Quel segno di debolezza gli ridette coraggio. E, d’altra parte, lo eccitava il sentirsi crescere in cuore la collera.
- Prenda le sue informazioni, - proseguì Cadignan, - e lasci in pace la ragazza. Tanto più che non ne caverebbe nulla. Quella simpatica selvaggina lì, vede, è come i francolini nel trifoglio; è capace di pedinarle sotto il naso del miglior cane da caccia: da far ammattire un vecchio bracco spagnolo.
- E’ proprio quello che volevo dire io, - dichiarò Malorthy, sottolineando ogni parola con un moto del capo. - Ho fatto quello che ho potuto; posso bene aspettare otto giorni, quindici giorni, quanto si vuole… Malorthy non deve nulla a nessuno, e se la figliola gli ha preso una brutta strada, penserà lui a metterla a dovere. E’ abbastanza matura per far marrone; sarà abbastanza matura per difendersi.
- Via, via, basta con le parole a vanvera, - esclamò il Marchese.
Ma l’altro non esitava più: era persuaso di fargli paura.
- Non ci si libera d’una bella ragazza tanto facilmente quanto d’un vecchio poveromo, signor Marchese di Cadignan, lo sanno tutti… Ella è abbastanza conosciuto, capisce?
e lei stessa verrà a dirle il fatto suo, corpo di mille diavoli! Occhi negli occhi e in pubblico, perché ha buon sangue sotto le unghie la ragazzina! Alla peggio, alla peggio alle nostre spalle non riderà nessuno.
- Vorrei vedere anche questa, quanto è vero Dio! - disse l’altro.
- E la vedrà, - giurò Malorthy.
- Va bene. Vada un po’ a domandarglielo lei, amico, provi pure a domandarglielo lei!
Il birraio vide per un momento il visino pallido e risoluto, indecifrabile, e la fiera bocca che da otto giorni chiudeva stretto il suo segreto. Allora esclamò: - E
sacrabacco, è ben lei che ha confessato tutto al suo babbo!
E indietreggiò di due passi.
Lo sguardo del Marchese esitò per un secondo, lo squadrò da capo a piedi, poi, d’un tratto, si fece duro. L’azzurro pallido delle pupille si inverdì. Germana avrebbe allora potuto leggervi il suo destino.
Andò fino alla finestra, la chiuse, tornò al tavolino sempre in silenzio. Poi scosse le spalle quadrate, si fece presso al suo interlocutore fino a toccarlo e disse soltanto: -
Giuralo, Malorthy!
- E’ giurato! - rispose il birraio.
Questa bugia gli parve lì per lì una onesta accortezza: inoltre, non avrebbe avuto il coraggio di rimangiarsi quel che aveva affermato. Tuttavia, un dubbio gli attraversò il cervello, invincibile, e di cui non sentiva che l’angoscia. Tra due vie aperte ebbe l’impressione vaga di aver scelto la peggiore e di essercisi impegnato a fondo senza rimedio.
Si attendeva una sfuriata e se l’augurava. Ma il Marchese disse, calmo: - Se ne vada, Malorthy. meglio fermarci a questo punto, per oggi.
Lei per un verso e io per un altro, siamo stati giocati a dovere da una sfrontatella che ha imparato prima a mentire che a parlare. In gamba! La gente che la consiglia è forse abbastanza furba per evitarle due o tre sciocchezze, di cui la più grossolana sarebbe quella di volermi far paura. Si pensi di me quel che si vuole, io me ne infischio.
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