Annetta ha la memoria ferrea, le qualità matematiche pronunziatissime, lo spirito pronto per cose concrete, solide, come suo padre. Non capiscono caratteri, non sentono musica, non distinguono il quadro originale dalla mala copia. Ora Annetta si dedica alle chineserie, fu la prima ad introdurle in città, ma ne sa quanto i suoi autori gliene dissero e non ne capisce nulla affatto perché non le sente. L’unico quadro buono che abbiano in casa l’ho comperato io, una via attraverso a sassi.
– L’ho visto, magnifico! – esclamò Alfonso e per darsi aria d’importanza chiese: – Di chi è?
– Il nome dell’autore non rammento, rammento il quadro – rispose Macario – io sono figliuolo di mia zia.
Alfonso rise, ma Macario non rideva. Anche quando le sue osservazioni apparivano scherzose, erano dette con l’espressione di un profondo rancore e Alfonso non sapeva convincersi che fosse naturale di parlare così a lui, a uno straniero. Andava ricercando quando Macario avesse potuto ubbriacarsi dopo di essersi contenuto tanto abilmente in casa Maller.
Venne di peggio:
– Certo è che un uomo che avesse del sale in zucca non sposerebbe Annetta. Conosce le novelle di Franco Sacchetti? Merita di leggerle, se non tutte, una, indimenticabile: Un frate viene ospitato in una casa ove vede il suo ospite troppo debole, maltrattato dalla moglie. Il frate, nell’ira fa il voto, per poterla castigare, di sposare quella donna se le circostanze glielo permet-tessero. Infatti capita il malore, muore il marito e muoiono tutti gli altri frati del convento che viene sciolto. Il frate compie il suo voto, sposa la donna e come propostosi la bastona di santa ragione. Per Annetta verrebbe voglia di fare dei voti simili, solo allo scopo di annientare quella superbia che secca, che offende. Si avrebbe torto, perché all’esecuzione si finirebbe coll’essere il bastonato.
Era possibile che Macario si fosse proposto di dire delle verità in tono che le facesse apparire dette per ischerzo e che senza proposito avesse abbandonato tale tono. Così pensò Alfonso vedendo che Macario, forse pentito, cominciava a spiegare le ragioni che lo avevano reso tanto loquace.
– Non creda che io usi fare di queste confidenze al primo venuto. Ella mi è simpatico; mi creda o non mi creda, è così.
Alfonso, confuso, mormorò un ringraziamento.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 35
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Italo Svevo Una vita IV
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– Mi piacque ch’ella abbia avuto tanto forte il desiderio di vendicarsi di Annetta e mi piacque anche che non l’abbia saputo soddisfare. Oh! io osser-vo, è inutile negare con me! Non sono mica le persone più sciocche quelle che non hanno prontissima la parola più o meno offensiva per reagire. Anzi!
– Credendosi giustificato aggiunse un’altra osservazione cruda, ridendo però:
– Quando m’imbatto in queste donne tanto attive e tanto aggressive, tanto inquietanti insomma, mi vien fatto di pensare a quell’inglese che ad una troppo focosa rammentava che pagava per baciare e non per venir baciato!
Sulla piazza della Stazione strinse la mano ad Alfonso e, con un saluto a mezza voce, lo lasciò e si diresse verso il caffè. Alfonso che aveva freddo, si avviò verso casa correndo.
Op. Grande biblioteca della letteratura italiana 36
ACTA G. D’Anna Thèsis Zanichelli Italo Svevo Una vita V
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In maggio, quell’anno, si ebbero già delle forti caldure; per alcune settimane, dal cielo senza nubi, il sole inviò dei raggi cocenti certo non primaverili.
– E’ un’ingiustizia – diceva Ballina – che con queste paghe miserabili si debba sudare tanto già in maggio.
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