C’era una pozza nel viale: ci sono caduta dentro due volte, mi sono bagnata tutta fino alle ginocchia. Dammi un bicchiere d’acqua, per favore.

Non mai per l’innanzi la loro perfetta intimità, - e anche qualche cosa di più - aveva mutato il tono abituale della loro conversazione.

Lei lo chiamava sempre “Signore” e anche “Signor Marchese”. Quella notte, gli dava del tu per la prima volta.

- Non si può negare, - disse egli allegramente: - hai un bel coraggio!

Ella prese, seria, il bicchiere che le fu offerto e si studiò di portarselo alle labbra senza tremare, ma i suoi dentini stridettero contro il cristallo ed ella batté le palpebre senza poter trattenere una lacrima che le scese fino al mento.

- Uff! - concluse. - Vedi, ho la gola chiusa dal gran piangere. Due ore ho pianto sul mio letto. Ero diventata matta: sai, avrebbero finito per ammazzarmi. Ah sì, gran bei genitori ho io! Ma non mi rivedranno mai più.

- Mai? - esclamò l’altro. - Non dir sciocchezze, Mouchette (era il nomignolo della loro intimità). Non si lasciano le ragazze batter la campagna come le pernici a S’

Giovanni. La prima guardia che incontri ti riporta nella tua stia.

- Crede proprio, lei? - disse ella. - Ho del denaro. Chi mi impedisce, per esempio, di prender domani il treno per Parigi? La mia zia Egle sta a Montrouge, ha una bella casa con una drogheria.

Lavorerò e sarò sempre contenta.

- O sciocchina, sei maggiorenne, forse, tu?

- Diventerò, - rispose imperturbabile: - basta aspettare.

Volse gli occhi un momento, poi, sollevando tranquillamente lo sguardo sul Marchese: - Mi tenga con lei - disse.

- Tenerti con me? Bell’idea! - esclamò l’altro, camminando in lungo e in largo per dissimular la sua angustia. - Tenerti qui? Tu vai a colpo sicuro! E dove ti nascondo?

Credi che io ci abbia, qui, una segreta per le belle ragazzine? Ma, furba che sei, non si vedono che nei romanzi, certe cose! Prima di domani sera li avremo tutti addosso: tutti: tuo padre colla polizia, mezzo il paese colle forche alla mano; e da ultimo anche il deputato Gallet, dottore del diavolo e gran chirurgo delle salsicce.

Ella scoppiò a ridere battendo le mani, poi, subito seria, notò con voce raddolcita: -

Gallet? Ah già! Dovevo andare domani a trovarlo insieme con mio padre. Una sua idea fissa.

- Una sua idea fissa! Una sua idea fissa! Sentite un po’ come lo dice, lei! Te l’ho ripetuto mille volte, Mouchette: io non sono un perverso e riconosco il mio torto. Ma, per dio bacco bacchissimo, io non ho più neanche un centesimo. Venduto quel poco che ho qui fino all’ultima bigoncia, mi resterà appena quanto serve a non morire di fame, una miseria. Ho dei parenti ricchi, va bene; la mia zia Arnoult, per dirne una; ma sana a sessant’anni come una lasca, soda come una pietra focaia, capace di mettermi due volte sottoterra. Ne ho avute anche troppe delle avventure: bisogna far gioco serrato, stavolta, Mouchette! e, prima di tutto, guadagnar tempo.