano lasciar passare una cosa come questa. La «Gazzetta Ufficiale» è in vena d’essere violenta. Non è quindi improbabile che presto diventi lei pure un uomo segnato.
ROSMER
Credo che la mia vita privata sia incensurabile.
MORTENSGAARD (con un sorriso)
Incensurabile? Be’ il termine è forse alquanto ardito.
ROSMER
Ho il diritto di usarlo.
MORTENSGAARD
Anche se esaminasse tutta la sua condotta cosi scrupolosamente come un tempo esaminò la mia?
ROSMER
Lei usa uno strano tono, signor Mortensgaard. Intende alludere a qualcosa di positivo?
MORTENSGAARD
Qualcosa di positivo. Ho certe prove che servirebbero assai ai suoi antichi amici, se potessero averle…
ROSMER
Si spieghi.
MORTENSGAARD
Non potrebbe arrivarci da solo?
ROSMER
No. Affatto.
MORTENSGAARD
Bene. Allora dirò io: sono in possesso di una curiosa lettera, scritta qui a Rosmersholm.
ROSMER
La lettera della signorina West?
MORTENSGAARD
No. Quella non ha niente di particolare. Ma io, un tempo, ricevetti, da Rosmersholm, un’altra lettera.
ROSMER
Sempre dalla signorina?
MORTENSGAARD
Le ho già detto di no.
ROSMER
E di chi allora?
MORTENSGAARD
Della sua povera moglie.
ROSMER (con grande stupore)
Di mia moglie? Ha nelle mani una lettera di mia moglie?
MORTENSGAARD
Sì, me la scrisse poco prima di morire, circa diciotto mesi fa. Ed è una lettera molto strana, signor pastore.
ROSMER
Non deve dimenticare che la mia povera moglie, negli ultimi tempi, non era sana di mente.
MORTENSGAARD
Lo so. Almeno così tutti credono. Ma dalla lettera non si direbbe. Quando dico che era una strana lettera, alludo ad altro.
ROSMER
Ma cosa le ha potuto scrivere? Me la faccia leggere, prego.
MORTENSGAARD
L’ho a casa. Ma ricordo che cominciava dicendomi che essa viveva in un’ansia continua, perché in questo paese c’è molta gente cattiva, che non desidera altro che far del male a lei, signor pastore.
ROSMER
A me?
MORTENSGAARD
Sono le sue parole; e poi soggiungeva… Ma mi permette di parlare liberamente?
ROSMER
Parli, parli, dica tutto senza riguardo.
MORTENSGAARD
La povera signora mi pregava di essere generoso verso di lei. Sapeva che era stato lei a farmi perdere il posto e mi scongiurava di non vendicarmi…
ROSMER
Vendicarsi? E come avrebbe potuto?
MORTENSGAARD
Continuava dicendomi che, se mi fossero pervenute voci intorno a certe cose che avvenivano a Rosmersholm, non dovevo prestarci fede. Erano solo dicerie divulgate da persone cattive…
ROSMER
E mia moglie ha potuto scriverle tutto ciò?
MORTENSGAARD
Le mostrerò l’originale.
ROSMER
E le dicerie cosa avrebbero riguardato?
MORTENSGAARD (come continuando a ricordarsi il contenuto della lettera)
Primo, che ella aveva intenzione di abiurare… cosa che la signora, a quel tempo, negava recisamente. E poi…
ROSMER
E poi?
MORTENSGAARD
E poi scriveva… e qui la cosa è piuttosto imbrogliata… di non sapere assolutamente di nessuna relazione colpevole, qui a Rosmersholm. Mai le era stato fatto torto alcuno… E se voci simili si fossero sparse, mi scongiurava di non raccoglierle nella «Face».
ROSMER
E non faceva nomi?
MORTENSGAARD
Nessuno.
ROSMER
Chi le portò la lettera?
MORTENSGAARD
Promisi di non dirlo. Mi fu portata una sera, che era già buio.
ROSMER
Doveva accertarsi subito come stavano le cose, e si sarebbe persuaso che mia moglie non era del tutto responsabile delle sue azioni.
MORTENSGAARD
Mi sono informato infatti; ma la conclusione cui sono giunto non è proprio questa.
ROSMER
No…? E per quale ragione mi parla solamente oggi di questa lettera?
MORTENSGAARD
Per consigliarle di non commettere imprudenze.
ROSMER
Nella mia vita privata, vuol dire?
MORTENSGAARD
Non dimentichi ch’ella non riveste più alcun carattere religioso.
ROSMER
Persiste a credere ch’io abbia qualcosa da nascondere?
MORTENSGAARD
D’altronde, ora che è un uomo libero, è naturale ch’ella voglia godere la vita… Soltanto, sia prudente, perché se una delle dicerie cui accennava sua moglie si propalasse, il partito liberale ne avrebbe danno… Arrivederci, pastore Rosmer.
ROSMER
Arrivederci.
MORTENSGAARD
Corro alla redazione della «Face» per annunziare la grande notizia.
ROSMER
Dica tutto.
MORTENSGAARD
Non dubiti: tutto ciò che occorre si sappia… (saluta ed esce)
ROSMER (rimane sul limitare della porta: si sente chiuder l’uscio di casa. Dopo alcuni secondi chiama a bassa voce)
Rebecca, Rebecca…! (più forte) Signora Helseth, la signorina non è con lei?
SIGNORA HELSETH (da sotto Nossignore, qui non c è.
REBECCA (entra da sinistra sollevando le portiere di stoffa)
Rosmer.
ROSMER (voltandosi)
Come? Eri nella mia stanza? Ma perché mai?
REBECCA (avvicinandosi)
Ho ascoltato.
ROSMER
Perché hai fatto una cosa simile?
REBECCA
Mah… l’ho fatta. C’era tanta cattiveria nelle sue parole, per avermi trovata in vestaglia…
ROSMER
Eri dunque nascosta fin da quando era qui Kroll?
REBECCA
Volevo sapere cosa ti avrebbe detto.
ROSMER
Te lo avrei più tardi ripetuto io stesso.
REBECCA
Non credo: o almeno, non con le sue parole.
ROSMER
Hai sentito tutto, dunque?
REBECCA
Quasi tutto. Sono dovuta andar giù un momento quando è arrivato Mortensgaard.
ROSMER
E poi sei risalita…?
REBECCA
Non inquietarti, amico mio.
ROSMER
Sai che ti lascio fare ciò che vuoi… Ma che dici di tutto questo, Rebecca? Mai come in questo momento ho sentito tanto bisogno di te.
REBECCA
Ma a questo eravamo più o meno preparati.
ROSMER
Oh… non così.
REBECCA
Non così?
ROSMER
Purtroppo mi aspettavo che un momento o l’altro la nostra amicizia tanto pura, tanto bella potesse venir profanata censurata. Ma da Kroll… no… non l’avrei mai creduto… Solo dalla gente volgare, ignobile, che vede tutto coi suoi occhi luridi. E per loro volevo nascondere gelosamente agli occhi del mondo il nostro legame… E come avevo ragione!
REBECCA
Ma perché dobbiamo preoccuparci tanto del giudizio degli altri, quando noi sappiamo d’esser senza colpe?
ROSMER
Senza colpe…? Io…? Lo credevo, fino a pochi minuti fa, ma ora…
REBECCA
Ma ora?
ROSMER
Ora non riesco a spiegarmi la terribile accusa di Beata.
REBECCA (con impeto)
Non parlar di Beata. Non pensar più a Beata. Eri finalmente riuscito a liberarti di quella morta.
ROSMER
Da quando so tutte queste cose, mi par ritornata terribilmente viva.
REBECCA
Oh no, questo no… Rosmer! Non pensare, Rosmer, non sentire così.
ROSMER
Bisogna, invece.
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