Parlavamo tutti così in quei giorni disinvolti e inquieti. Il megafono. Il cacatoio. La macchina da ron-ron. La biblio. Le culone. Musi neri. Musi gialli. Tette rosa... C’è da meravigliarsi che a qualcuno di noi sia mai stato permesso di accedere a un lavoro remunerato. Arnie possiede e gestisce – o gestiva – una pescheria specializzata in frutti di mare con una ricca clientela nella parte alta del New Jersey e ha fatto un mucchio di soldi vendendo uova di alosa atlantica, caviale iraniano e altre squisitezze importate dal Mar Nero di cui la Fda non sa nulla – tutte consegnate con furgoni bianchi non identificabili – a dirigenti della Schlumberger per party esclusivi di cui nessuno parla, compreso il presidente Obama, che non dovrebbe essere invitato, perché secondo i repubblicani spendaccioni, trippa e stomaco di maiale non sarebbero inclusi nel menu.
“Come posso esserti di aiuto, Arnie?” Stavo guardando il furgone dell’Elizabethtown che si allontanava lungo Wilson Lane. Il primo capro espiatorio dei clienti quando la vendita di una casa finisce male – non importa quando – è quasi sempre l’agente immobiliare, le cui intenzioni sono quasi sempre buone.
“Sto andando laggiù adesso, Frank. Uno stronzo d’italiano mi ha telefonato a casa. Vuole comprare il terreno e la casa – quello che ne resta – per cinquecento bigliettoni. Ho bisogno di consigli. Ne hai?” Sibili di altre macchine che sfrecciano.
“Nemmeno io seguo i miei, Arnie,” ho detto. “Qual è la situazione laggiù?”
Naturalmente la conoscevo. L’avevamo vista tutti alla Cnn, poi rivista e rivista e rivista finché non ce n’era importato più niente. Lido di Nagasaki: con i Giant e i Falcon a un’allettante cliccata di canale di distanza.
“Proverai un gusto matto, Frank,” ha detto Arnie, incorporeo nella sua macchina. “Dov’è che abiti adesso?”
“Haddam.” Sally era uscita dalla cucina e si era affacciata alla porta nella sua tenuta da yoga, portandosi alle labbra una tazza di tè, soffiando via il vapore, guardandomi come se avesse udito qualcosa di preoccupante e forse io dovessi riattaccare.
Un assordante colpo di clacson ha rotto il silenzio della strada dove Arnie era in quel momento. “Idiota,” ha urlato. “Haddam. Okay. Bel posto. O almeno lo era una volta.” Poi Arnie ha urtato il viva voce con qualcosa. “La mia casa – la tua casa – ora si trova a sessanta metri dal mare, Frank. Su un lato, se aveva un lato. I vicini stanno tutti peggio. I Farlow hanno cercato di salvarsi chiudendosi nella camera blindata. Gli è andata male.
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