Mettetevi in fila, signori.

 

Si scostano i pesanti tendaggi della galleria a vetri. I gentiluomini si dispongono accanto alla porta. Il cordone è formato dalle guardie reali. Ruy Blas, in preda all’ansia, fuori di sé, corre in proscenio sperando di trovare rifugio. Don Sallustio lo segue.

 

DON SALLUSTIO (sottovoce, a Ruy Blas)

Non vorrai che proprio quando si eleva il tuo stato, ti venga meno lo spirito per sostenerlo? Svegliati, Ruy Blas. Sto per lasciare Madrid. La palazzina presso il ponte dove abiti - non voglio conservare nulla per me, tranne le chiavi segrete - da questo momento è tua, Ruy Blas, e anche i servi muti sono tuoi. Riceverai presto altri ordini. Se eseguirai fedelmente la mia volontà, sarò l’artefice della tua fortuna. Adesso continua la tua ascesa e non temere: il momento è favorevole. La corte è un paese in cui ci si muove tra le tenebre. Procedi con gli occhi bendati, vedrò io per te!

 

Altre guardie si dispongono sul fondo.

 

USCIERE (ad alta voce)

La regina!

 

RUY BLAS (tra sé)

La regina! Ah!

 

La regina, splendidamente vestita, appare circondata dai paggi e dalle dame del seguito sotto un baldacchino di velluto cremisi sorretto da quattro gentiluomini di camera, a capo scoperto. Ruy Blas, smarrito, la guarda come se fosse progressivamente assorbito dall’intensità della sua presenza. Tutti i Grandi di Spagna si mettono il cappello: il marchese del Basto, il conte d’Alba, il marchese di Santa-Cruz. Don Sallustio corre rapidamente alla poltrona, afferra il cappello, lo porge a Ruy Blas e glielo calca sul capo.

 

DON SALLUSTIO (a Ruy Blas)

Cosa ti prende? Hai le vertigini? (Ad alta voce) Copritevi, Don Cesare. Siete un Grande di Spagna.

 

RUY BLAS (perduto, a bassa voce, a Don Sallustio)

Cosa mi ordinate, adesso, monsignore?

 

DON SALLUSTIO (mostrandogli la regina che attraversa lentamente la galleria)

Di piacere a quella donna e diventare il suo amante.

 

ATTO SECONDO

 

 

 

LA REGINA DI SPAGNA

Una sala attigua alla camera da letto della regina. A sinistra, una porticina che dà accesso alla sua stanza. A destra, ad angolo acuto, un’altra porta che dà agli appartamenti esterni. Sul fondo, grandi finestre spalancate. È il pomeriggio di una bella giornata estiva. Un tavolo massiccio. Poltrone. Ad una parete, dentro una teca intarsiata, è visibile la statua di una santa. Alla base si legge “Santa Maria Esclava”. Dal lato opposto una statua della Vergine davanti a cui arde una lampada d’oro. Accanto alla Vergine, un ritratto a figura intera del re Carlo II. Quando si alza il sipario, la regina - Donna Maria di Neuburg - è in un angolo, seduta accanto a una donna giovane e bella. La regina è in bianco, indossa un magnifico abito di stoffa con guarnizioni d’argento. Sta ricamando e, di tanto in tanto, s’interrompe per discorrere. All’angolo opposto, su una seggiola a schienale, siede Donna Juana de la Cueva, duchessa di Albuquerque, prima dama di compagnia, con un ricamo in mano.