Avete tempo fino a domani per lasciare la corte.

 

I due signori s’inchinano ed escono sprezzanti, col cappello in capo. Ruy Blas si rivolge agli altri consiglieri.

 

Chiunque non voglia seguirmi su questa strada, è libero di seguire quei signori.

 

Silenzio tra gli astanti. Ruy Blas si siede davanti al tavolo su una poltrona dall’ampio schienale a destra del seggio regale e comincia ad aprire la corrispondenza. Mentre legge rapidamente le missive, Covadenga, Arias e Ubilla si scambiano qualche parola a bassa voce.

 

DON ANTONIO UBILLA (a Covadenga, indicando Ruy Blas)

Mio caro, abbiamo un padrone. Questo sarà un grand’uomo.

 

DON MANUEL ARIAS

Sì, se ne avrà il tempo.

 

COVADENGA

Sempre che non si perda a guardare le cose troppo da vicino.

 

DON ANTONIO UBILLA

Sarà un altro Richelieu!

 

DON MANUEL ARIAS

Se non è un nuovo Olivares!

 

RUY BLAS (dopo aver letto rapidamente una lettera che ha appena aperta)

Un complotto! Come? Cosa vi dicevo, signori? (leggendo) “… Vigilate, duca d’Olmedo. Si sta preparando un agguato per rapire una persona molto influente a Madrid”. (Esaminando la lettera) Non se ne fa il nome. Starò in guardia. È una lettera anonima.

 

Entra un usciere che si avvicina a Ruy Blas con un profondo inchino.

 

Sì, cosa c’è?

 

USCIERE

Annuncio a Vostra Grazia, monsignore l’ambasciatore di Francia.

 

RUY BLAS

Ah, d’Harcourt! Mi dispiace, ora sono occupato.

 

USCIERE (inchinandosi)

Vostra Grazia, il nunzio imperiale vi attende nel salone d’onore.

 

RUY BLAS

A quest’ora? Impossibile.

 

L’usciere s’inchina ed esce. Poco prima è entrato un paggio, che indossa una livrea rosso fuoco con galloni d’argento. Adesso si avvicina a Ruy Blas.

 

RUY BLAS (scorgendolo)

Il mio paggio! Non ci sono per nessuno.

 

PAGGIO (sottovoce)

Il conte Guritano, di ritorno da Neuburg…

 

RUY BLAS (con un gesto di sorpresa)

Ah! Insegnagli la strada per raggiungere casa mia. Lo attendo domani, se lo ritiene opportuno. Va pure. (Il paggio esce. Ai consiglieri) Tra poco lavoreremo insieme. Signori, vi attendo tra due ore. Potete andare.

 

Tutti escono. Si congedano con profondi inchini. Ruy Blas, rimasto solo, fa qualche passo per la stanza, assorto nei suoi pensieri. D’improvviso si solleva un arazzo in un angolo del salone ed appare la regina, vestita di bianco, con la corona in testa. Il suo volto, radioso, esprime una fiducia, un’ammirazione infinita e un rispetto incondizionato per Ruy Blas. Con un braccio tiene sollevato l’arazzo. Dietro, s’intravede una galleria avvolta nelle tenebre e, nel fondo, una piccola porta. Ruy Blas, voltandosi, vede finalmente la regina e resta impietrito davanti a quell’inattesa apparizione.

 

Scena terza

 

 

Ruy Blas, la Regina.

 

LA REGINA

Vi ringrazio!

 

RUY BLAS

Cielo!

 

LA REGINA

Vi approvo per averli affrontati così. Non posso resistere, duca: devo stringere una mano ferma e leale come la vostra! (Si avvicina rapidamente a Ruy Blas e gli prende la mano prima che il giovane possa rifiutarsi)

 

RUY BLAS (tra sé)

Stare sei mesi lontano da lei e poi d’improvviso, rivederla! (Ad alta voce) Eravate qui, signora?

 

LA REGINA

Sì, duca, ho sentito tutto, ero qui. Ascoltavo con tutta l’anima!

 

RUY BLAS (mostrando il passaggio segreto)

Non avrei mai creduto… questa galleria, signora…

 

LA REGINA

Nessuno ne sospetta l’esistenza. È un dedalo oscuro che Filippo II fece scavare nella parete: da lì invisibili a tutti, come un’ombra, non sfugge nemmeno una parola. Tante volte ho sorpreso Carlo II, triste, addolorato, assistere alle sedute dove i suoi beni venivano depredati, dove si vendeva lo stato.

 

RUY BLAS

Cosa diceva?

 

LA REGINA

Non parlava.

 

RUY BLAS

Non diceva nulla? Cosa faceva, allora?

 

LA REGINA

Andava a caccia. Invece voi! Sento ancora il vostro accento minaccioso. Com’eravate altero e sprezzante nei loro confronti, con la ragione, intera, dalla vostra parte! Sollevavo appena un lembo dell’arazzo e vedevo voi! I vostri occhi brillavano di fredda irritazione, li incenerivano col lampo delle pupille! Li avete smascherati! In mezzo alla rovina, mi sembrava che solo voi foste rimasto in piedi! Dove avete imparato tutto ciò che proclamate? Come fate a conoscere le cause e gli effetti degli eventi? Niente può sfuggirvi? Come mai la vostra voce risuonava alta e chiara come la voce di un sovrano? Come mai eravate, come solo Dio avrebbe potuto essere, così grande e terribile?

 

RUY BLAS

Perché vi amo! Perché avverto nelle fibre, io, odiato da tutti, che la rovina minacciata da loro rischia di travolgervi! Perché niente può fermare il profondo empito del mio cuore, e per salvarvi sono pronto ad assumermi la salvezza del mondo! Sono un infelice prigioniero dell’immenso amore che voi sola avete suscitato! Ahimè! Io penso a voi come il cieco pensa alla luce.