Si diceva dei neonati che le zingare scambiavano nella culla con altri di solito mostruosi. Applicato a una cosa il termine è in “Amleto”, V, 2, 53: “The changeling never known”; alla neonata Perdita nel “Racconto d’Inverno”, III, 3, 115: “This is some changeling”; ad uno dei cugini ne “I due nobili cugini”, IV, 2, 44: “Thou are a changeling to him, a mere gipsy”.
(26)“… to trace the forest wild”: “… per battere i cespugli” (durante la caccia).
(27) “Robin Goodfellow” nel testo.
(28)“… those that Hobgoblin call you”: “Hobgoblin” è un vezzeggiativo, inventato da Shakespeare per un diavolo o folletto (cfr. “Le allegre comari di Windsor”, V, 5, 40: “Crier Hobgoblin, make fairy oyes”; e “Re Lear”, IV, 1, 45).
(29)“… in very likeness of a roasted crab”: “roasted crab” è anche “mela selvatica arrostita”, e molti l’hanno intesa così; ma per chi beve da un boccale, trovarsi tra le labbra un granchio è più scherzo da diavolo che non trovarsi una mela arrosto.
(30)“… and “Tailor” cries”: “tailor” è qui sinonimo di “bleach” (o “bleak”) che è il nome di una malattia della pelle, e si usa nelle imprecazioni. “Scrofolaccia”, peggiorativo di “scrofola”, come volgarmente è detta la scrofolosi, è imprecazione contadina in alcune zone del sud.
(31)“I have forworn his bed and company”: è la formula inglese che ripete quella del divorzio romano.
(32) Sta per “alla tua bella” in generale: Fillide è il nome generico dato dalla poesia pastorale latina a ogni contadinella innamorata.
(33) “India”, al tempo di Shakespeare, era sinonimo di paese del mondo lontano e sconfinato (e ricco: Falstaff, quando sogna di conquistare le mogli di Ford e Page, che detengono le chiavi delle borse dei ricchi mariti, dice: “Saranno le mie Indie”).
(34) Sono i nomi delle donne che la leggenda dice amate da Teseo. Antiope è l’altro nome di Ippolita, regina delle Amazzoni; Arianna è la figlia di Minosse, re di Creta, innamoratasi dell’eroe quando questi andò nell’isola ad uccidere il Minotauro, e da lui poi abbandonata nell’isola di Nasso (cfr. Ovidio, “Metamorfosi”, VIII); Egle è forse Etra, la figlia di Pitteo, re di Trezene, il primo amore di Teseo.
(35)“The nine-men morris”: il “nine-men morris” era una specie di gioco delle bocce, giocato con ciottoli arrotondati su una striscia (“peg”) di terra battuta.
(36)“And through this distemperature”: per l’uso dello stesso termine, ma nel senso astratto di “disturbanze mentali”, cfr. “La commedia degli equivoci”, V, 1, 82: “… a huge infectious troop / Of pales distemperatures”.
(37) Tutta questa tirata di Titania su una sorta di sovvertimento avvenuto nella natura riflette, secondo alcuni, lo stato d’animo di molti inglesi negli anni seguiti alla grande peste del 1592-93. Il riferimento è assunto come elemento di probabile datazione della commedia (1594-95).
(38)“A little changeling boy”: come già rilevato (nota n. 25), il termine “changeling” è qui usato impropriamente. Titania, come dirà più avanti, non ha scambiato un bimbo con un altro, ha adottato e allevato il figlio di una donna morta nel partorirlo; né l’ha “rubato a un re indiano” come ha detto Puck.
(39)“… and maidens call it “love-in-idleness”: nel ’500 s’indicava col nome di “love-in-idleness” l’amaranto, la cui infiorescenza è appunto rosso-porpora.
(40) “Leviatano” è il mostro marino, reale o immaginario, della poesia ebraica (Isaia, XXVII), passato poi ad indicare ogni mostro marino in genere.
(41) Il testo ha semplicemente “I am invisible”: è un invito dell’attore Oberon al pubblico a ricordarsi che egli, Oberon, essendo spirito, è invisibile.
(42) Secondo il mito greco, Apollo s’innamora di Dafne, cacciatrice solitaria nella Valle di Tempe, in Tessaglia, ma Marte, per vendetta, suscita nel cuore della fanciulla odio verso il dio; sicché quando questi le si avvicina, ella fugge, il dio l’insegue e l’afferra, ma ella, per intervento del padre Peneo, si trasforma in un albero d’alloro.
(43) La chiama “ninfa”, riprendendo il motivo della favola di Dafne, da lei dianzi evocata.
(44)“Love takes the meaning in love’s conference”: cioè “le parole degli innamorati s’hanno da intendere con l’amore” (altrimenti si rischia di fraintenderle).
(45)“… for lying so, Hermia, I do not lie”: è il solito “punning” basato sull’omofonia tra “lye”, “giacere”, e “lie”, mentire; che obbliga ad una resa in italiano piuttosto melensa quanto inevitabile, per comprendere la seguente battuta di Ermia, che rimprovera appunto a Lisandro di “giocar con le parole”.
(46)“Byrlakin”, esclamazione derivante dalla contrazione di “By our Ladykin”, “per la nostra Madonnina”; ma lo dicevano gli inglesi del tempo di Shakespeare, non i greci di Teseo.
(47) Il distico di ottonari e senari alternati era il metro comune delle ballate popolari.
(48) Cioè, dovrei morire ammazzato.
(49) “… to disfigure”: Cotogna sfarfalla, vuol dire “… to figure”.
(50) Il mito di Piramo e Tisbe è cantato da Ovidio nelle “Metamorfosi”, VI libro, cui certamente Shakespeare si è qui ispirato. Esso vuole che i due giovani, innamorati contro il volere delle rispettive famiglie (lo stesso tema ripreso poi da S. in “Romeo e Giulietta”), non hanno potuto mai incontrarsi, e si sono parlati sempre attraverso la crepa d’un muro contiguo delle loro case. Perciò decidono di fuggire insieme, e si danno appuntamento presso la fontana accanto alla tomba del re Nino (siamo in Assiria): chi fosse arrivato per primo, avrebbe atteso l’altro presso un cespuglio di more. Tisbe giunge per prima, ma vede venirle incontro un leone che ha le fauci sporche di sangue per qualche preda sbranata da poco. Terrorizzata, fugge a rifugiarsi in una grotta, e nella corsa perde il velo che le copre il volto, che il leone addenta e lacera. Piramo, giunto poco dopo, vede nella polvere le impronte delle zampe del leone e il velo di Tisbe lacerato e tutto insanguinato; crede perciò che la ragazza sia stata sbranata dalla belva e, disperato, si uccide. Tisbe, uscita dalla grotta e visto il corpo dell’amato, si uccide a sua volta col pugnale di lui.
(51) Testo: “Most brishy juvenal”: “superlativamente giovenale”; “juvenal” è forma arcaica di “juvenil” sostantivato. È dello stile pomposo in cui Flauto recita la sua parte.
([52])“… who would set his wit to so foolish bird? Who would give a bird the lie, though he cry “cuckoo” never so?”: letteralm. “Chi vorrebbe avere a che fare con un uccello così sciocco? Chi vorrebbe mai dar la smentita ad un uccello, mettendosi anch’egli a gridare “cucù” a perdifiato?”. È chiara l’allusione: il verso del cuculo (“cuckoo”) è contrazione di “cuckold”, “becco”. Senso: il cuculo canta “cucù” e il marito becco è inutile che si metta a rispondergli col suo verso per contraddirlo. È tempo sprecato.
(53)“The summer still doth tend upon my state”: l’estate, qui personificata (donde l’articolo) per contrapposto al rigido e brullo inverno, è figurativamente, lo stato di benessere, di serenità, bellezza e prosperità.
(54) I contadini usavano curare le ferite da taglio alle mani con applicazioni di impiastri di tele di ragno.
(55) V. la nota n. 7.
(56) Cioè il sole, che splende nell’altro emisfero.
(57) L’immagine del sonno debitore di ristoro all’animo angosciato è uno dei motivi consueti ai “Mistery Plays”. Senso: per chi non riesce a dormire, l’angoscia si fa più pesante; proviamo a vedere se aspettandolo qui, il sonno, venendo, possa lenirla almeno in parte.
(58)“… and you will nothing weigh”, letteralm.: “… e non peserai nulla”.
(59)“O how ripe in show / Thy lips, those kissing cherries, tempting grow!”, letteralm.: “Oh, come matura alla vista / Le tue labbra, quelle ciliege da baciare, crescono tentatrici!”.
(60)“She is one of this confederacy”, letteralm.: “Essa è una della camarilla”.
(61)“Away, you Ethiope!”: dire a una donna inglese che era scura di carnagione (“etiope” sta per “africana” o “negra” in genere) era come dirla “brutta”.
(62)“No, no: he’ll…”: che cosa voglia dire Ermia non si capisce. Probabilmente Demetrio è più robusto di Lisandro, ed ella teme che questi abbia la peggio.
(63)“Out, twany Tartar…”: “Tartar” riferito a una donna era sinonimo di “shrew”, “bisbetica”; “twany”, “abbronzata”, cioè scura di pelle, quindi “brutta” (v. la nota n. 61).
(64)“of hindering knot-grass made”: “fatta di erba sanguinella ritardatrice (della crescita)”. Era credenza popolare che gli infusi di alcune erbe, tra cui la sanguinella (“knot-grass”) influissero negativamente sulla crescita delle persone.
(65) Il testo ha semplicemente: “I mistook”: “Mi son proprio sbagliato”. “Mistake” è l’errore non intenzionale, il “qui pro quo”.
(66)“I with the Morning’s love have oft made sport”: la personificazione dell’Aurora (chiamata indifferentemente anche “The Morning”) è un topo della poesia elisabettiana.
(67)“We’ll try non manhood here”, letteralm.: “Qui non potremo dar prova di nessuna virilità”.
(68) Bottone continua a spropositare: vuol dire “disposizione” (“disposition”) e dice “esposition”.
(69)“Sweet favours”: per “favours” nel senso di “tokens of favours” v.
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