Qui non c’è nessuno che possa fare delle offerte. Comprerà il brigantino per quattro soldi - ma che dico - nemmeno per due. È già qualche anno che voi siete in queste isole, Heyst. Ci conoscete tutti; avete visto come viviamo. Ora avrete l’occasione di vedere in che modo vanno a finire alcuni di noi; perché questa è la fine, per me.
Non mi posso ormai fare illusioni. Ve ne capacitate, no?»
Morrison si era ormai del tutto ricomposto, ma si sentiva ancora nelle sue parole la tensione scattante di questo suo difficile dominio di sé. Heyst aveva cominciato a dire che «vedeva molto bene tutto il significato di questa disgraziata…» quando Morrison lo interruppe con un intervento brusco.
«Parola mia, non so perché vi ho raccontato tutto questo. Immagino che, vedendo un bianco veramente bianco, mi è stato impossibile tenere per me i miei guai. Le parole non possono dire tutta l’enormità della cosa; ma già che vi ho raccontato la storia fin qui, tant’è che vi dica qualcosa di più. Ascoltate. Questa mattina a bordo, nella mia cabina, mi sono messo in ginocchio e ho pregato perché mi venisse qualche aiuto. Mi sono messo in ginocchio!»
«Siete un credente, Morrison?» domandò Heyst con una accentuata intonazione di rispetto.
«Certo, non sono un infedele».
Questa risposta di Morrison venne come un brusco rimprovero e vi fu una pausa, durante la quale forse Morrison interrogava la sua coscienza, e Heyst manteneva un atteggiamento di interesse cortese e imperturbabile.
«Ho pregato come un bambino, si capisce. Io credo che i bambini debbano pregare, bene, e anche le donne, ma sono portato a credere che Dio si attenda dagli uomini di fare piuttosto assegnamento su se stessi. Non mi piace un uomo che va di continuo affliggendo l’Onnipotente coi suoi sciocchi malanni. Ha l’aria di una tale pretesa!… Comunque, questa mattina io… Io non ho mai fatto del male a una creatura di Dio, consapevolmente. Io ho pregato. È stato un impulso improvviso, sono caduto di colpo sulle ginocchia; dunque potete giudicare…»
Si fissavano l’un l’altro negli occhi con intensa attenzione. Il povero Morrison aggiunse, scoraggiato, come se la cosa gli venisse in mente allora:
«II male è che questo è un posto talmente abbandonato da Dio!»
Heyst domandò, con un’intonazione delicata, se avrebbe potuto sapere la cifra della multa per la quale era stato confiscato il brigantino.
Morrison represse una bestemmia, e brevemente indicò una somma che, in se stessa, era talmente insignificante che qualunque altra persona, all’infuori di Heyst, al sentirla avrebbe risposto con un’esclamazione ironica.
E persino Heyst non riuscì quasi a reprimere un tono di incredulità quando, con tutta cortesia, con una voce ben modulata, domandava se, in realtà, Morrison non avesse a disposizione una simile somma.
Morrison non l’aveva. A bordo aveva soltanto un poco di oro inglese, poche sterline. Aveva lasciato tutto il contante di cui disponeva a Samarang, dai Tesman, per far fronte a certi conti che dovevano esser pagati mentre egli era assente in quella crociera. In ogni caso, quel denaro non avrebbe potuto essergli utile più che se fosse stato nelle più remote profondità delle regioni infernali. Disse tutto questo in modo brusco.
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