La sola cosa di cui sono certo per ciò che riguarda i loro rapporti personali è quel crudele pizzicotto che le venne dato nella parte superiore del braccio. Quello, sono sicuro di averlo visto! Non poteva esserci errore. Ero in uno stato d’animo troppo ozioso per immaginare un atto così gratuitamente barbaro. Può darsi che lo facesse per giuoco, ma è certo che la ragazza dette un balzo come se fosse stata punta da una vespa. Può darsi che fosse per giuoco. Però, vidi assai bene la mia povera «innocenza sognante» che delicatamente si strofinava la parte colpita mentre usciva in fila con gli altri suonatori, attraversando il corridoio fra i tavolini di marmo, in mezzo al chiasso delle voci, al rumore del domino, attraverso un’atmosfera resa azzurra dal fumo del tabacco. Credo che il gruppo di quei suonatori sia partito da quella città il giorno seguente.
O forse erano soltanto emigrati all’altro grande caffè, sull’altro lato di Place de la Comédie. È possibilissimo.
Non andai nell’altro caffè per accertarmene. Era il mio stato di ozio perfetto che aveva attribuito alla ragazza un fascino peculiare, e non volevo distruggerlo prendendomi delle brighe superflue. La ricettività della mia indolenza rese così permanente quell’impressione, che quando venne il momento in cui ella doveva incontrare Heyst, mi parve che dovesse essere eroicamente all’altezza di qualunque cosa venisse chiesta a lei da un avvenire rischioso ed incerto. Ne ero così convinto che la lasciai partire con Heyst, non dirò senza qualche pena, ma certo senza preoccupazioni. E, se si pensa alla sua fine trionfante, che altro avrei potuto fare per la sua riabilitazione e per la sua felicità?
1920.
J. C.
PARTE PRIMA
I
Come sa ogni scolaretto in questa nostra epoca scientifica, c’è un rapporto chimico molto stretto fra il carbone e i diamanti. È la ragione, credo, per cui certuni parlano del carbone chiamandolo «il diamante nero». Questi due prodotti rappresentano una ricchezza; ma il carbone è un tipo di ricchezza molto meno portatile. Da questo punto di vista, c’è nel carbone una deplorevole mancanza di concentrazione. Ora, se potessimo mettere una miniera nella tasca del panciotto…
ma non è possibile! Tuttavia nel carbone si nasconde un fascino, essendo esso in genere di suprema importanza in quest’epoca in cui ci troviamo accampati come viaggiatori attoniti in un albergo chiassoso e non riposante. E suppongo che siano state queste due considerazioni, la considerazione pratica e quella mistica, ad impedire a Heyst - Axel Heyst -
di andarsene.
La Tropical Belt Coal Company entrò in liquidazione. Il mondo della finanza è un mondo misterioso in cui, per quanto incredibile il fatto possa sembrare, l’evaporazione precede la liquidazione. Prima svapora il capitale e poi la società va in liquidazione. Sono fenomeni fisici del tutto contro natura, ma spiegano la persistente inerzia di Heyst, della quale noi, «laggiù», eravamo soliti ridere, ma senza alcuna inimicizia. Un corpo inerte non può far male a nessuno. Non provoca nessuna ostilità, e quasi non vale la pena di deriderlo. In verità, qualche volta può essere un ingombro: ma questo, di Axel Heyst, non lo si poteva dire. Egli non era mai tra i piedi a nessuno, quasi vivesse arrampicato sul picco più alto dell’Himalaya, e, in un certo senso, come se fosse altrettanto visibile.
1 comment